L'Autorità Portuale di Napoli ha comunicato oggi che nei primi tre mesi di quest'anno lo scalo partenopeo ha registrato una movimentazione dei container pari a 99.600 teu, con un incremento del 20% rispetto al corrispondente periodo del 2005, quando erano stati movimentati 83.000 teu.
Oggi, inoltre, si è riunito il Comitato Portuale di Napoli. Il presidente dell'ente portuale, Francesco Nerli, ha presentato il nuovo testo del bilancio di previsione 2006 adeguato alle imposizioni del ministero dell'Economia, imposizioni che - aveva accusato lunedì scorso lo stesso Nerli (
inforMARE del
27 marzo 2006) - di fatto impediscono di effettuare gli investimenti necessari per lo sviluppo del porto. Il presidente della port authority ha spiegato che gli euro destinati agli investimenti sono 24.529.000 contro i 92.397.200 previsti nel precedente bilancio e che, in tal modo, aumentano le voci avanzo economico, finanziario e di cassa. «Siamo stati costretti - ha detto Nerli - a ripresentare un bilancio che, se non verrà nuovamente modificato, ci impedirà di iniziare le opere previste, completare quelle iniziate e procedere alle opere di manutenzione ordinaria. Un colpo durissimo al porto di Napoli, al suo sviluppo, che noi cercheremo di ostacolare. Abbiamo, infatti, presentato ricorso al TAR del Lazio contro la procedura di bilancio imposta dal ministro dell'Economia». «C'è da precisare - ha aggiunto - che questo governo ha bloccato l'unica finanziaria che stanziava delle risorse per i porti, la legge n.166 del 2002. Noi non possiamo utilizzare i finanziamenti già destinati. È una situazione grave e senza precedenti che lede l'autonomia delle Autorità Portuali. Se non cambierà qualcosa, saremo costretti quest'anno a restituire buona parte delle quote ricavate dai canoni demaniali distogliendoli così dagli investimenti in opere necessarie per il porto di Napoli».
La port authority ha sottolineato come «all'unanimità il Comitato Portuale di Napoli abbia questa mattina bocciato il governo Berlusconi». «Un atto di accusa unanime e senza precedenti - ha spiegato l'ente - è, infatti, venuto da tutti i membri dell'assise portuale contro il governo che da cinque anni impedisce ad uno dei principali segmenti dell'economia del Paese di investire per completare l'ammodernamento delle infrastrutture portuali iniziato nella precedente legislatura e che colpisce l'occupazione».
«Siamo di fronte - ha detto l'assessore al Bilancio della Provincia di Napoli, Guglielmo Allodi - ad una politica vessatoria che impedisce alla istituzioni di spendere le risorse a disposizione».
«È la prima volta - ha commentato il rappresentante degli agenti marittimi, Erick Klingenberg - che mi vedo costretto come imprenditore a schierarmi contro il governo. Ma di fronte ad una politica che rischia di bloccare lo sviluppo del porto di Napoli, della sua occupazione, di fronte ad un governo che per cinque anni ci ha messo in serie e continue difficoltà sono costretto a denunciare questa situazione e a chiedere che ci si impegni tutti per modificare lo stato delle cose». D'accordo con Klingenbereg - ha riferito l'ente portuale - si sono dichiarati Francesco Tavassi, rappresentante degli spedizionieri, e Federico Libertino, rappresentante dei lavoratori.
Al termine della discussione il bilancio di previsione è stato approvato.