- Ignazio Messina & C. Spa è il primo gruppo armatoriale italiano dotato di un sistema logistico integrato ad aver conseguito per tutte le proprie attività le certificazioni Ambiente ISO 14001 e Salute e sicurezza OHSA 18001, che sono state rilasciate dal RINA.
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- Il risultato, che è stato presentato stamani nella sede della compagnia a Genova, arriva a coronamento di un iter di dieci anni iniziato nel 2001 con l'ottenimento della prima certificazione sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per il Terminal Nino Ronco, la base operativa del gruppo nel porto del capoluogo ligure. Tale risultato - ha osservato l'amministratore delegato del RINA, Ugo Salerno - giunge in un anno, il 2011, che è importante sia per la Messina sia per il RINA: la società armatoriale festeggia i suoi 150 anni d'attività e la società di classificazione i 90 anni.
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- Per la compagnia genovese il 2011 è importante anche perché a fine anno prenderà in consegna la prima delle quattro nuove navi ro-ro container ordinate alla sudcoreana Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering Co. ( del 16 dicembre 2009). Altre due unità saranno prese in consegna nel 2013 e l'ultima nel febbraio 2013. È un investimento che supera i 300 milioni di dollari.
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- Si tratta di quattro navi ordinate nel momento più propizio, quando il mercato delle nuove costruzioni offriva le migliori condizioni, ha sottolineato l'amministratore delegato della compagnia armatoriale, Stefano Messina. Con queste navi il gruppo confida di soddisfare l'attesa crescita della domanda che dovrebbe verificarsi in coincidenza con la loro presa in consegna.
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- Questi sono anni estremamente difficili per l'economia e anche il settore armatoriale non sfugge alla crisi. Stefano Messina ha anticipato che il gruppo prevede comunque di chiudere il bilancio 2010 con un incremento dei volumi trasportati e dei ricavi. Il 2011 sarà ancora un anno di incertezza: «i mercati - ha spiegato - sono ancora gravati da volatilità e da un eccesso di capacità».
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- Alle notevoli difficoltà causate dall'impatto della crisi economica e finanziaria mondiale si aggiungono, per gli armatori, altre insidie. Una di queste è la pirateria. Un fenomeno in eccezionale crescita che, da allarmante, è diventato una vera e propria emergenza soprattutto per le navi, come quelle della Messina, che transitano al largo della Somalia. Noi - hanno spiegato i dirigenti del gruppo «abbiamo regolarmente sette navi coinvolte con una permanenza nell'area di numerosi giorni».
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- Secondo le stime del gruppo, per scongiurare il rischio di attacchi dei pirati lo scorso anno la Messina ha dovuto affrontare maggiori costi diretti per quasi dieci milioni di euro. La situazione nella regione diventa sempre più pericolosa e i Messina hanno apprezzato il nuovo orientamento della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), ora favorevole alla presenza di militari a bordo delle navi. Ieri Cesare d'Amico, presidente del Gruppo Operatività Nave dell'associazione armatoriale, ha sollecitato la possibilità di dotare le navi, almeno su base volontaria, di personale armato della Marina Militare Italiana ( del 2 febbraio 2011).
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- La presenza dei militari a bordo delle navi, hanno confermato i dirigenti della Messina, avrebbe un effetto deterrente nei confronti dei pirati e il costo del loro impiego, che sarebbe - ha precisato Stefano Messina - a carico degli armatori, risulterebbe comunque inferiore ai maggiori costi sostenuti attualmente dalle aziende armatoriali a causa della pirateria. Secondo la Messina, sulle navi potrebbero essere imbarcati da due a cinque militari.
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- Se la società armatoriale genovese è particolarmente sensibile al problema della pirateria, che minaccia direttamente le regioni in cui opera, lo è anche verso la situazione in Tunisia ed Egitto, nazioni regolarmente scalate dalle navi rosse della sua flotta che in questi giorni sono scosse da una serie di manifestazioni di protesta e di azioni di rivolta contro i rispettivi governi. Stati di crisi di questo genere - ha sottolineato l'amministratore delegato della compagnia, Andrea Gais - determinano il blocco dell'economia di quei Paesi.
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