Recentemente l'Autorità Portuale di Genova, su iniziativa del suo presidente Giovanni Novi, ha chiesto i piani d'impresa al Voltri Terminal Europa (VTE) per valutare se i suoi volumi d'attività sono congrui con la consistenza delle aree ottenute in concessione e, ancor più, per verificare se il sesto modulo del terminal, in via di completamento, dovrà essere assegnato alla stessa società terminalista, che fa parte del gruppo PSA di Singapore, oppure ad altri operatori. Tra i candidati ci sono i gruppi armatoriali COSCO, Maersk ed Evergreen.
Giovanni Novi, a cui piacerebbe che alla gestione dell'area crocieristica del porto di Genova partecipassero le principali compagnie del settore, auspica che lo stesso avvenga nel comparto delle merci e sta cercando di scovare aree portuali poco utilizzate da assegnare a nuovi operatori. Certo il porto di Genova è grande, ma è facile individuare quali siano le poche aree di interesse per i grandi gruppi armatoriali.
Il sesto modulo del terminal di Voltri sta per diventare operativo. L'area è ambita dai principali gruppi del comparto dei container e la port authority probabilmente ritiene che questo interesse possa sollecitare PSA a stringere alleanze con questi operatori che consentano di sviluppare ulteriormente i traffici del terminal e di soddisfare, almeno in parte, gli appetiti dei grandi vettori mondiali nei confronti del porto di Genova.
L'Autorità Portuale non ha chiesto i piani d'impresa solo al VTE, ma a tutti gli operatori che hanno in concessione aree nello scalo ligure, hanno sottolineato stamani il presidente di Assindustria Genova, Marco Bisagno, il presidente di Assiterminal, Luigi Negri, e il responsabile di Assindustria per porto e logistica, Alfonso Clerici. I tre rappresentanti dell'economia genovese sedevano al fianco di Saskia Kunst, manager di PSA Sinport, la società che gestisce il VTE e che ha indetto la conferenza stampa nella sede dell'associazione degli industriali genovesi per spiegare la sua posizione sulle attuali vicende del porto e le prospettive future del terminal.
Negri, che con la sua Southern European Container Hub (SECH) gestisce il terminal genovese di Calata Sanità ed è quindi il principale concorrente del VTE nello scalo ligure, si è schierato con decisione a difesa della società terminalista del gruppo PSA: «abbiamo la fortuna - ha detto - di avere nel porto di Genova probabilmente il miglior terminalista di tutto il mondo». Nell'ultimo Comitato Portuale, svoltosi lunedì scorso (
inforMARE del
20 dicembre 2004), nel corso del quale è stato esaminato il caso del sesto modulo di Voltri, «siamo stati portati - ha detto Negri - ad analizzare una certa situazione». Per il leader del SECH e di Assiterminal non ci sono dubbi: «chi conosce il mestiere - ha sottolineato - sa che non è possibile separare il sesto modulo dal VTE», una separazione che - ha precisato - determinerebbe problemi tecnici e diseconomie e «danneggerebbe anche l'operatività attuale».
Negri ha ricordato anche quanto il porto debba ad alcuni operatori che, negli anni bui, hanno scommesso sul suo futuro: «undici anni fa - ha detto - non c'era un cristiano che volesse investire sul porto di Genova. Per due volte il bando internazionale per Calata Sanità era rimasto deserto. Poi alcuni operatori si sono assunti questo rischio». Secondo Negri i problemi sono altri: «siamo aspettando da qualche annetto che il piano regolatore portuale sia messo in pratica». «Il piano regolatore portuale ormai raggiunge i dieci anni e non è stato posato un granello di sabbia».
«Il traffico che c'è nel porto di Genova - ha aggiunto Negri - è del porto di Genova. Per noi non c'è differenza tra un container grigio ed uno rosso». «Certi traffici - ha osservato - non possono andare via da Genova, non possono andare a Barcellona o Marsiglia». Ma i terminalisti hanno bisogno delle condizioni per poter operare: «vorremmo - ha spiegato - che ci si lasciasse lavorare in serenità, noi riteniamo di lavorare bene».
Gli operatori delle banchine genovesi sono a fianco del VTE: «siamo contenti - ha confermato Alfonso Clerici - che dal clima torrido nato verso Voltri si sia creata un'unione di tutti i terminalisti da Sampierdarena a Voltri».
Un'unione tra terminalisti che Negri spera sfoci in un'unione tra le associazioni che li rappresentano, portando sono un'unica casa operatori ora suddivisi tra Assiterminal e Assologistica: «divisi - ha sostenuto - non abbiamo peso, uniti invece sì». Negri ha esteso esplicitamente l'invito anche al gruppo Eurogate, presente in Italia attraverso Contship Italia.
A dichiararsi «entusiasta di quello che sta succedendo» è il presidente di Assindustria: «ciò significa - ha spiegato Bisagno - che il porto interessa». Pur sottolineando che quella di Novi è un'azione dovuta, il presidente degli industriali genovesi ha sottolineato che «ogni azienda ha dei diritti, ogni azienda ha fatto degli investimenti».
Da parte sua Saskia Kunst non raccoglie la sollecitazione dell'authority portuale a prendere in esame possibili alleanze o, ancor meno, nuovi soci: «ci piace - ha spiegato - decidere in massima autonomia». «Il sesto modulo - ha precisato - è distaccato da eventuali alleanze e riteniamo che sia nostro». Ciò - secondo il manager di PSA Sinport - «sotto il profilo giuridico è assolutamente chiaro».
Saskia Kunst ha annunciato che nel 2004 il VTE ha totalizzato un incremento del 4% del traffico container rispetto allo scorso anno ed ha precisato che il piano impresa di VTE è già in mano all'Autorità Portuale, da cui è attesa un'approvazione. «La società - ha aggiunto - ha investito 170 milioni di euro dal 1992. Il gruppo è intenzionato a rimanere a Genova e ad investire: abbiamo pronto un piano di investimenti di 50 milioni di euro per i prossimi anni per nuovi mezzi di piazzale, nuovi mezzi di banchina e sistemi informatici. Nel periodo luglio 2003 - luglio 2005 saranno assunte 100 nuove persone e sono circa 550 le persone occupate alla fine del 2004». Kunst ha però ribadito che «le scelte commerciali ci piace farle nella massima libertà»; inoltre ritiene che «i 15 ettari del sesto modulo siano parte integrante della concessione del VTE» e che «il terminal sia indivisibile».
Bruno Bellio