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Entro il 2010 la carenza di ufficiali nella flotta mondiale salirà a 46.000 unità
E' necessario rilanciare l'immagine del lavoro marittimo - ha detto l'ammiraglio Pollastrini - con campagne di sensibilizzazione per promuovere l'occupazione, offrendo tra l'altro posti di lavoro a terra dopo un certo numero di anni in mare
18 dicembre 2001
Nel corso del suo intervento alla cerimonia di consegna delle oltre 200 medaglie d'onore di lunga navigazione assegnate a marittimi iscritti nelle matricole della gente di mare della Capitaneria di Porto di Genova, che si è svolta oggi nel capoluogo ligure, il direttore marittimo della Liguria e comandante della Capitaneria di Porto di Genova, ammiraglio Raimondo Pollastrini, ha sottolineato la carenza di ufficiali che grava sul mondo della navigazione marittima.
Nella sua relazione, che pubblichiamo nella rubrica "Forum dello shipping e della logistica", Pollastrini ha ricordato che la carenza di ufficiali nelle flotte mondiali è pari attualmente al 4% della forza lavoro totale (16.000 ufficiali) e che dovrebbe diventare del 12% entro il 2010 (46.000 ufficiali). Anche l'Unione Europea si trova ad affrontare lo stesso problema, ma in maniera ancora più acuta con una carenza di 13.000 ufficiali nel 2001, che dovrebbe aumentare a 36.000 circa nel 2006.
La Commissione Europea - ha detto Pollastrini - ha analizzato approfonditamente la questione e, nel sottolineare come alcune associazioni armatoriali e alcuni Stati membri abbiano adottato poche, isolate e insufficienti misure per fronteggiare il problema, ha anche individuato le cause e indicato le misure necessarie per invertire la tendenza. Oggigiorno - ha specificato l'ammiraglio - la carriera dei marittimi è considerata sempre meno allettante dal punto di vista finanziario e sociale, rispetto alle posizioni di terra. I giovani sono sempre meno disposti a passare lunghi periodi in mare lontani dai familiari, dai figli, dagli amici. La possibilità di esplorare il mondo e di visitare nuovi Paesi non esercita più il richiamo di una volta anche perché le navi sostano sempre meno nei porti, grazie alle nuove tecniche di imbarco/sbarco di merci o addirittura svolgono la propria attività commerciale interamente fuori dal porto. Per di più le navi moderne hanno equipaggi sempre più ridotti con componenti che appartengono a Paesi diversi e a gruppi linguistici diversi con tutti gli effetti di isolamento sociale che ne conseguono.
Per invertire la tendenza - ha proposto Pollastrini - sarà quindi necessario rilanciare l'immagine del lavoro marittimo con campagne di sensibilizzazione per promuovere l'occupazione, offrendo tra l'altro posti di lavoro a terra dopo un certo numero di anni in mare.
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