- In un comunicato unitario le segreterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti replicano all'accusa di inerzia nell'affrontare il rinnovo del contratto dei marittimi rivolta ieri ai sindacati confederali dal segretario generale della Federmar-Cisal, Alessandro Pico ( del 4 maggio 2011).
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- «È sorprendente - rilevano Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti - la strumentalità con la quale il segretario generale della Federmar-Cisal approccia la complessa problematica del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto il 31 dicembre 2010. La sua è una inesatta analisi condizionata probabilmente dalla preoccupazione, non essendo parte contraente e stipulante del contratto dell'armamento privato, che con la privatizzazione della flotta pubblica il ruolo della sua organizzazione possa essere compromesso. Preoccupazione quindi, non già per l'attuale momento storico che stiamo affrontando dovuto alla gravissima crisi economica-finanziaria mondiale, con effetti devastanti nel settore del trasporto marittimo e con i consequenziali processi di ristrutturazione aziendali, ma, come è evidente, preoccupazioni, ancorché legittime, di ben altra natura».
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- «Il segretario generale della Federmar-Cisal pertanto - spiegano Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti - finge di ignorare il fatto che sindacato confederale ha svolto sempre, storicamente, il ruolo di protagonista, in tutte le occasioni. Tanto più nei rinnovi contrattuali, così come pure in tutte le conquiste sociali dei marittimi: la riforma della Previdenza Marinara, la CRL, il Fondo Nazionale Marittimi, il Fanimar, per citarne alcuni. Ruolo, consapevolmente responsabile, esercitato con efficacia nel confronto dialettico con qualsiasi controparte, sia pubblica che privata. Così come pure nei confronti delle istituzioni. Infatti, il sindacato confederale, non si è mai lasciato condizionare da nessun clima politico o ideologico, né è mai arretrato davanti a Confitarma, neanche quando alcune rigidità e alcune pretese bloccano, come in questa occasione, il rinnovo contrattuale dei marittimi».
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- «Il sindacato confederale, aldilà del gratuito e ingiustificato attacco della Federmar - evidenziano Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti - esercita un ruolo comunque decisivo nella realizzazione di quegli obiettivi finalizzati agli interessi dei lavoratori e alla necessaria salvaguardia della missione aziendale in tutti i settori dell'economia del trasporto marittimo nazionale. Settori che spaziano dai servizi che assicurano la mobilità del cittadino e quindi ad alto valore sociale per i diritti dei cittadini (continuità territoriale per i collegamenti con le isole maggiori e minori), a quello merceologico (traghetti, containerizzazione internazionale e feederaggio, approvvigionamento energetico), a quello dei mezzi navali speciali per montaggi a mare e prospezioni petrolifere, al rimorchio portuale e infine, ma certamente non certo per importanza, al settore crocieristico e diportistico. Un protagonismo, quindi, attivo che ha efficacemente indicato le linee della politica marinara del Paese nel dialogo con le parti sociali, politiche ed istituzionali, nella reale e diffusa consapevolezza di dover realizzare un mercato internazionale dei noli omogeneo e con regole certe, all'interno, comunque, di una economia mondiale favorevole, e di un cluster marittimo in pieno sviluppo».
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- «Queste - ricordano i sindacati confederali - le condizioni con le quali, sin dagli anni '80, si è affrontato il problema del progressivo innalzamento dei costi dell'imprenditoria armatoriale dei paesi industrializzati nell'Unione Europea, per realizzare una più adeguata competitività del mercato del lavoro nazionale, attraverso l'inevitabile ricorso a provvedimenti di contrasto alla fuga delle flotte aziendali nazionali all'estero. Provvedimenti che hanno permesso di registrare, nel periodo intercorrente 1998-2009, il rientro di 700 unità navali nella bandiera nazionale con evidenti ricadute positive sull'occupazione nazionale e comunitaria».
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- «Eviti quindi la Federmar - concludono Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti - di lanciare accuse infondate nei nostri confronti e cerchi di affrontare i problemi dei lavoratori con serietà individuando in maniera corretta i veri nemici dei lavoratori che non siamo certamente noi, ma coloro i quali non vogliono riconoscere i loro sacrosanti diritti».
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