Stamani il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, ha incontrati i vertici dell'Autorità Portuale di Genova, di Stazioni Marittime Spa e della società Ente Bacini per discutere dei problemi di sviluppo del porto e per analizzare gli interventi più urgenti da attuare. In particolare - spiega una nota della port authority - Burlando ha chiesto ai vertici dell'Autorità Portuale di cercare di anticipare il più possibile i tempi di costruzione del terminal contenitori di Calata Bettolo e del VI bacino di carenaggio. Inoltre il presidente della Regione ha sollecitato l'Autorità Portuale a individuare uno spazio acqueo dove far confluire tutto il materiale di risulta proveniente dai futuri cantieri del nodo ferroviario di Genova, del Terzo Valico, della gronda autostradale e dello scolmatore del Bisagno.
È stata affrontata - comunica l'ente portuale - anche una lettura dell'affresco di Piano per lo sviluppo del porto, mettendo in evidenza alcuni punti che necessitano approfondimenti tecnico-operativi.
L'architetto Renzo Piano ha messo in subbuglio le istituzioni cittadine annunciando ieri, dal suo eremo sulle alture del ponente genovese, il desiderio di farsi da parte e di abbandonare la sua ipotesi progettuale per il waterfront di Genova, sconfortato dagli ostacoli frapposti al suo disegno.
Burlando ha ribadito oggi la piena fiducia a Piano ed altrettanto hanno fatto altri rappresentanti delle istituzioni genovesi.
Da parte nostra non possiamo che ribadire le perplessità già espresse un anno fa, in occasione della presentazione dell'affresco dell'architetto (
inforMARE del
25 maggio 2004). Perplessità suscitate dall'impressione che il disegno di Piano sia incentrato sulla città, non sul porto. Perplessità confermate dalla presentazione dell'architetto: di fronte all'immane compito di ridisegnare interamente in pochi giorni un'entità complessa come quella portuale, Piano si era compiaciuto della decisione di aver assegnato a due collaboratori il compito di individuare precisamente la collocazione di ogni albero da impiantare nelle aree verdi tra l'area portuale e la città. Due settimane per stabilire dove disporre 12.540 alberi, tra cui le palme che tanto piacciono all'architetto, come quelle che aveva posizionato sul plastico del suo progetto per il Porto Antico di Genova e che ora tristemente sopravvivono in quell'area schierate in file ordinate, incapaci di fare ombra a se stesse, tantomeno ai turisti.
Eravamo perplessi. Forse, dopo aver risolto gli enormi problemi determinati dallo spostamento a mare di un aeroporto, dal trasferimento in blocco dell'intera area delle riparazioni navali e dell'area petrolchimica, dopo aver progettato i collegamenti infrastrutturali necessari per la sopravvivenza del nuovo porto, a Renzo Piano era rimasto sufficiente tempo per definire l'esatta collocazione degli alberi.
Alcuni dicono che non si può abbandonare l'unica nuova idea di sviluppo del porto. Bene, non abbandonatela, ma lavorateci seriamente insieme con Piano. Altrimenti abbandonatela e studiate un nuovo progetto.
Bruno Bellio