Assarmatori ha espresso «soddisfazione per la posizione
assunta dall'Italia e per la forte e conseguente preoccupazione
espressa a Bruxelles dai rappresentanti del nostro governo
sull'ipotesi di revisione dell'Energy Taxation Directive (ETD),
normativa dagli effetti potenzialmente deflagranti per il trasporto
marittimo, e quindi per un asset strategico per l'intera economia
del nostro Paese». In una nota, a valle delle risultanze della
riunione d'alto livello dei rappresentanti dei Ministeri delle
Finanze dell'Unione Europea che si è tenuta in settimana,
l'associazione armatoriale italiana ha manifestato «il massimo
sostegno all'azione del ministro dell'Economia e delle Finanze,
Giancarlo Giorgetti, del ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti, Matteo Salvini, e del vice ministro Edoardo Rixi, nonché
degli europarlamentari che si stanno impegnando per arginare una
misura così impattante su un settore chiave come quello del
trasporto marittimo».
Assarmatori ha precisato il motivo di preoccupazione: «come
ormai noto - ha spiegato l'associazione - la Commissione Europea ha
proposto di estendere la tassazione anche al carburante utilizzato
dalle navi e anche se la presidenza di turno del Consiglio
dell'Unione ha recentemente inserito alcune deroghe, queste
modifiche sono ampiamente inadeguate per tutelare sia lo shipping
sia l'intera filiera di produzione e distribuzione nazionale di
carburanti». «Esiste concretamente il rischio - ha
evidenziato il presidente di Assarmatori, Stefano Messina - di una
significativa perdita di competitività di interi segmenti
dell'economia comunitaria e del nostro Paese a tutto vantaggio, nel
Mediterraneo, dei Paesi che si affacciano su questo mare, ma non
soggetti alle nuove normative in quanto non membri della UE. A
pagare il conto di una misura così concepita sarebbero non
solo vari segmenti del trasporto marittimo, ma anche attività
sinergiche come quelle portuali, della logistica e di bunkeraggio,
nonché le imprese di raffinazione che producono il fuel
utilizzato dai motori marini».