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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 31 LUGLIO 2017
CONFERENZE E CONVEGNI
TOC EUROPE CONTAINER SUPPLY CHAIN: SECONDO UN CONSULENTE
ALCUNI PORTI SUBIRANNO UN CATASTROFICO INSUCCESSO ECONOMICO
Secondo Lars Jensen, amministratore delegato della ditta di
analisi della navigazione di linea SeaIntelligence Consulting, che
ha parlato in occasione dell'evento TOC Europe Container Supply
Chain svoltosi ad Amsterdam, importanti porti containerizzati
potrebbero dover affrontare una crisi di investimenti che farà
sembrare piccoli i problemi sperimentati dal settore del trasporto
marittimo containerizzato negli ultimi anni.
Jensen ha avvertito i partecipanti all'evento che, con il gran
numero di navi portacontainer di grandissime dimensioni da
18.000-21.000 TEU in entrata nella flotta marittima globale, il solo
modo con cui gli operatori dei porti hub saranno in grado di
competere sarà quello di intraprendere notevoli progetti di
investimento, ma con poche garanzie di un ritorno sull'investimento.
"Temo che alcuni dei terminal subiranno catastrofici
insuccessi economici nel giro dei prossimi anni" afferma,
spiegando che i porti sono vulnerabili a causa del consolidamento in
corso fra i vettori, che a suo dire potrebbe continuare al di là
dell'odierno livello di concentramento.
"Nel 2015, dovremo confrontarci con un mercato in cui
saranno rimasti solo sei-otto vettori globali ed allo stesso tempo è
probabile che ci sarà stata una notevole riduzione del numero
dei vettori regionali di nicchia. Penso che fra pochi anni ci sarà
una discussione in ordine a come tutte queste navi portacontainer di
grandissime dimensioni non fossero proprio necessarie.
In conseguenza dello spostamento a cascata di unità tutti
i traffici stanno vedendo navi più grandi, il che significa
che se non ci sono i volumi per riempire quelle navi, ci saranno
sempre meno servizi in termini di frequenza: ma il problema è
che cosa si richiede in termini di investimenti nei porti; e se si
pensa che le linee di navigazione se la siano vista brutta nel corso
degli ultimi cinque anni, si guardi a cosa accadrà ai porti
nei prossimi dieci" afferma.
Jensen sostiene che ogni regione probabilmente ridurrà il
numero dei porti sino ad avere giusto pochi hub di trasbordo più
grandi. "È una situazione in cui si assisterà ad
una fantastica concorrenza fra porti hub: il risultato netto sarà
che alcuni porti saranno in grado di movimentare grandi numeri di
TEU, ma non avranno un singolo cliente.
Le linee di navigazione hanno acquisito 100 navi portacontainer
di grandissime dimensioni; si tratta di un investimento da 15
miliardi di dollari USA e questo significa che i porti si
ritroveranno bloccati in una gara che a loro proprio non piacerà,
ed essa sarà simile a quella in cui le linee di navigazione
stesse si sono ritrovate: una volta che una o due linee hanno
ordinato grosse navi, tutte quante hanno dovuto farlo, e questo ha
voluto dire che tutti quanti hanno perso perché ciò ha
creato così tanto eccesso di capacità.
I porti adesso si trovano di fronte alla stessa cosa: devono
investire in strutture in grado di movimentare molteplici navi
portacontainer di grandissime dimensioni per molteplici
allacciamenti e devono fare tali investimenti solo per avere un
posto a tavola.
L'amministratore per porti e trasporto marittimo
dell'International Transport Forum dell'OCSE, Olaf Merk, ha
dichiarato che il mercato del trasporto marittimo di linea
assomiglia sempre più ad un monopsonio (una situazione di
mercato in cui c'è un solo compratore) e che ciò
potrebbe comportare una maggiore pressione sui ricavi: "Se i
porti hanno meno clienti, ciò che quei clienti apportano
individualmente ai porti saranno volumi più grandi, il che
significa che essi avranno maggiori sconti".
Ogni consolidamento di vettori significa che la rinegoziazione
con i terminal parte a livello delle tariffe più basse. Nel
contempo, i vettori mettono in gioco porti e terminal l'uno contro
l'altro con la minaccia di dirottarsi su altri porti e richiedendo
tariffe più basse e più infrastrutture per non
concretizzare tale minaccia" afferma Jensen.
E questo alla fine andrebbe ad impattare sui caricatori: "C'è
un declino dei porti minori, Amsterdam ha abbandonato il mercato del
trasporto marittimo a lungo raggio ed altrettanto hanno fatto molti
dei terminal di Zeebrugge: ciò lascia minori possibilità
di scelta ai caricatori e filiere distributive meno flessibili".
Tuttavia, l'analista senior dei porti alla Drewry, Neil Davidson, ha
ricordato ai partecipanti che l'attività dei porti è
attualmente assai redditizia, tanto che quasi ogni importante
impresa portuale riferisce il conseguimento di margini relativi agli
utili prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e
degli ammortamenti.
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