Forse dipende da come si giudicano gli esiti sulla portualità
italiana del decreto legislativo n. 169 del 4 agosto 2016 volto alla
riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della
disciplina concernente le Autorità Portuali fissata nel 1994
con la legge n. 84. Chi consulta frequentemente le pagine di
inforMARE sa che il nostro giornale
ritiene deleteria la riforma della legislazione in materia portuale
introdotta nel 2016 anche perché nata con intenzioni
contraddittorie, a partire dalla volontà di concentrare in
alcuni sistemi portuali funzioni e competenze sino ad allora
disperse in sistema nazionale imperniato su una portualità
diffusa, ma anche dalla volontà di superare localismi
ritenuti eccessivi che avrebbero impedito di migliorare la
competitività della portualità italiana.
Definita con difficoltà nel 2016 la conformazione di
sistemi portuali nazionali in grado, sotto la guida di Autorità
di Sistema Portuale, di essere competitivi rispetto alla portualità
nordeuropea, ma anche - per quanto attiene alla portualità
del Meridione italiano - rispetto a quella nordafricana, da allora
la contraddittorietà della normativa pare essersi
rispecchiata in una portualità che nel Settentrione italiano
sembra ancorata a localismi che si intendevano superare e nel
Meridione italiano ad uno schema di portualità diffusa che si
sarebbe voluta lasciare alle spalle, con Autorità di Sistema
Portuale che, all'opposto, via via andavano fagocitando porti che
ancora non ricadevano sotto la loro giurisdizione. Per stendere un
velo pietoso sull'intenzione dei promotori della riforma del 2016 di
ridurre i costi dell'amministrazione dei porti.
Ha tutta l'aria di essere un ulteriore, ennesimo, passo nella
direzione verso una portualità diffusa il passaggio della
gestione del porto di Sciacca all'Autorità di Sistema
Portuale del Mare di Sicilia Occidentale. L'amministrazione comunale
di Sciacca ha annunciato come prossima la firma del verbale di
consegna tra il Demanio Marittimo e l'AdSP e il sindaco Fabio
Termine ha sottolineato che ciò rappresenta «un momento
storico per la nostra città. Questo cambiamento - ha
assicurato - porterà benefici concreti per la nostra
comunità, offrendo nuove opportunità di sviluppo
economico e migliorando le infrastrutture portuali». «Questa
firma - ha aggiunto l'assessore alle Attività produttive,
Francesco Dimino - rappresenta una svolta epocale per il porto di
Sciacca, che ora potrà contare sul supporto progettuale ed
economico dell'Autorità Portuale. Questo significa la
possibilità di numerosi investimenti per il porto e di un
futuro luminoso per il settore della pesca e del turismo
diportistico. Da mesi abbiamo avviato un confronto costruttivo con
l'Autorità Portuale e abbiamo avuto modo di apprezzare la
grande collaborazione mostrata, siamo fiduciosi che faranno grandi
investimenti nel porto di Sciacca».
Un nuovo passo, questo siciliano, in una delle direzioni
divergenti della portualità nazionale che, regolata
dall'ambigua, raffazzonata e incerta riforma del 2016, a noi sembra
non sappia dove andare.