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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXVI - Numero 15 SETTEMBRE 2018
TRASPORTO STRADALE
I PRODUTTORI DI CAMION RIGETTANO I LIMITI ALLA CO2 FISSATI
PER LA PRIMA VOLTA DALL'UNIONE EUROPEA
La proposta della Commissione Europea di imporre un taglio del
15% alle emissioni di CO2 dei camion entro il 2025 è
eccessivamente ambiziosa, secondo l'associazione di categoria ACEA,
la quale afferma che un obiettivo del 7% sarebbe più
realistico alla luce delle tecnologie attualmente disponibili.
L'organo esecutivo dell'Unione Europea ha rivelato il primo
obiettivo di sempre del blocco europeo per le emissioni dei camion a
maggio nel contesto di un approccio in due fasi che conduce al 2030,
quando la Commissione si propone di puntare ad un obiettivo di
riduzione della CO2 a cui aspirare del 30%.
"Tutti i settori devono contribuire a rispettare i nostri
impegni sul clima ai sensi dell'Accordo di Parigi" ha
dichiarato il commissario per il clima Miguel Arias Cañete
rivelando la proposta a maggio, insistendo sul fatto che l'obiettivo
intermedio del 2025 possa essere raggiunto con l'attuale tecnologia.
Ma l'ACEA, anche se supporta l'approccio graduale, afferma che
l'obiettivo vincolante del 2025 dovrebbe essere rivisto verso il
basso.
"Dato lo stato del mercato e della tecnologia odierni, una
riduzione del 7% della CO2 entro il 2025 troverebbe il
giusto equilibrio fra l'essere sia ambiziosi che realistici"
afferma l'ACEA in un documento programmatico pubblicato il 27
agosto.
Entro il 2030, essa suggerisce un obiettivo di riduzione del
16%: quasi la metà del 30% proposto dalla Commissione.
Inoltre, la programmazione di una revisione intermedia nel 2022
consentirebbe altresì un adeguamento verso il basso
dell'obiettivo del 2030, e non verso l'alto, essa sostiene.
La principale argomentazione dell'ACEA è che i produttori
di camion stanno già ponendo in atto provvedimenti per il
taglio della CO2 laddove possibile poiché le emissioni sono
strettamente correlate al consumo di carburante, che costituisce il
più importante singolo fattore di vendita per i camion.
Secondo l'associazione di categoria, il carburante rappresenta
il 30% circa dei costi degli autotrasportatori.
I camion hanno anche un ciclo vitale più lungo di quello
delle automobili - quasi sei volte di più - e pertanto ci
vuole più tempo per sostituirli.
Pesanti sanzioni
Il settore è particolarmente preoccupato in ordine alle
ammende previste per i produttori nel caso che gli obiettivi di CO2
non vegano rispettati e sostiene che la Commissione ha definito i
propri obiettivi relativi al 2025 e 2030 facendo un confronto fra le
emissioni di CO2 dei furgoni con quelle dei camion,
misurate in grammi di CO2 per km.
Tuttavia, l'ACEA afferma che "questo confronto è
fuorviante, dato che un camion pesante che trasporta un carico
maggiore è più efficiente di uno leggero" e
dovrebbe perciò essere misurato in grammi di CO2
per tonnellata-km.
La MAN, produttore tedesco di camion, ha calcolato che la
sanzione proposta di 6.800 euro per ogni grammo in eccesso di
CO2/tonnellata-km aggiungerebbe rapidamente costi per i
produttori nell'ordine di "milioni a tripla cifra", cosa
che per alcuni di loro potrebbe comportare la minaccia del
fallimento.
"I camion non sono semplicemente grosse auto" sostiene
la ACEA, rigettando l'approccio della Commissione come
eccessivamente semplicistico.
"I veicoli pesanti sono strumenti aziendali appartenenti a
professionisti che, a scopi commerciali, sono sempre alla ricerca
del veicolo dalle migliori prestazioni, tenendo conto del consumo di
carburante e dell'efficienza" afferma.
Il 20 agosto il Parlamento Europeo dà il calcio
d'inizio al dibattito
La posizione ufficiale dell'ACEA giunge qualche giorno prima che
il Parlamento Europeo avvii le discussioni in ordine alla proposta
di limitare le emissioni di CO2 dei camion.
Bas Eickhout, un legislatore olandese, presenterà la
propria bozza di relazione alla commissione per l'ambiente del
Parlamento il 29 agosto.
Eickhout, vulcanico parlamentare europeo del partito politico
dei Verdi, ha richiesto una determinata azione dell'Unione Europea
alla luce dell'inquinamento provocato dai diesel e del cambiamento
climatico, e vorrebbe far aumentare il proposto obiettivo di
riduzione della CO2 della Commissione sino a -25% da qui
al 2025, salendo poi a -45% entro il 2030.
Questa posizione è supportata da un gruppo di quattro
paesi dell'Unione Europea - segnatamente i Paesi Bassi, l'Irlanda,
la Lituania ed il Lussemburgo - che ha inviato una lettera alla
Commissione all'inizio di quest'anno, richiedendo un obiettivo di
CO2 per i camion di almeno il 24% per il 2025 e del
35-45% per il 2030.
Anche la Francia ha richiesto "obiettivi ambiziosi" ma
non ha fornito cifre nello specifico.
Il parlamentare europeo olandese ha inoltre chiesto una "quota
obbligatoria minima di veicoli a zero e basse emissioni per ogni
produttore sia nel 2025 che nel 2030".
Per quella data, a suo dire tutti i nuovi autobus immessi nel
mercato dell'Unione Europea dovrebbero essere ad emissioni zero.
"Il mercato dei camion per le consegne regionali ed urbane
ad emissioni zero sta rapidamente cambiando" sostiene Eickhout
nel suo rapporto, affermando che ci si aspetta che quei veicoli
raggiungano la parità di costo con il diesel in Europa "nel
giro dei prossimi cinque anni".
C'è "un chiaro interesse ambientale ed economico a
commercializzare tali veicoli appena saranno disponibili"
dichiara Eickhout, sostenendo che una minima quota assicurerà
la certezza degli investimenti per la rapida adozione degli autobus
elettrici nell'Unione Europea".
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