L'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro
Settentrionale ha reso noto che il porto di Ravenna ha archiviato il
2024 con un incremento del +0,16% del volume di merci movimentate
sulle banchine dello scalo rispetto all'anno precedente quando il
totale fu di 25.503.131 tonnellate. Il solo mese di dicembre si è
chiuso con una crescita del +1,1% sullo stesso mese del 2023.
Relativamente all'intero 2024, l'AdSP ha evidenziato, in
particolare, la forte ripresa dei materiali da costruzione,
risultati pari a 4.079.701 tonnellate con +6,6% rispetto al 2023,
con recupero da attribuire all'aumento di import delle materie prime
per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo, l'aumento
dei prodotti agroalimentari solidi e liquidi con 5.308.327
tonnellate (+1,96%), l'aumento dei concimi, pari a 1.635.931
tonnellate (+5,3%), e l'aumento dei prodotti petroliferi e chimici
attestatisi a 3.906.713 tonnellate (+6,2%). In calo, invece, i
prodotti metallurgici con complessive 5.981.603 tonnellate (-8,2%),
flessione - ha spiegato l'ente portuale - che è imputabile
alla crisi dell'industria siderurgica europea, accentuata con la
crisi dell'auto e i dazi all'import, considerando anche la
diminuzione degli sbarchi dall'acciaieria di Taranto a seguito del
calo della produzione.
Negativo, inoltre, il 2024 per i container che sono risultati
pari a 199.778 teu (-7,9% rispetto al 2023) per un totale di
2.245.052 tonnellate di carichi in contenitore (-4,6%). Rilevando
che il settore container è quello maggiormente colpito dalla
situazione del Mar Rosso, l'AdSP ha osservato che la nuova linea
feeder della compagnia CMA CGM per collegare il Mediterraneo
orientale e la Turchia anche al porto di Ravenna potrebbe invertire
la tendenza negativa che si è manifestata in tutti i porti
italiani ed in particolare nei porti adriatici conseguentemente a
tale situazione. In sostanziale tenuta il settore dei trailer e
degli altri veicoli che è pari a 95.410 pezzi, con 1.176 in
meno rispetto al 2023 (-1,2%).
Infine, il settore crociere ha visto nel 2024 la movimentazione
di 272.219 passeggeri, di cui 222.353 in home port, con un calo del
-17,7% rispetto al 2023. L'AdSP ha specificato che il calo era
preventivato rispetto all'anno record del 2023 a seguito della
minore capacità di accoglienza del terminal causata dal
cantiere per la costruzione della nuova stazione marittima, che si
concluderà nel 2026.
«Il 2024 - ha commentato il presidente dell'AdSP, Daniele
Rossi - è stato un anno molto difficile e complesso sotto
tanti punti di vista, non solo per il porto di Ravenna ma per tutta
Europa in ragione del perdurare di tensioni geopolitiche i cui
effetti non solo hanno impattato pesantemente sulla crescita
economica del nostro Paese ma hanno anche generato, in ragione dei
rischi di nuovi rialzi dei prezzi legati ai rincari delle quotazioni
delle materie prime, un clima di generale incertezza che,
inevitabilmente, rallenta gli investimenti. Il porto di Ravenna ha
sofferto e soffre ancora di più di questa situazione dal
momento che il conflitto russo ucraino ha messo in crisi i traffici
con il Mar Nero, storico bacino di riferimento del nostro scalo. In
questo contesto, rispetto al quale, nel tempo, il sistema è
riuscito a reagire trovando nuovi traffici che hanno permesso di
compensare almeno in parte le perdite, è venuto poi ad
impattare il problema della guerra israeliano palestinese con la
conseguente crisi del canale di Suez, dal quale passava il 12% del
traffico mondiale ed il 40% di quello nazionale (20% la quota
riferita al nostro scalo). Da dicembre del 2023, quando i ribelli
Houthi hanno annunciato l'intenzione di attaccare tutte le navi
dirette in Israele senza distinzione di nazionalità, molti
armatori hanno deciso di non far più compiere alle loro navi
la rotta passante per il canale di Suez ma di circumnavigare
l'Africa allungando il viaggio con conseguenti significativi aumenti
dei costi e privilegiando i porti del Nord Europa a scapito
soprattutto dei porti del Nord Adriatico. In questi pochi anni il
porto di Ravenna ha dunque sofferto gli effetti negativi di due
eventi assolutamente indipendenti dalle importanti scelte
strategiche che il porto stesso stava compiendo. Nonostante questo
però, e sono convinto che ciò dimostri che le scelte
strategiche fatte vanno nella giusta direzione, il porto di Ravenna
chiude il 2024 con un segno leggermente positivo rispetto al 2023.
Ciò significa che il porto di Ravenna nonostante tutto è
cresciuto, riuscendo a recuperare altrove i milioni di tonnellate di
merci persi per il conflitto nell'area del Mar Nero e la crisi di
Suez. Partendo dal presupposto che queste due importanti aree, non
appena le tensioni in atto lo permetteranno, torneranno ad essere
bacini di riferimento del nostro porto, poiché questi
traffici sono traffici destinati “naturalmente” al porto
di Ravenna, non è difficile immaginare che il porto conoscerà
una crescita importante dei volumi movimentati e il porto sarà
pronto a gestire questo aumento dei traffici proprio grazie agli
interventi realizzati in questi anni».
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