Il governo cipriota ha revocato la concessione per
l'ammodernamento e la gestione del porto e della marina di Larnaca
che ha una durata di 40 anni e che è stata attribuita nel
2020 alla Kition Ocean Holdings, una joint venture tra le cipriote
Prosperity Group e REM International. In precedenza lo scalo
portuale, che è il secondo più grande della nazione
dopo Limassol ed è attivo sia nel segmento delle merci che in
quello delle crociere, era operato dall'Autorità Portuale di
Cipro. L'accordo con il governo, che è entrato in vigore ad
aprile del 2022, include l'assegnazione alla Kition, per la durata
di 125 anni, della gestione, dello sviluppo e della vendita di
attività alberghiere e turistiche.
Annunciando oggi la revoca della concessione, il Ministero dei
Trasporti, delle Comunicazioni e del Lavori pubblici ha spiegato che
la revoca è stata decisa sulla base delle prospettive
dell'investimento di 1,2 miliardi di euro previsto per lo sviluppo
del porto e che è stata assunta sulla scorta del parere del
servizio giuridico e sulla base di una violazione di una clausola
primaria del contratto a causa del mancato rinnovo della garanzia
che Kition avrebbe dovuto effettuare all'inizio di quest'anno.
Il ministro dei Trasporti, Alexis Vafeadis, ha specificato che
la garanzia in questione, dell'importo di otto milioni di euro, è
una delle tre previste dal contratto ed è relativa alle
attività di gestione e manutenzione. Vafeadis ha reso noto
che la gestione del porto è stata riassegnata alla Cyprus
Ports Authority e alle autorità statali, senza alcuna
interruzione del funzionamento dello scalo. Il ministro ha precisato
che il progetto di sviluppo del porto, che rappresenta uno dei più
rilevanti investimenti in corso a Cipro, sarà portato avanti
con modalità alternative.
Se nei giorni scorsi la Kition Ocean Holdings aveva lamentato
che il governo stava frapponendo ostacoli all'avanzamento del
progetto, e quindi degli investimenti, oggi il ministro ha affermato
che la Kition era stata convocata per oggi al fine di discutere del
graduale passaggio della gestione del porto allo Stato, incontro al
quale l'azienda non si è presentata.