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Le autorità portuali dello Sri Lanka cercano di frenare la fuga di traffico dal porto di Colombo
Il 1° marzo è entrato in vigore un programma di incentivi basato su tagli alle tariffe, promozione e incremento della produttività
11 marzo 1999
Le autorità marittime dello Sri Lanka avvertono sempre più chiaramente la concorrenza che altri porti della regione stanno facendo con sempre maggior pressione al porto di Colombo. Tra gli scali che erodono traffico a Colombo, si avverte soprattutto il pericolo rappresentato da quello di Salalah, il cui nuovo container terminal ospiterà le portacontainer della Maersk e della Sea-Land (inforMARE del 5 marzo). Lo Sri Lanka ha reagito a questo incremento di competitività dotando il porto di Colombo di un programma di incentivi che è entrato in vigore il 1° marzo. Il piano è suddiviso in tre punti cardine, che riguardano i prezzi, la promozione e la produttività.
I traffici di transito a Colombo sono calati nel 1998 a 1,19 milioni di teu (meno 3,4 per cento), e l'autorità portuale prevede una contrazione maggiore quest'anno, con un calo che in gennaio si è già fatto sentire pesantemente (meno 10,8 per cento).
La nuova politica portuale prevede rimborsi sulle tariffe per quei caricatori che sottrarranno merci ai porti dell'India orientale, portandoli a Colombo. Inoltre verrà aperto un nuovo ingresso al porto nella parte settentrionale, che ora è chiuso per ragioni di sicurezza: attualmente il porto ha infatti una sola entrata, e qualche volta le navi devono fare la fila prima di raggiungere la banchina a cui sono assegnate.
Il piano di recupero del traffico prevede inoltre una migliore organizzazione dei turni di lavoro dei portuali, sempre con l'intento di evitare la congestione del traffico.
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