L'assemblea annuale degli spedizionieri genovesi, come tradizione, è un punto fermo nel panorama economico-portuale di Genova, un appuntamento irrinunciabile per capire gli umori degli operatori che lavorano per il porto e che fanno lavorare il porto. Come di consueto la relazione del consiglio direttivo dell'associazione e del suo presidente tasta il polso del mercato marittimo-portuale, per rilevarne la vitalità. Mai come quest'anno l'analisi degli spedizionieri, che pubblichiamo nella rubrica "Forum dello shipping e della logistica", fotografa lo stato attuale di Genova e del suo porto.
La città, uscita dal palcoscenico mondiale del G8 dello scorso luglio, cerca di trovare nuove occasioni per proseguire sulla strada dello sviluppo sociale ed economico. Il 2004, quando Genova sarà capitale europea della cultura, può essere solo una tappa di crescita, e non un traguardo. Il porto è più indietro. Al porto manca un G8. La crescita dei traffici registrata negli ultimi anni ha solo mascherato problemi che lo scalo si trascina da anni. Nella sua relazione, il presidente Enrico Cutillo ricorda i cronici ritardi nella progettazione e nella realizzazione di strutture portuali e di infrastrutture di collegamento con i mercati. Il piano regolatore portuale prevede interventi che lo scalo genovese attende da dieci anni. Nodo autostradale e collegamenti ferroviari necessitano di interventi che avrebbero dovuto essere attuati vent'anni fa. La città ha trovato un primo slancio nel G8, grazie anche ai fondi messi a disposizione per l'evento. Al porto di Genova manca un obiettivo ambizioso. Anzi no, l'obiettivo c'è, come ha puntualmente rilevato Cutillo. E' l'insediamento di un terminal dedicato della Maersk Sealand nel porto di Voltri. Infrastrutture portuali e di collegamento, nuove linee, short sea shipping possono garantire una crescita graduale ed organica. Ma non basta. I dissidi cittadini sul "caso Maersk" - ha ricordato Cutillo - sono stati riportati sulla stampa internazionale come "il tentato suicidio di una città portuale". Non è vero. Genova, come città portuale, si è suicidata anni fa, quando avrebbe dovuto programmare e realizzare le opere e le attività che gli spedizionieri hanno elencato oggi pomeriggio nella Sala delle Grida del Palazzo della Borsa. La città ha iniziato a risvegliarsi recentemente. Il porto ha mosso qualche passo, recuperando poche forze e non il vigore di anni fa. Il porto ha bisogno di un suo G8. Sarà la Maersk Sealand?
Bruno Bellio
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