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Il presidente dell'ente portuale di Zeebrugge mette in forse la costruzione delle due nuove darsene sulla riva sinistra dello Schelda
Schierandosi a fianco degli ecologisti e degli abitanti del villaggio di Doel, che dovrebbero far posto alla costruzione della seconda darsena portuale, afferma che tutto il maggior traffico che Anversa si attende e che ha dato luogo ai progetti contestati, potrebbe far capo a Zeebrugge
16 giugno 2000
I dubbi e gli interrogativi sul futuro della riva sinistra dello Schelda, sede di importanti progetti che dovrebbero tradursi nella realizzazione di due darsene soggette a movimenti di marea (inforMARE dell'8 giugno), sono stati sciolti. Il governo fiammingo ha confermato la politica della precedente formazione governativa sul piano di settore della zona: la prima darsena, di cui sono già stati iniziati i lavori, verrà realizzata; le espropriazioni delle case del villaggio di Doel, su cui sorgerà la seconda darsena, saranno effettuate come previsto, ma gli abitanti potranno continuare a vivere nelle loro case finché non verranno iniziati i lavori per costruire i nuovi impianti portuali.
Contro le decisioni del governo si battono da tempo gli ecologisti e, naturalmente, gli abitanti del villaggio di Doel che hanno fondato un'associazione tesa a difendere i loro diritti.
La polemica infuria da tempo, ma ora ecologisti e abitanti di Doel hanno trovato un insperato, autorevole - e, aggiungiamo noi, interessato - alleato nel Maatschappij van de Brugse Zeevaartinrichtingen N.V. (MBZ), l'ente che amministra il porto di Zeebrugge.
Perché distruggere un villaggio e le speranze di tante persone per ottemperare alla necessità di creare nuovi container terminal, afferma il presidente dell'MBZ Fernand Traen, quando pochi chilometri dalla foce dello Schelda esiste un porto come quello di Zeebrugge che dispone di una grande riserva di capacità e che può accogliere tutto il traffico che il porto di Anversa prevede di dover svolgere oltre a quello attuale nei prossimi anni?. A Zeebrugge, prosegue il presidente dell'MBZ, vi è il container terminal OCHZ, la cui proprietà è divisa equamente tra Hessenatie e società nazionale ferroviaria SNCB, che è occupato nella misura del 65%. Ma vi è anche il Flanders Container Terminal, che nonostante i numerosi anni d'attività ha un grado d'occupazione che si può definire irrisorio. E tutti i terminal hanno fondali di 16 metri, in grado di accogliere le grandi portacontainer in esercizio. Si tratta di installazioni portuali pronte e sperimentate, in grado di accogliere il traffico che verrà e che non dovrà essere la causa determinante della distruzione delle speranze di tante famiglie che hanno il torto di abitare sulla sponda sinistra dello Schelda.
Inutile dire che gli abitanti di Doel, ma soprattutto il partito ecologista belga hanno accolto le parole del presidente dell'MBZ come manna dal cielo e si preparano ad affrontare il governo con armi sempre più affilate.
La costruzione della seconda darsena, e la prosecuzione dei lavori per costruire la prima, ora non sembrano più tanto più certe.
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