In questi giorni una delegazione dell'Autorità di Sistema
Portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale si è recata
in Moldavia per conoscere meglio la realtà del porto di
Giurgiulesti, scalo fluviale con cui il porto di Ravenna ha già
in atto scambi commerciali che rappresentano circa il 20%
dell'intero interscambio Italia-Moldavia, ma che ora, alla luce
dello scenario geopolitico attuale, ha assunto un ruolo strategico a
livello internazionale. La missione segue l'auspicio di una visita
in Moldova e al porto di Giurgiulesti, per esplorare le possibili
opportunità di una futura cooperazione tra i due territori,
espresso lo scorso ottobre dall'ambasciatore straordinario e
plenipotenziario della Repubblica di Moldova in Italia, Anatolie
Urecheanu, in occasione di un incontro a Roma con il presidente
dell'AdSP dell'Adriatico Centro Settentrionale, Daniele Rossi, e
l'assessora al Porto del Comune di Ravenna, Annagiulia Randi.
Il porto di Giurgiulesti si trova sul Danubio, in una posizione
strategica esattamente dove si incontrano i confini di Ucraina,
Romania e Moldova. Lo scalo si estende su un'area di circa 35 ettari
ed è gestito dalla società privata ICS Danube
Logistics. Lo scorso anno il porto moldavo ha movimentato un
traffico record di quasi 2,2 milioni di tonnellate di merci, con un
incremento del +18,6% sul 2022, crescita che è stata trainata
dall'aumento del +55% dell'export di cereali e semi che è
salito a 889mila tonnellate. Secondo volume di traffico è
quello delle importazioni di prodotti petroliferi che nel 2023 sono
ammontati a 599mila tonnellate (+28%).
Ravenna è il porto italiano di riferimento per
l'import/export dal Mar Nero: prima della guerra Russia-Ucraina i
traffici con questa area raggiungevano circa 4,5 milioni di
tonnellate, di cui tre milioni dalla sola Ucraina, sostanzialmente
riferibili ad argille per il distretto della ceramica oltreché
prodotti agroalimentari e siderurgici. Attualmente, a causa della
guerra e delle sanzioni che colpiscono i porti russi del Mar Nero,
questi numeri si sono dimezzati, ma il porto di Ravenna mantiene
comunque la leadership per i traffici ancora attivi con questa
regione.