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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXVI - Numero 28 FEBBRAIO 2018
TRASPORTO FERROVIARIO
LA STRATEGIA FERROVIARIA EUROPA-CINA DEVE SFRUTTARE IL
POTENZIALE DELLA VIA DELLA SETA MERIDIONALE
La prevalente attenzione alla tratta settentrionale di trasporto
merci ferroviario Europa-Cina sminuisce le possibilità
offerte dall'Europa meridionale e da altre diverse economie
asiatiche, afferma il Prof. Richard Griffiths, uno dei principali
esperti mondiali della Via della Seta.
Il suo libro, "Revitalising the Silk Road"
(2017), è considerato uno degli studi più avanzati in
ordine all'intero progetto della Via della Seta, con la sua rigorosa
analisi delle motivazioni del governo cinese per l'attivazione
dell'iniziativa della Via della Seta.
Il Prof. Griffiths condividerà alcune delle sue
osservazioni quando parlerà in occasione del summit
ferroviario Silk Road Gateway Poland che si svolgerà
in Polonia dal 20 al 21 marzo prossimo.
Risalendo al 2013, il Prof. Griffiths aveva effettuato una serie
di ricerche in Cina nell'ambito del Silk Road Centre of European
Studies.
È stato questo lavoro che lo ha gradualmente convinto ad
iniziare ad esaminare da vicino le questioni pratiche di cosa stesse
realmente avvenendo localmente in Cina.
Sempre in quel periodo, mentre insegnava in scuole estive a
Pechino, assisteva all'evoluzione dei nuovi collegamenti ferroviari
ad alta velocità che spuntavano nel paese.
Tratte terrestri
"Ho scritto un articolo in cui dicevo 'Attenti, questi
treni stanno arrivando, così forse noi (l'occidente) dovremmo
iniziare a pensare a realizzare queste tratte terrestri'.
Questo accadeva una settimana prima che il Presidente Xi Jinping
facesse il suo famoso discorso relativo all'apertura della Nuova Via
della Seta" afferma Griffiths, che è professore emerito
degli studi internazionali presso l'Università di Leida nei
Paesi Bassi.
"La domanda per me era questa: che cosa sta succedendo
realmente? Che cosa stanno facendo i cinesi? Che cosa significa
tutto ciò?" afferma.
"E tutto quello che leggevo si riferiva alle intenzioni
della Cina; ad esempio: si tratta di una forma di imperialismo
invisibile, e a spese di chi, e quali sono le sue conseguenze
geopolitiche?
Ma nessuno rispondeva alle mie domande.
Nessuno diceva che cosa ciò significasse in termini di
velocità dei traffici e dei costi reali della realizzazione
della Via della Seta.
Così alla fine pensai che siccome nessuno rispondeva a
queste domande che ponevo, avrei dovuto fare da me e scrivere il
libro".
Griffiths perora la causa che per la Cina la Via della Seta sia
tutto fuorché una cosa: il potere.
Non tanto il potere in termini di influenza quanto il potere
riguardo all'energia: "Il libro sostanzialmente chiede: che
cosa sta facendo esattamente la Cina con questa iniziativa "Cintura
e Via" e quali sono le sue probabili implicazioni per i paesi
che vi sono coinvolti, anziché quali sono le intenzioni della
Cina nei confronti degli Stati Uniti e riguardo al divenire una
potenza globale?".
Preponderante attenzione
A questo proposito, il suo ragionamento è che mentre la
visione della Cina è onnicomprensiva, sono i paesi e le
istituzioni politiche dell'Unione Europea che hanno bisogno di fare
di più per presentare un piano che sostanzialmente integri la
visione portata avanti dalle loro controparti in Estremo Oriente.
Ed in parte ciò significa riconoscere che la
preponderante attenzione sul tradizionale asse di trasporto merci
settentrionale che è divenuto così in voga presso i
paesi che movimentano merci alla volta della Cina è solo una
delle opzioni.
C'è un enorme potenziale inutilizzato lungo la tratta
meridionale.
Quest'ultima comprende la Turchia, con la sua posizione unica a
cavallo di due continenti, attraversa l'Iran ed oltrepassando le
frontiere di Pakistan, Afghanistan ed India raggiunge la Cina.
"Ritengo che ci siamo un po' fissati con questo 'treno
merci bilaterale Europa-Cina' in modo esclusivo, almeno a livello di
discorsi, ed ignoriamo il grande potenziale presente altrove
conseguibile ampliando questa idea dell'Europa raggiungibile
mediante la Via della Seta" ha dichiarato.
Energia e condotti
È interessante notare come il Prof. Griffiths offra il
punto di vista che nel quadro d'insieme la ferrovia non sia così
importante per la Via della Seta come si pensa.
"Se si guarda bene, ci sono diverse cose che spiccano.
Una è che le ferrovie in realtà non hanno molto a
che fare con essa.
Tutti questi treni sono finanziati dal governo locale cinese e
viaggiano su binari già esistenti.
Gran parte della spesa al momento attuale se ne va in
elettricità, generatori elettrici, energia idro-elettrica e
così via.
La mia ipotesi è che se si dovesse assistere ad una
interruzione della sponsorizzazione della banca statale cinese, per
lo più avverrebbe nel settore dell'energia.
Energia e condotte".
Ciò detto, Griffiths ritiene fermamente che per tutti i
soggetti interessati che cercano di dare impulso all'elemento del
trasporto merci ferroviario resti un vuoto incolmabile di
opportunità che non vengono colte per nulla con lo slancio
della tratta settentrionale.
Quest'ultima porta i treni dalla Cina attraverso l'oramai
familiare corridoio del Kazakhistan, della Russia, della Bielorussia
e della Polonia - lo scenario dell'imminente summit - alla volta
delle capitali dell'Europa occidentale e dei fondamentali porti del
Mare del Nord.
"Se si pensa a tutti questi treni-blocco che vanno dalla
Cina alle città europee, i primi in realtà sono stati
effettuati dalla Corea al Kazakhistan, quando la Corea inviava parti
di auto ad Almaty" afferma il Prof. Griffiths.
"Già in Asia centrale la gente aveva iniziato a
parlare di una tratta commerciale fra, per dire, il Kazakhistan e
l'Iran.
Così nel mezzo di questo quadro d'insieme di tratte
settentrionali che sbucano in Polonia ed oltre, sotto sotto si sta
già iniziando ad intersecare il reticolato di tratte più
piccole".
Il quadro d'insieme
Griffiths ritiene che sia il momento per i soggetti interessati
di iniziare a pensare in modo diverso in termini di opportunità
da sfruttare.
"Nessuno 'possiede' la Via della Seta, ma la gente se ne
serve in modi diversi e pertanto io penso che occorra adottare
quella mentalità ed iniziare a dire: OK, invece di inviare i
nostri treni attraverso 5.000 miglia di paesaggio sostanzialmente
vuoto, c'è un sacco di gente che vive in Turchia, poi si va
in Iran, e se si riesce far sì che le proprie merci scendano
ulteriormente a sud si può iniziare a raggiungere il mercato
indiano con i suoi numeri" dichiara il professore.
"Bisogna iniziare a pensare in quei termini e dare
un'accelerata attraverso tutte queste barriere amministrative allo
scopo di cominciare davvero a stimolare le iniziative, cosa che gli
europei sono bravi a fare e fanno da lungo tempo".
Globalizzazione
Pertanto, il Prof. Griffiths pensa che la Via della Seta, come
idea, possa già essere considerata un successo o stiamo
ancora assistendo ad un progetto alle prime armi che non è
ancora del tipo 'tutto ciò che potrebbe essere'?
"Penso che si tratti di un successo, è in fase di
sviluppo" ha affermato.
"La vecchia Via della Seta ha portato le merci in
prossimità delle città, le città hanno
lastricato le strade nelle vicinanze e allestito mercati e posti in
cui i mercanti potessero stare e commerciare.
Nessuno ha costruito la Via della Seta in questo senso, essa era
solo "là" e veniva utilizzata.
Ed in qualche modo lo stiamo già facendo: la chiamiamo
globalizzazione e regionalizzazione.
Il grande problema che presenta la Via della Seta è che
la sua parte superiore è vuota, mentre la parte mediana
meridionale è piena di poveri.
Ci sono economie che stanno crescendo ed opportunità che
stanno crescendo e noi non abbiamo calibrato le nostre menti né
abbiamo pensato a tale concettualizzazione, ma essa si sta
verificando in ogni caso.
Le ditte occidentali stanno costruendo porti terrestri e
marittimi in tutto il mondo così come fa la Cina.
Ma il progetto della Cina è denominato Cintura e Via,
mentre noi sminuiamo i nostri.
Così al momento noi "ci siamo" ma in modo tale
da rimanere sulla difensiva e non esistono discorsi per rispondere
davvero alla visione cinese: la superba immagine consistente
nell'avere una Via della Seta che metta assieme tutto quanto".
Corridoi TEN-T
Griffiths inoltre sottolinea un'interessante anomalia relativa
all'Europa in ordine a chi sono i membri e beneficiari considerati
dalla Nuova Via della Seta: "La Cina afferma che la Via della
Seta comprende 64 paesi, fra i quali sono inclusi i nuovi membri
dell'Europa orientale ma non gli altri paesi rimanenti.
Ma chi sta costruendo le strade, le ferrovie, i centri in quei
paesi europei nuovi membri? L'Unione Europea".
Questo, asserisce, è un cerchio che ha bisogno della
quadratura.
"Fondamentalmente esistono due progetti in Europa orientale
inerenti alle infrastrutture.
Uno è il Fondo di Coesione e l'altro è quello dei
Corridoi TEN-T.
Si suppone che il progetto TEN-T si concentri sulle tratte dei
traffici internazionali, mentre il Fondo di Coesione ha a che fare
con la promozione dello sviluppo.
Quello che sta accadendo è che in realtà non
stiamo concentrando i fondi.
Esiste a stento qualche ferrovia che viene realizzata in Europa
orientale utilizzando i fondi TEN-T.
Tutti quanti costruiscono strade: e perché?
Perché il TEN-T dà solo un massimo del 20-20 per
cento rispetto alla spesa, mentre il Fondo di Coesione dà
circa l'80%.
Così, se si dovesse scegliere, la gente potrebbe dire
"OK, posso costruire qualche strada nazionale ma perché
dovrei costruire una ferrovia transfrontaliera che nessuno dei miei
elettori aspetta davvero?
Ci sono colli di bottiglia lungo questi attraversamenti
transfrontalieri e sono necessari miglioramenti.
Se questo traffico ferroviario veramente dovesse iniziare a
crescere molto, ci sarebbero problemi di capacità qui al
terminale europeo".
Conclude Griffiths: "Abbiamo bisogno di imparare a lavorare
assieme, iniziare a pensare in modo strategico e, ciò che più
importante, iniziare ad agire in modo strategico".
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