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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXI - Numero 15 MARZO 2013
TRASPORTO MARITTIMO
I TAGLI ALLA SPESA FEDERALE STATUNITENSE PROVOCANO RITARDI
NELLE ISPEZIONI AI CONTAINER
La CBP (Dogane e Protezione Frontiere degli Stati Uniti) ha
segnalato la possibilità di seri ritardi a causa dei tagli di
bilancio correlati alle attività di controllo dei contenitori
e gli altri carichi che entrano nei porti, ma i primi rapporti
suggeriscono che le attività sono normalmente operative sulle
principali coste, almeno per ora.
In una lettera spedita ai gruppi industriali dei proprietari
della merce e dei trasportatori in seguito ai tagli automatici alla
spesa federale entrati in vigore ai primi di marzo, il vice
commissario della CBP David Aguilar ha affermato che l'agenzia si
trova ad affrontare “pensionamenti, riduzione degli
straordinari ed il congelamento delle assunzioni, che equivalgono
alla perdita di diverse migliaia di funzionari della CBP presso i
nostri porti di ingresso, oltre a notevoli riduzioni dei nostri
budget e programmi operativi “.
Descrivendo la fase attuale come un “momento di
incertezza”, Aguilar avverte che potrebbero verificarsi seri
problemi per i viaggiatori ed i carichi.
Per questi ultimi, i tagli potrebbero comportare “il
decremento del livello di servizio nelle nostre operazioni relative
alle merci, fra cui l'aumento ed il potenziale inasprimento dei
ritardi nelle verifiche dei contenitori sino a cinque giorni o più
presso i principali porti, oltre a significative marce indietro
presso i porti frontalieri di ingresso”.
La CBP ha inoltre pubblicato un prontuario delle “priorità
dei carichi soggetti ai tagli” in cui si conclama che la
sicurezza non sarebbe stata compromessa, ma si dice che “la
CBP ha reindirizzato le risorse verso le sole funzioni di nucleo più
essenziali, mentre ha interrotto o rinviato certe attività
importanti ma meno determinanti, nel tentativo di ridurre le voci di
spesa”.
L'agenzia ha dichiarato di avere intenzione di convocare
conferenze settimanali al fine di aggiornare il settore in ordine
alla situazione.
Caricatori ed operatori dei carichi sono d'accordo sul fatto che
un ritardo di cinque giorni potrebbe comportare grandi intasamenti
presso i porti containerizzati e costerebbe denaro in più ai
caricatori nel contesto di un periodo economico già
difficile.
L'unica consolazione sarebbe che i singoli porti o caricatori
non dovrebbero preoccuparsi della possibilità che i porti
rivali possano soffiargli le attività, poiché ogni
porto statunitense sarebbe alle prese con lo stesso problema.
L'Autorità Portuale di New York e New Jersey ha riferito
che le operazioni sono state nella normalità e nell'ambito di
una dichiarazione ufficiale ha detto che avrebbe continuato a
monitorare la situazione.
Il governatore dello Stato del New Jersey Chris Christie non
sembra impressionato dalla minaccia che sarebbe rappresentata dai
tagli.
“Non penso che tagli nella misura di un centesimo per
dollaro possano comportare sei danni, fatta eccezione per qualche
dipendente federale che potrebbe essere licenziato” ha
dichiarato nel corso di una conferenza stampa.
I tagli sono pari a 85 miliardi di dollari USA, ovvero il 2,4%
del bilancio annuo federale pari a 3.600 miliardi di dollari USA, da
spalmarsi sui sette mesi da qui fino al 30 settembre prossimo.
Quasi la metà della somma riguarda la difesa, e sembrano
discrezionali le modalità con cui i tagli saranno gestiti.
Ciononostante, il settore dello shipping sta prendendo la cosa
sul serio.
Al di là dei ritardi per quanto riguarda le merci, il
settore marittimo ritiene che fra le possibili conseguenze dei tagli
al bilancio vi sianono anche la riduzione dei dragaggi di
manutenzione ed il peggioramento di alcune funzioni della Guardia
Costiera, fra cui le ricerche ed i salvataggi.
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