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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVII - Numero 9/2009 - SETTEMBRE 2009
Legislazione
Il WSC preme per l'adozione di standard universali per le
emissioni di CO2 attraverso l'IMO
Il WSC (Consiglio Mondiale dello Shipping), organismo con sede a
Washington, ha aggiunto il proprio peso all'iniziativa dell'IMO
(Organizzazione Marittima Internazionale) al fine dell'istituzione
di una struttura globale mirata alla riduzione delle emissioni di
gas-serra da parte del settore marittimo.
Il WSC rappresenta 29 compagnie di navigazione di linea che
assieme trasportano approssimativamente il 90% dei traffici
marittimi containerizzati del mondo.
Il settore da tempo sostiene l'esigenza di un campo di gioco
livellato in relazione alle emissioni di carbonio, cosa che riguarda
universalmente tutti i tipi di nave e le bandiere di tutti i paesi.
Esso teme che qualche iniziativa a carattere regionale possa
realizzare una concorrenza sleale nell'ambito di un'industria assai
globalizzata.
Alcuni paesi e blocchi economici, e più segnatamente
quelli dell'Unione Europea, sono da tempo critici nei confronti del
settore marittimo per avere trascinato la problematica della
riduzione delle emissioni.
Infatti, solo recentemente un rappresentante dell'Unione Europea
ha affermato, di fronte ai partecipanti alla conferenza annuale
della ICS (Camera Internazionale dello Shipping), che l'Unione
Europea avrebbe unilateralmente imposto al settore marittimo entro
il 2013 uno schema regionale delle emissioni, a meno che il settore
medesimo non fosse riuscito a pervenire ad un accordo globale
mediante l'IMO nel giro dei prossimi due anni.
L'IMO si è data da fare per raggiungere il consenso fra i
paesi membri ed in particolare con le nazioni in via di sviluppo,
Cina ed India in testa, che sono riluttanti a sottoscrivere un
accordo in relazione agli obiettivi di riduzione delle emissioni o
agli strumenti basati sul mercato quali gli schemi in materia
fiscale o commerciale.
In un documento di recente pubblicazione, il WSC sostiene che
l'IMO rappresenta "il consesso maggiormente appropriato"
per lo sviluppo di un regime normativo.
Esso sta altresì cercando di sfatare il mito che lo
shipping sia uno dei principali inquinatori, argomentando come esso
sia la modalità più efficiente dal punto di vista
delle emissioni e come il settore si stia impegnando a far sì
che le cose migliorino ancora al riguardo.
Si spera che si riesca a raggiungere qualche accordo fra i
governi membri a dicembre, quando si incontreranno a Copenhagen in
occasione della convenzione delle Nazioni Unite sul cambiamento
climatico.
La capitale danese ospiterà una riunione nella quale si
cercherà di pervenire ad un accordo per trovare un successore
del "Protocollo di Kyoto" che per la prima volta includa
misure finalizzate a combattere le emissioni provenienti
dall'esterno rispetto alla giurisdizione nazionale, trasporto
marittimo ed aereo compresi.
Non è una coincidenza il fatto che il WSC ed i capi delle
compagnie di navigazione di linea si stiano incontrando in questi
giorni a Copenhagen per una riunione del Box Club al fine di
discutere la questione delle emissioni.
Christopher Koch, presidente e capo esecutivo del WSC, ha
riaffermato il proprio supporto ai governi in relazione alle azioni
finalizzate a mettere a punto un regime globale per le emissioni, ma
mette anche in guardia contro le sfide si presentano a monte.
"È difficile per tutta una serie di ragioni, fra cui
le differenze politiche, il fatto che la grande maggioranza delle
emissioni navali si verificano al di fuori del territorio di
qualsiasi governo, l'assenza di precedenti significativi.
Inoltre, si tratta di una questione difficile perché vi
sono molti approcci diversi in discussione, mentre è
probabile che emergano altre proposte" dichiara Koch.
Alcune fra le sfide identificate nel documento comprendono la
già accettata nozione della diversificazione delle
responsabilità fra nazioni sviluppate e nazioni in via di
sviluppo, nonché la complessità delle proposte dei
vari strumenti basati sul mercato finalizzati ad indurre nei vettori
condotte inerenti alla riduzione delle emissioni.
Le iniziative relative agli strumenti basati sul mercato
comprendono una tassa sul carburante, proposta dalla Danimarca, le
regole sul commercio dei crediti per inquinare come proposte
dall'Unione Europea e le proposte di accoglimento dei suggerimenti
sia del Giappone che degli Stati Uniti.
Quale che sia lo schema adottato, i vettori sono
comprensibilmente dell'opinione che esso debba essere universale e
non indebitamente gettato addosso ad un settore industriale già
in difficoltà. (da: ci-online.co.uk, 16.09.2009)
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