Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVI - Numero 11/2008 - NOVEMBRE 2008
Porti
I porti mediorientali sulla cresta dell'onda
Nel 2007, le principali infrastrutture per la movimentazione di
contenitori della regione del Medio Oriente hanno realizzato
risultati stimati in 22,5 milioni di TEU, con un aumento di poco più
dell'8% rispetto ai 12 mesi precedenti.
Le attuali indicazioni suggeriscono che il 2008 sarà
un'altra annata di cospicua crescita, dato che le cifre provvisorie
per il periodo di gennaio/fine giugno indicano un aumento dei
risultati fra il 10 ed il 12% rispetto all'intero anno.
Tuttavia, l'aumento dei traffici containerizzati ha comportato
la congestione in un certo numero di porti, fra cui l'enorme
complesso per la movimentazione di container di Jebel Ali a Dubai.
Ciò ha indotto un certo numero di operatori di linea a
lungo raggio e di vettori feeder ad imporre sovrapprezzi per la
congestione, dal momento che i tempi di attesa di un ormeggio sono
saliti in molti casi fino a quattro giorni.
I porti hanno tratto vantaggio dalla continua crescita delle
importazioni containerizzate, dal momento che gli alti prezzi del
petrolio e della benzina hanno alimentato il boom dei box in entrata
pieni di prodotti di consumo durevoli, di lusso e di moda, nonché
alimentari e forniture di materiali edili destinati ai massicci
progetti infrastrutturali in corso.
Anche le esportazioni sono cresciute in modo notevole, poiché
i petrodollari guadagnati dalle società pubbliche e private
sono stati reinvestiti in associazioni d'impresa - impianti
petrolchimici, vetrerie, fonderie di alluminio ecc. - i cui mercati
sono internazionali, in particolare l'Estremo Oriente e l'Europa.
E sempre più, inoltre, i beni prodotti vengono
containerizzati.
Dato che i traffici sono in crescita in entrambi i sensi e
tenuto conto del fatto che probabilmente lo squilibrio si ridurrà,
questa è una buona notizia per i vettori marittimi i cui
costi di riposizionamento dovrebbero abbassarsi.
Uno scenario dei traffici di questo tipo, tuttavia, rappresenta
una notizia ancora migliore per i porti, che si aspettano che un
numero maggiore di contenitori pieni (che pagano di più)
contribuisca alla loro crescita complessiva per quanto attiene i
volumi di traffico.
Questo ottimismo si riflette nel numero di programmi di
investimento di capitale su scala assai vasta programmati presso i
porti di tutta la regione, fra i più significativi dei quali
si possono annoverare:
il terminal Red Sea Gateway a Jeddah;
il porto industriale e commerciale KAEC (King Abdullah Economic
City) in Arabia Saudita;
l'espansione di Aqaba, in Giordania,
l'espansione del Terminal 2 di Jebel Ali, negli Emirati Arabi Uniti;
il nuovo porto di Khalifa, ad Abu Dhabi;
il nuovo ormeggio di Khorfakkan, negli Emirati Arabi Uniti;
l'estensione del molo a Salalah, nell'Oman;
la fase quattro del nuovo terminal a Bandar Abbas;
il nuovo terminal le cui operazioni verranno condotte dalla APM
Terminals a Mina Sulman, nel Bahrain.
Questi vari progetti, oltre alla pianificazione di miglioramenti
minori ed a provvedimenti per il potenziamento della produttività
presso diversi terminal esistenti, probabilmente andranno ad
aggiungere ben oltre 15,4 milioni di TEU di capacità
produttiva annua alla regione nel giro dei prossimi cinque anni.
Uno dei progetti più ambiziosi è quello di Bandar
Abbas, dove il porto partecipa al rilevante programma di espansione
presso il proprio complesso terminalistico per contenitori di Shahid
Rajaee.
Mentre la fase 1 del progetto, che ha comportato l'aggiunta di
1,5 milioni di TEU di capacità di movimentazione
annualizzata, è già stata completata (nel 2007), per
la fase 2 ci vogliono ancora più di due anni ed è
stato previsto che essa venga ultimata nel corso della seconda metà
del 2010.
Essa sarà caratterizzata da sei ormeggi con una
profondità lungo la banchina di almeno 16 metri; le navi
saranno servite da 18 gru a cavaliere bordo-costa.
La sua capacità produttiva progettata sarà nella
fascia dei 2,5-3 milioni di TEU.
Gli amministratori del porto di Bandar Abbas stanno altresì
incoraggiando una maggiore concorrenza in ambito portuale, tanto che
le varie fasi del programma di espansione sono state assegnate a
diverse società di operatori terminalistici.
Questo nuovo scenario commerciale, che è pienamente
supportato da moderne infrastrutture, dovrebbe incoraggiare un
numero maggiore di operatori di linee a lungo raggio a programmare
scali diretti presso il porto invece di reindirizzare i carichi
attraverso il tradizionale hub dell'Iran a Jebel Ali.
Spiega il capitano A. Ezzati, direttore generale del
dipartimento pianificazione strategica ed affari internazionali
della Islamic Republic of Iran Shipping Lines: "Ciò farà
risparmiare tempo e denaro agli importatori ed esportatori iraniani
rispetto all'opzione del collegamento con Dubai, che a sua volta
contribuirà a dare ulteriore impulso ai volumi di traffico".
Altrove in Iran, un nuovo terminal contenitori con il potenziale
per movimentare tre milioni di TEU all'anno è stato
inaugurato nel 2007 a Assaluyeh, mentre sono stati programmati
miglioramenti presso le infrastrutture per la movimentazione di
contenitori di Iman Khomeini e Khormshahr.
Notevole capacità sta per essere aggiunta anche dalla SPA
(Autorità Portuale Saudita), con un incremento di più
dell'80% in programma presso il porto di Jeddah, sul Mar Rosso,
oltre al raddoppio della capacità di movimentazione a Damman
nel Golfo Persico.
Inoltre, un nuovo complesso portuale integrato sarà
costruito presso il KAEC, che si trova a circa 15 km a nord di
Jeddah.
Jeddah ha sperimentato tassi di crescita relativamente modesti
negli ultimi anni, dato che i suoi volumi sono aumentati appena del
4% sino a 3,1 milioni di TEU nel 2007.
Si è trattato di uno dei tassi d'incremento più
lenti della regione; esso può essere attribuito alla carenza
di capacità idonea a movimentare la nuova e/o significativa
espansione da parte degli attuali clienti.
Adesso si sta provvedendo a correggere tale situazione: mentre
il nuovo RSGT (Red Sea Gateway), che è in fase di sviluppo ad
opera del gruppo Tusdeer, innalzerà la capacità di 1,5
milioni di TEU, la riorganizzazione in corso nell'ambito degli
attuali terminal nord e sud del porto condurrà alla
realizzazione di cinque ormeggi in più dedicati alla
lavorazione dei contenitori.
Questo incrementerà la capacità produttiva
progettata di Jeddah portandola ad una soglia compresa fra 1 e 1,5
milioni di TEU.
Il dr. Khaled A Bubshait, presidente della SPA, sostiene che i
programmi di espansione avranno una duplice valenza: da una parte,
aiuteranno Jeddah a mantenere la propria posizione quale maggior
porto del Mar Rosso; dall'altra, gli consentirà di conseguire
lo status di hub regionale.
Aamer Alireza, c.e.o. del RSGT, individua con chiarezza questo
ruolo: "Stiamo costruendo tre ormeggi, uno dei quali sarà
dedicato alle navi feeder; tutti quanti potranno disporre della
profondità maggiore lungo le banchine di tutto il porto.
Stiamo acquistando otto gru a cavaliere per contenitori da
destinare alla fase uno, tutte in grado di movimentare navi con 22
contenitori allineati sul ponte di coperta; inoltre, potremo
disporre di un ingresso di nostra proprietà al terminal"
ha dichiarato.
A Damman, i volumi containerizzati sono aumentati di oltre il
15% nel 2007 sino a quasi 1,1 milioni di TEU (v. tabella).
Poiché le prospettive economiche nell'immediato si
presentano brillanti e dato che a lungo termine ci si aspetta che
maturino guadagni significativi dalla costruzione del ponte
terrestre ferroviario dell'Arabia Saudita, la IPS (International
Port Services) - società di gestione portuale controllata a
maggioranza dalla Hutchison Port Holdings con sede a Hong Kong - sta
provvedendo a migliorare l'infrastruttura.
In particolare, la IPS sta aumentando la profondità del
canale di accesso e del bacino di svolta, acquisendo nel contempo
sei gru a cavaliere bordo-costa nel tentativo di attirare navi più
grandi.
Pur ammettendo che i carichi di importazione/esportazione
resteranno i flussi di carico dominanti, essa ravvisa notevoli
opportunità nel settore del trasbordo nell'alto Golfo
Persico.
La IPS ritiene che le proprie acque più profonde
unitamente alla base in aumento dei contenitori in
importazione/esportazione dell'Arabia Saudita attirerà nel
porto un numero maggiore di operatori di linea a lungo raggio, il
che, a sua volta, li incoraggerà a scaricare i carichi per il
Bahrain, il Kuwait e l'Iraq più vicino alle proprie
destinazioni finali.
Anche la SPA condivide tali aspirazioni e sembra pronta a
sviluppare un nuovo terminal contenitori con capacità di due
milioni di TEU presso il Kingport.
RISULTATI RELATIVI AI
CONTENITORI PRESSO PORTI SELEZIONATI DEL MEDIO ORIENTE
(2006-2008)
Porto
2006
2007
Camb. %
Prima metà 2007
Prima metà 2008
Camb. %
Dubai
8.923.465
10.653.026
19,4%
4.900.000
5.700.000
16,3%
Jeddah
3.067.563
2.963.548
-3,4%
1.198.185
1.364.558
13,9%
Salalah
2.390.000
2.600.000
8,8%
1.213.166
1.524.895
25,7%
Khor Fakkan / Sharjah
3.012.840
2.173.867
8,0%
n.d.
n.d.
20,0%
Bandar Abbas
1.408.067
1.722.513
22,3%
n.d.
n.d.
-
Dammam
1.087.395
941.828
-13,4%
422.959
494.516
16,9%
Aden
397.080
503.325
26,8%
239.860
240.992
0,5%
Aqaba
414.000
406.000
-1,9%
n.d.
n.d.
-
Hodeidah
186.008
269.691
45,0%
n.d.
n.d.
-
Mina Qaboos
277.029
230.363
-16,8%
n.d.
n.d.
-
Abu Dhabi
251.000
335.000
33,5%
n.d.
n.d.
-
Sohar
-
18.000
-
n.d.
n.d.
-
Nota: n.d. = dati non disponibili
Fonti: Porti e Liner Intelligence
(www.ci-online.co.uk)
Pure il maggior porto containerizzato dell'Oman è in fase
di espansione e recentemente è stato inaugurato il sesto
ormeggio per contenitori.
Ciò ha innalzato la capacità produttiva del porto
gestito dalla APMT ad approssimativamente 4,5 milioni di TEU.
Nel contempo, dati i programmi in essere relativi alla
costruzione di altri tre ormeggi, il fine ultimo è quello di
incrementare la capacità produttiva di Salalah sino ad
approssimativamente 7,5 milioni di TEU.
"Negli ultimi due anni, siamo stati operativi quasi al
massimo della capacità" spiega Martin van de Linde,
c.e.o. del Porto di Salalah. "Infatti, abbiamo riscontrato che
la capacità non reggeva il ritmo della domanda".
Van de Linde ha detto che la gara d'appalto per il complesso
portuale del terminal 2 è stata indetta e che esso sarà
caratterizzato da 1,35 km di banchina aggiuntivi.
"Dovremmo iniziare le operazioni in loco per il 2011".
Questi sviluppi daranno a Salalah lo spazio di cui si avvertiva
una grande necessità e le infrastrutture per poter sfruttare
il suo potenziale quale hub di trasbordo della regione, accogliendo
nel contempo l'atteso incremento dei traffici da varco d'accesso da
e per la sua zona franca ed industriale in espansione.
Attualmente, ben al di sotto del 2% dei 2,6 milioni di TEU di
carichi movimentati passano davvero attraverso i varchi del porto,
ma ci si aspetta che le cose possano cambiare.
I miglioramenti stanno già avendo conseguenze, tanto è
vero che le attività per conto terzi (non Maersk Line) sono
in aumento; l'ultima a dare il via a partenze regolari da e per il
porto è stata la MSC.
Dallo scorso mese di giugno, il vettore con sede a Ginevra ha
dirottato alcuni dei propri traffici di raccordo regionale per
l'Oceano Indiano e l'Africa Orientale dal terminal sud di Jeddah a
Salalah ed ora considera il porto omanita come un elemento-chiave
della propria rete.
Altrove in Oman, Mina Qaboos continua a tirare avanti a fatica.
Una combinazione fra le limitazioni di pescaggio e la natura
soffocante dell'infrastruttura cittadina rende difficile e costosa
l'espansione.
Negli ultimi anni si è assistito altresì al calo
dei livelli di produttività presso l'infrastruttura.
Inoltre, essa si trova a dover affrontare la crescente
concorrenza della tratta terrestre da e per Dubai e del nuovo OICT
(Oman International Container Terminal) del quale la HPH è
un'azionista.
Situato a Sohar, a circa 230 km a nord di Mina Qaboos, lo OICT
ha movimentato approssimativamente 18.000 TEU nel 2007.
Anche se si tratta di un notevole aumento rispetto all'anno
precedente, le fortune del terminal restano inestricabilmente
collegate alla crescita della vicina zona industriale ed alla sua
capacità di servire razionalmente, dal punto di vista dei
costi, la capitale dell'Oman, Muscat.
Ciononostante, con una capacità pari a 800.000 TEU da
riempire, ci si aspetta che venga intrapresa una qualche attività
di promozione del settore di trasbordo del Golfo mediorientale.
Attualmente, la maggior parte dei carichi relativi a questa
regione viene movimentata da Jebel Ali (Dubai) e dai porti di Khor
Fakkan e Fujairah situati al di là dello stretto di Hormuz.
Lo scalo dominante è Dubai; quasi il 50% dei suoi
traffici di box complessivi, pari a 10,7 milioni di TEU nel 2007, si
riferiscono a carichi di trasbordo tradizionali.
Le ragioni di questo successo consistono nell'aver assicurato
tempi di lavorazione efficienti e collegamenti senza interruzioni
fra le navi-madre e quelle di raccordo; di qui, l'enorme ammontare
di attrezzature in funzione ed i persistenti programmi di
espansione.
Tuttavia, recentemente, diversi vettori marittimi hanno riferito
di intasamenti presso le infrastrutture e di tempi di lavorazione
rallentati sia per le navi che per i carichi di propria pertinenza.
Si tratta di una questione che dovrà essere affrontata
alla svelta e con efficacia, in particolare perché la
concorrenza è in aumento, dato che Doha, il Bahrain, Khor
Fakkan e Salalah mirano tutti ad innalzare il proprio profilo nel
settore del trasbordo.
Nuovi porti sono in fase di sviluppo, fra cui uno che è
in costruzione su terreni bonificati a Khalifa (Abu Dhabi).
La DPW è coinvolta nel progetto attraverso
un'associazione temporanea con la Abu Dhabi Port Co.
La prima fase del terminal secondo i programmi dovrebbe essere
inaugurata nel 2010 con una capacità di movimentazione di
circa due milioni di TEU, ma, essendo state pianificate quattro
ulteriori fasi di sviluppo, la capacità produttiva è
stata fissata in 22 milioni di TEU entro il 2028.
Una volta inaugurata la nuova infrastruttura, l'attuale terminal
contenitori di Abu Dhabi, a Mina Zayed - che ha movimentato poco più
di 300.000 TEU di traffico per lo più locale nel 2007 - verrà
chiuso ed il terreno sarà utilizzato per lo sviluppo di
locali per la vendita al dettaglio e di condomini.
E' significativo come sia previsto che Khalifa venga attrezzata
per movimentare i carichi regionali e che Dubai sia caratterizzata
da una zona franca ed industriale, le cui attività principali
saranno la riesportazione, la produzione leggera e l'assemblaggio.
Senza dubbio, i porti della regione mediorientale sono sul
binario giusto per quanto riguarda lo sviluppo di nuova capacità
per la movimentazione di contenitori.
Questa può essere solo una buona notizia per i vettori
marittimi, così come per gli importatori ed esportatori. (da:
Containerisation International, ottobre 2008, pagg. 65-67)
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