Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVI - Numero 1/2008 - GENNAIO 2008
Porti
I
porti della Costa Occidentale USA alla ricerca dell'equilibrio
tra sviluppo dei traffici ed attenzione alle problematiche
ambientali
E'
il momento giusto, adesso, per la realizzazione una “organizzazione
dinamica e lungimirante allo scopo di assicurarsi un vibrante futuro
economico ed ambientale” per i porti della California
meridionale, afferma la FuturePorts, un gruppo del settore
pubblico/privato costituito per porre in evidenza l'importanza
economica dei porti di Los Angeles e Long Beach e per supportare il
loro sviluppo futuro.
Il
momento giusto sarà anche adesso, ma si tratta di un momento
molto difficile: i due porti, che movimentano complessivamente il
43% di tutti i traffici statunitensi di origine marittima ed il 60%
di tutte le importazioni statunitensi dall'Asia, sono entrambi
alle prese con problematiche “verdi” nella loro ricerca
del modo di espandere la capacità.
“E'
stato davvero difficile per i due porti della California
meridionale: le esigenze ambientali sono state davvero un onere per
loro” afferma Stacey Jones, direttore regionale della Halcrow
per la Costa Occidentale USA, nonché direttore della
FuturePorts.
“E'
una preoccupazione comune ai due porti, quella di essere in grado di
rimanere in equilibrio tra crescita e crescita verde; devono
entrambi tenersi buono il partito degli ambientalisti.
Esiste
ancora una crescita potenziale in entrambi i porti, tanto da avere
in coda, probabilmente, da 15 a 20 documenti sull'ambiente in
relazione a vari progetti”.
Anche
se, come afferma la Jones, le attività in corso nel settore
portuale della Costa Occidentale USA sono numerosissime, “il
tema comune è quello di istituire una politica bilanciata che
raggiunga gli obiettivi economici, ambientali e sociali della
regione.
L'industria
si sta evolvendo con le recenti linee di tendenza nell'investimento
dei capitali privati nei porti, nonché con i programmi
ambientali concentrati sulla riduzione delle emissioni e sulla
consapevolezza dell'importante ruolo che i porti svolgono
nell'ambito dell'economia nazionale”.
La
società di consulenza sullo sviluppo delle infrastrutture
Halcrow è stata impegnata in diverse iniziative a supporto
della comunità bancaria di investimento, dal momento che
l'industria ha assistito al piazzamento sul mercato dei propri
beni in misura sempre maggiore.
Nel
contesto di uno sviluppo di primaria importanza, il Porto di Oakland
sta valutando la fattibilità di un modello finanziario che
gli consentirebbe di sollecitare proposte di sviluppo ai fini
dell'avvio dell'operatività di un terminal
contenitori preso gli ormeggi 21-23.
“Stiamo
valutando questa ipotesi assai seriamente” afferma la Jones.
“Il
porto ha qualche opportunità di espansione negli ormeggi
21-23 ed inoltre dispone di alcuni possedimenti recentemente
acquistati dalla marina.
Vogliono
vedere se sia possibile esprimere una proposta relativa all'intero
sviluppo ed alla messa in opera di queste infrastrutture; in
passato, il modello era costituito dalla stipulazione di un accordo
relativo ad un leasing o ad una concessione a favore del cliente,
con il porto che realizzava lo sviluppo e l'operatore che vi
faceva il proprio ingresso e dava il via alle operazioni.
Il
nuovo modello viene considerato come un mezzo per cercare il prezzo
migliore con meno rischi”.
Nel
contempo, il Porto di Portland ha assemblato un gruppo di dipendenti
e consulenti allo scopo di valutare il potenziale di un nuovo
modello operativo presso la propria infrastruttura per contenitori
del Terminal 6.
“Il
porto sta valutando se un mutamento dall'attuale modello
operativo dell'autorità portuale ad un modello
operativo di tipo proprietario per le attività
containerizzate del T-6 sia in grado di mettere il porto in una
posizione migliore ai fini della crescita e la regione in una
situazione favorevole ad una crescita a lungo termine dei traffici
containerizzati” dichiara il portavoce del porto Joshua
Thomas.
Nel
corso del 2007 la Marine Terminals Corp, che effettua operazioni in
14 porti della Costa Occidentale, è stata acquisita dal fondo
d'investimento privato AIG/Highstar, che ha inoltre acquistato
il portafoglio in precedenza appartenente alla P&O Ports North
American, così come la Amports.
Di
conseguenza, il portafoglio società della AIG/Highstar
rappresenta il maggior porto ed operatore terminalistico negli Stati
Uniti, con tanto di terreni liberi da vincoli, concessioni portuali
ed operazioni di stivaggio presso i maggiori porti del paese,
afferma Steven Lautsch, vice presidente esecutivo della MTC.
“Il
settore portuale sta subendo spettacolari cambiamenti ed i nostri
nuovi proprietari sono impegnati nel procacciamento delle le risorse
finanziarie e di altro tipo necessarie a consolidare la nostra
posizione di preminenza nel settore” dichiara Lautsch.
“A
tal fine, stiamo perseguendo in modo intraprendente nuovi
investimenti in America Latina e negli Stati Uniti, stiamo mirando a
miglioramenti in termini di efficienza alle nostre attuali
localizzazioni e, in generale, stiamo lavorando per migliorare le
offerte di servizio ai nostri clienti.
Stiamo
altresì impiegando nuova tecnologia per migliorare
l'efficienza e la sicurezza delle operazioni.
Abbiamo
installato sistemi GPS, attrezzature di controllo televisivo ed un
intera serie di software tra cui il riconoscimento dei caratteri
ottici per seguire e coordinare il flusso di contenitori in tutte le
infrastrutture ed al di là del varco”.
La
MTC ha una significativa presenza presso i porti di Long Beach, Los
Angeles, Oakland, Portland, Tacoma e Seattle, mentre le sue
operazioni complessive sulla Costa Occidentale hanno movimentato
oltre 7 milioni di TEU nel 2006, tra cui 2,6 milioni di TEU
nell'ambito della sua maggiore operazione, il Molo T a Long
Beach, 1,7 milioni di TEU presso il West Basin Container Terminal di
Los Angeles ed oltre 600.000 TEU presso il Ben E. Nutter Terminal ad
Oakland.
La
congestione, la concorrenza, la sicurezza e l'ambiente
costituiscono tutte quante sfide chiave che i porti della Costa
Occidentale si trovano a dover affrontare; molte di loro inoltre,
come afferma Lautsch, sono reciprocamente correlate.
“La
persistenza di una crescita sostenuta dei volumi containerizzati
significa che i porti della Costa Occidentale saranno presto
operativi a capacità completa od oltre” afferma.
“La
risposta è sempre stata nel senso di espandere i siti
portuali, ma non c'è o c'è poco spazio
disponibile per allargarsi.
Un'altra
risposta può essere quella di migliorare le efficienza
operative per movimentare più contenitori nello stesso sito.
Anche
questa, peraltro, è una sfida; in parte, perché
coinvolge i partners nell'attività ed altri soggetti
che seguono priorità proprie”.
Nel
frattempo, la concorrenza è aspra come sempre, dichiara
Lautsch, anche se il mercato delle importazioni asiatiche continua a
crescere.
“I
vettori continueranno a cambiare i porti di scalo quando ciò
corrisponde ai loro scopi.
Per
rimanere competitivi, i porti avranno bisogno di effettuare notevoli
investimenti in infrastrutture ed andare alla ricerca di soci forti
nel settore privato.
Penso
che si assisterà sempre di più alla costituzione di
associazioni dei porti con società del settore privato come
la MTC, dove ciascun socio si assumerà i rischi e le
responsabilità più adatte alle proprie forze.
Questo
potrebbe significare, ad esempio, fare affidamento sulle autorità
portuali per assicurarsi le approvazioni relative all'ambiente
ed il supporto della comunità ai progetti, mentre il settore
privato potrebbe occuparsi della progettazione, della costruzione e
delle operazioni in cambio di concessioni a lungo termine”. (da:
PortStrategy, dicembre 2007, pagg. 20-23)
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