
|
CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XX - Numero 9/2002 - SETTEMBRE 2002 |
Progresso e tecnologia
Un sistema per containerizzare le rinfuse
Oggi ci sono così tanti containers in giro per il mondo,
ed è tale la frequenza con la quale ci ritroviamo dietro
di loro nelle strade, che si potrebbe pensare "tutto ciò
che potrebbe essere containerizzabile, lo è già".
Uno studio realizzato nel 2000 da un importante consulente trasportistico
ha mostrato che il 40% dei carichi non trasportati in contenitori
potrebbe essere in realtà containerizzato, ma anche che
talvolta è necessario un piccolo aiuto per far sì
che tale teoria si tramuti in realtà.
Un caso tipico è quello del trasporto di prodotti secchi
alla rinfusa, siano essi palline o polveri, chimici o generi alimentari.
I containers ISO non si potrebbero immediatamente associare al
trasporto di questo tipo di carichi, se non fosse che esiste un'attiva
e fiorente industria che fornisce a caricatori e trasportatori
di derrate secche alla rinfusa i sacchi adatti a tali necessità,
nonché le istruzioni inerenti alle modalità del
loro impiego. E' proprio la disponibilità di questi sacchi
che può trasformare un normale contenitore ISO in un vettore
per rinfuse. I grossi sacchi da 20 tonnellate sono diventati sempre
più popolari negli ultimi anni quale risultato di un progresso
naturale dai sacchi da 25 kg, normalmente pallettizzati prima
di essere containerizzati, al FIBC (contenitore flessibile intermedio
per rinfuse) da 1 tonnellata. Il mercato dei FIBC al momento è
più grande di quello dei sacchi da 20 tonnellate, ma vi
è una chiara linea di tendenza a favore delle dimensioni
relative al container completo. Il fatto che i destinatari debbano
essere in grado di movimentare un carico da 20 tonnellate in una
volta sola sta inevitabilmente comportando qualche resistenza
in alcune zone ed il fatto che i caricatori ed i ricevitori del
prodotto abbiano la necessità di modificare le proprie
strutture rappresenta anch'esso una qual certa barriera, ma, affermano
i difensori della "sacco più grande", il movimento
è saldamente ed irrevocabilmente avviato nella loro direzione.
I containers per rinfuse, cioè quelli predisposti con
boccaporti superiori per il carico e con scivoli di scarico sul
pavimento, hanno rappresentato una caratteristica sullo scenario
containerizzato negli ultimi 30 anni e più. Per le operazioni
di trasporto marittimo a lungo raggio, la logistica di queste
"bestie" speciali può costituire un incubo. Un
container per rinfuse potrebbe essere teoricamente adatto a movimentare
un prodotto - ad esempio - dall'Europa all'Asia, ma spesso là
potrebbe non esserci un carico di ritorno adatto o almeno in grado
di essere trasportato in tali contenitori, e l'avere un'attrezzatura
costosa in uso soltanto al 50% del tempo per quello che ci si
proponeva di fare di solito non è una situazione economica.
In Europa è presente una flotta di oltre 20.000 containers
per rinfuse con carico dall'alto, in gran parte lunghi 30 piedi,
che vengono utilizzati quasi esclusivamente nei traffici infra-europei.
Anche se queste unità possono essere utilizzate senza doversi
servire di alcun imballaggio, frequentemente ci si serve di un
sacco per evitare che il prodotto possa essere contaminato da
sporcizia, polvere o ruggine ovvero per evitare che il contenitore
possa essere contaminato dal prodotto. Inoltre, quando si utilizza
un sacco, l'uso del container ne risulta spesso migliorato perché
il box non dev'essere pulito o decontaminato e può essere
riutilizzato immediatamente per il viaggio di ritorno. I sacchi
di cui ci si serve per questi contenitori con carico dall'alto
presentano uno scivolo fissato in alto per consentire il carico
tramite imbuti ed un boccaporto in basso per lo scarico.
I sacchi in questione sono prodotti in polietilene od in polipropilene
e vengono realizzati nelle varietà a trama intrecciata
o compatta. In genere la varietà intrecciata è usata
per le palline o i granuli mentre l'altra si usa per le polveri.
I sacchi intrecciati spesso presentano delle cuciture con la conseguente
possibilità di contaminazione del prodotto, mentre le saldature
dei sacchi a strati sono immuni da qualsiasi perdita, sia all'interno
che all'esterno. I sacchi intrecciati consentono al prodotto di
"respirare" e sono perciò adatti - ed in effetti
vengono utilizzati su larga scala - per le derrate alimentari,
quali caffè, cereali e alcuni tipi di frutta e verdura.
I produttori di sacchi da imballaggio con sede nel Regno Unito
sono i maggiori fornitori di sacchi adatti all'uso con i containers
cisterna. Un importante fornitore è la Linertech, dove
David Dowson ha dichiarato a Cargo Systems che, anche se a livello
mondiale il mercato della fornitura di sacchi per box ISO è
molto più ampio, la Linertech è maggiormente impegnata
nella fornitura di sacchi di containers cisterna con carico dall'alto
da 30 piedi.
Dowson ritiene che la Linertech sia uno dei maggiori fornitori
di sacchi da imballaggio in Europa. Rivela infatti che la Linertech
ha recentemente concluso un contratto con un'importante società
europea di logistica per la fornitura di "molte decine di
migliaia" di sacchi da imballaggio per i prossimi quattro
anni. Questo contratto, ha detto Dowson, costituisce un accordo
relativo ad un approvvigionamento esclusivo tale da portare la
Linertech ad un "diverso livello di operazioni mediante il
quadruplicamento dei livelli produttivi", parificandola ai
grossi produttori americani in termini di quantitativi prodotti.
Attualmente, la Linertech ha una fabbrica estesa per 40.000 piedi
quadrati ad Elland, nello Yorkshire, ma "sta cercando di
ampliarsi al massimo per far fronte alla domanda" e si sta
guardando attorno alla ricerca di alternative produttive al di
fuori del Regno Unito.
La ZPP (Zephir Plastic Products) nel Nord Yorkshire, sempre nel
Regno Unito, è stata costituita nel 1947 ed è altresì
un importante fornitore di sacchi in polietilene per i contenitori
cisterna con carico dall'alto. David Walker della ZPP ha dichiarato
che il 60% del proprio mercato è nel Regno Unito, mentre
il residuo 40% è attestato nell'Europa continentale ed
in Asia. Walker afferma che molti clienti della ZPP preferiscono
i propri accessori e sistemi di scarico e hanno le proprie piccole
manie in materia di sacchi di cui chiedono la fornitura, di modo
che la ZPP lavora con i propri clienti per sviluppare sacchi che
rispondano a richieste specifiche.
La ZPP ha anche sviluppato - tanto che adesso lo applica a tutti
i propri sacchi - un occhiello dalle caratteristiche uniche che
agevola la manipolazione del sacco all'interno del contenitore.
L'occhiello viene saldato al sacco nel corso del processo produttivo
e presenta un congegno elastico che si aggancia all'anello di
sicurezza all'interno del container. Tutti i sacchi della ZPP
sono prodotti in polietilene ed anche l'occhiello è in
materiale simile. La ZPP afferma che il 90% dei suoi imballaggi
è fatto con materiale riciclabile, compresi i nuovi occhielli,
mentre il residuo 10% è costituito da PVC utilizzato per
il nastro sigillante.
La Tiger Bulk Systems di Bridlington è un terzo produttore
britannico che si concentra per lo più sulla fornitura
di dispositivi da imballaggio per i containers con carico dall'alto
utilizzati da imprese produttive o di logistica in ambito europeo,
sebbene il direttore generale aggiunto Mark Lewis abbia dichiarato
che essa rifornisce anche il mercato dei containers ISO di sacchi
destinati a box da 9 piedi e 6 pollici la cui domanda continua
ad aumentare.
Una società con sede nel Regno Unito, il 50% della cui
attività consiste nella fornitura di sacchi per carichi
dall'alto mentre il residuo 50% è destinato ai containers
ISO da 20 e 40 piedi, è la Philton Polythene Converters,
che è attiva nel settore da 30 anni. Il direttore generale
Andrew Tisi afferma che la ditta ha prodotto il primo sacco da
imballaggio per containers in assoluto nei primi giorni della
containerizzazione. Tisi dichiara che la Philton è specializzata
in attrezzature da imballaggio per i prodotti più complessi
e difficili, quali il biossido di titanio, che solitamente si
presenta sotto forma di polveri ed è molto denso. Quando
alcuni di questi prodotti, che talvolta vengono caricati caldi,
vengono inclinati per lo scarico, spesso resistono sino ad un
angolo di 30-40° e poi cadono giù in un colpo solo.
Tisi, come altri produttori di sacchi da imballaggio, ha qualche
preoccupazione in ordine a ciò che concerne la concorrenza
più a buon mercato apportata da ditte con sede in Asia,
ma ritiene che i suoi clienti siano assai consapevoli dell'importanza
della qualità. A causa della natura rischiosa di molte
delle derrate trasportate negli imballaggi della Philton, le conseguenze
derivanti dalla fuoriuscita di prodotto dall'imballaggio possono
dar luogo a richieste di risarcimento dell'ordine di molte migliaia
di dollari. Il convincimento diffuso sembra essere quello secondo
cui anche se vi è una differenza di prezzi con gli imballaggi
di produzione asiatica, questa non è poi così cospicua
come avviene per altri tipi di prodotto, sebbene è probabile
che essa sia più significativa nei sacchi a trama intrecciata,
laddove gran parte delle cuciture devono essere rifinite a mano
ed allora in quel caso i meno cari laboratori asiatici possono
avere buon gioco.
Il produttore tedesco Schleswiger Tauwerkfabric Oellerking è
da lungo tempo affermato nel settore della produzione di sacchi
da imballaggio così come di tele incerate ed altri prodotti
simili. La Oellerking dichiara di essere uno dei maggiori produttori
mondiali di sacchi da imballaggio e, anche se la maggior parte
della produzione riguarda sacchi per box ISO da 20 piedi, essi
producono anche per i tipi da 30, 40, 45, high-cube e per ogni
altra dimensione a richiesta del cliente. I sacchi della Oellerking
sono realizzati in tessuto di polipropilene e sono completamente
riciclabili.
La Oellerking ha sviluppato e brevettato la volta Sweatking,
cui possono essere adattati tutti i suoi sacchi da imballaggio.
Esso garantisce l'assorbimento della condensa sino a 3 litri per
metro quadrato di superficie della volta ed è ampiamente
utilizzato per il trasporto di caffè, cacao, semi, fertilizzanti
e mangimi per il pesce.
Altri sviluppi realizzati dalla Oellerking sono un sacco da imballaggio
che elimina la necessità di barre di ritenzione per le
paratie, il che significa un notevole risparmio di peso, e - unitamente
con la società compatriota Lab Cargo Tec, un sacco da imballaggio
che è in grado di trasportare e scaricare automaticamente
grossi quantitativi di rinfuse liquide.
A livello mondiale, il mercato maggiore nonché in crescita
è quello dei sacchi da imballaggio utilizzati per i containers
ISO. La loro utilizzazione fa sì che tutti i containers
ISO - ed in giro ce ne sono qualcosa come 15 milioni - possano
essere adoperati per il trasporto di granaglie, palline e polveri
alla rinfusa.
Oltre ai produttori europei e britannici che suddividono il proprio
mercato tra contenitori per rinfuse da 30 piedi ed unità
ISO da 20 e 40 piedi, esistono alcuni grossi produttori di sacchi
per imballaggio con sede negli Stati Uniti che forniscono molte
migliaia di sacchi per box ISO a caricatori, linee di navigazione
ed altri operatori della logistica negli Stati Uniti ed in tutto
il mondo.
La Insta-Bulk ha sede nel cuore della regione petrolifera, a
Houston nel Texas. Il direttore vendite Shelley Stopper ha dichiarato,
in modo non sorprendente, che una parte importante dei clienti
della Insta-Bulk è costituita da imprese petrolchimiche.
La Intra-Bulk produce e commercializza imballaggi sia a trama
compatta ed a pellicola, gli Enviro-Liner, sia unità a
trama intrecciata, i Global-Liner, per contenitori da 20 e 40
piedi con modifiche ai portelli ed agli scivoli nella parte terminal
dell'imballaggio a contatto col contenitore.
La Intra-Bulk, come molti altri produttori, fornisce vari tipi
e configurazioni di paratie che possono essere adattati all'interno
dei portelli del contenitore, ovvero gli imballaggi Insta-Bulk
che vengono eventualmente prodotti con un sistema di rinforzo
integrale che non richiede materiale aggiuntivo.
La Stopper ritiene che il punto forte della Insta-Bulk sia, unitamente
alla sua società gemella Dacro con sede nei Paesi Bassi,
la fornitura di servizi di supporto tecnico ad alta qualità
in tutto il mondo.
Una variazione sul tema è fornita dalla Pro Tech Liner
Systems di North Charleston, in Sud Carolina, che è specializzata
in imballaggi ad alta resistenza per il trasporto di pelli di
bestiame e di altri carichi altamente corrosivi. Chiunque si sia
avvicinato ad un carico di pelli avrà percepito la puzza
che emana ed avrà visto quanto corrosivo possa essere il
liquido che fuoriesce dalle pelli. Se esso entra in contatto col
pavimento di un container, con le gomme del veicolo o con qualsiasi
altra cosa, la vita del componente contaminato si riduce drasticamente,
tanto che alle volte è una questione di ore.
La Pro Tech Liner Systems produce il RhinoLiner, che è
specificamente progettato per resistere ai pallet ed ai carichi
con elevatori a forca. Louis D'Eugeno della Pro Tech Liner spesso
chiede ai potenziali clienti di provare a strappare un RhinoLiner
con le chiavi della macchina, sapendo bene che esso non si bucherà.
I RhinoLiners sono confezionati con una lunghezza di 6 piedi in
più rispetto al container e la parte che avanza viene ripiegata
dopo il carico, il che consente all'imballaggio di contenere e
ritenere diversi galloni di fluido.
La maggior parte delle pelli vengono stivate dagli Stati Uniti
alla volta di Cina e Corea ed il contenitore naturale per questo
traffico è il 20 piedi. Tuttavia, lo squilibrio di box
ISO negli Stati Uniti crea la necessità di movimentare
grossi quantitativi di 40 piedi di ritorno in Asia e per questa
ragione il box da 40 piedi viene sempre più usato per il
trasporto di pelli, il che ha comportato l'aumento della domanda
di RhinoLiner per unità da 40 piedi.
La containerizzazione è un concetto semplice, ma quando
si gratta la superficie si scopre che sotto vi è un grande
fermento innovativo e creativo in corso per migliorare e promuovere
il settore dei sacchi da imballaggio.
(da: Cargo Systems, agosto 2002)
|