Le associazioni degli agenti marittimi, dei doganalisti e degli
spedizionieri della Spezia hanno lanciato un appello affinché
venga accelerata la procedura per rendere effettivamente operativa
la prima Zona Franca Doganale del Paese incentrata sul porto
spezzino e il suo retroporto di Santo Stefano Magra. Alessandro
Laghezza, rappresentante della community portuale spezzina e
presidente dell'associazione degli spedizionieri, rivolgendosi in
primis all'Agenzia delle Dogane, ha evidenziato la necessità
di bruciare i tempi e di applicare una norma, quella sulle ZFD,
prevista nell'articolo 12 comma 5 del decreto 40/2024 del presidente
del Consiglio dei ministri, entrato in vigore lo scorso 17 aprile,
che regolamenta le Zone Logistiche Semplificate e prevede
l'introduzione, all'interno delle stesse, di vere e proprie Zone
Franche Doganali.
«Le Zone Franche Doganali - ha rilevato Laghezza -
rappresentano un salto di qualità potenzialmente decisivo:
non consentono solo il deposito delle merci in sospensione dei
pagamenti e dei diritti doganali, ma rendono possibile anche la
lavorazione di queste merci, favorendo l'insediamento nelle aree ZFD
di vere e proprie attività produttive. Il fatto che i
riflettori si siano accesi sul porto della Spezia e sul retroporto
di Santo Stefano Magra - ha sottolineato Laghezza - non ha nulla di
casuale: al di là di quanto avviene per altre Zone Logistiche
Speciali che necessitano di un progettazione degli spazi, delle aree
di stazionamento e magazzino delle merci, ma anche dei servizi
shuttle da e per il porto in simbiosi del quale sono chiamate a
operare, quello composto dallo scalo spezzino e dal retroporto è
già oggi un sistema operativo, un vero e proprio plug &
play system, in grado di garantire piena funzionalità in
tempi brevissimi».