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Anche gli spedizionieri genovesi - rilevano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - non sfuggono alla morsa della crisi
Ai segnali di ripresa - spiegano i sindacati - non corrisponde affatto, almeno per ora, una tranquillità occupazionale nel settore
2 agosto 2011
Evidenziando il perdurare della crisi occupazionale che grava sul sistema marittimo-portuale del capoluogo ligure, le segreterie genovesi di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno ribadito oggi la richiesta di istituire un tavolo congiunto tra parti sociali e associazioni datoriali per far fronte alle criticità del lavoro.
Alla morsa della crisi sembra non sfuggire neppure il comparto delle spedizioni nonostante abbia mostrato alcuni cenni di ripresa. Rifacendosi al recente rapporto semestrale dell'Osservatorio dell'Associazione Spedizionieri Corrieri Trasportatori di Genova (Spediporto), che nel primo semestre di quest'anno ha rilevato una crescita media del fatturato delle case di spedizione genovesi pari a circa il 5% in continuità con il trend di crescita registrato nel corso del 2010 che si era chiuso con un incremento medio di circa il 10 % ( del 28 luglio 2011), in una nota i sindacati hanno sottolineato come «a questi segnali di ripresa non corrispondano affatto, almeno per ora, ad una tranquillità occupazionale nel settore».
«Nel mondo legato alle case di spedizione per tutto il 2010, per il 2011, in particolare giugno e luglio - hanno spiegato Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - abbiamo siglato accordi per poter far usufruire degli ammortizzatori sociali in deroga a moltissimi lavoratori dipendenti di aziende del settore. Questi accordi, solo nei mesi di giugno e luglio 2011, hanno riguardato almeno 200 lavoratori. Vivere con 700-900 euro mensili (l'importo varia a seconda del reddito del lavoratore) e far fronte alle incombenze delle famiglie - hanno osservato i sindacati - è quasi impossibile. Le situazioni che ci troviamo a dover gestire sono drammatiche e impediscono una completa mancanza di prospettiva sul futuro della nostra città».
«Nei primi mesi del 2011 - hanno proseguito Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - abbiamo rinnovato, quasi sempre per un anno, la maggior parte degli accordi di cassa integrazione in deroga in scadenza. Come organizzazioni sindacali abbiamo sempre agito unitariamente. Ciò per noi è un valore e, siamo convinti, che solo insieme abbiamo potuto gestire al meglio situazioni difficilissime. Le motivazioni che ci vengono espresse ai tavoli? Contrazione dei traffici, cali di fatturato, condizioni di sofferenza che impediscono di fare una stima ragionevolmente attendibile circa i termini, le condizioni e le dimensioni reali della ripresa».
«Il quadro della situazione lavorativa che emerge in questo settore, che - hanno precisato i sindacati - è bene ricordarlo non è coperto dagli ammortizzatori ordinari, è gravissimo. L'unica opportunità che hanno questi lavoratori nel momento della dichiarata crisi aziendale è quella di poter usufruire degli ammortizzatori in deroga cui, fino ad oggi, la Regione Liguria è riuscita a far fronte».
Confrontandosi con le associazioni datoriali i sindacati intendono monitorare e gestire in termini di prospettiva questo difficile momento che sta investendo un pezzo importante del mondo del lavoro legato al porto di Genova e fare chiarezza su alcuni aspetti fondamentali: «il problema - hanno spiegato - per noi è duplice. Da un lato, capire chiaramente, i motivi per cui ad aumenti di traffico e di fatturato non corrispondono non solo nuove assunzioni ma stabilità occupazionale. Dall'altro il nostro timore è che a fronte della grave crisi in cui versa il mondo del lavoro genovese i fondi stanziati per gli ammortizzatori in deroga non possano essere sufficienti».
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