- Nei giorni scorsi il ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e l'Autorità Portuale di Trieste hanno sottoscritto un protocollo d'intesa sul “Rilancio sostenibile delle aree del Porto di Trieste” che sarà presentato domattina nella sede dell'ente portuale giuliano dal titolare del dicastero, Corrado Clini, e dalla presidente dell'authority portuale, Marina Monassi.
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- Gli obiettivi dell'accordo, sintetizzati nell'articolo 2 del documento, sono sostanzialmente definiti nei seguenti cinque punti base: riqualificazione e potenziamento del terminal ferroviario di Trieste Campo Marzio, anche mediante l'acquisizione, da parte dell'Autorità Portuale, di significative aree dell'impianto adiacenti a quelle portuali attualmente di proprietà di società del gruppo Ferrovie dello Stato; riassetto delle aree industriali, di proprietà privata e demaniale, site nel comprensorio “Ex Arsenale San Marco” per un loro più ampio utilizzo anche ai fini dello sviluppo dei traffici portuali; realizzazione della Piattaforma Logistica - 1° e 2° lotto - e riconversione delle aree attualmente in uso allo stabilimento siderurgico denominato “Ferriera di Servola” (ex Italsider), con conseguente accorpamento di diverse attività in un unico polo logistico di dimensioni internazionali; riqualificazione ed infrastrutturazione della cosiddetta “Area Ex-Esso” per l'insediamento di attività industriali e produttive, anche a servizio di quelle portuali; creazione, presso il comprensorio della ex raffineria Aquila, di un nuovo terminal portuale, con interventi di bonifica, infrastrutturazione e banchinamento, realizzando accosti per lo svolgimento di attività ro-ro e multipurpose (tale intervento prevederà l'ammodernamento e l'adeguamento della stazione di Trieste Aquilinia, anche per garantire la piena operatività ferroviaria del nuovo terminal).
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- Nel complesso tali azioni avranno efficacia sulla quasi totalità del territorio portuale, per una superficie complessiva di quasi 2.000.000 di metri quadrati, con la seguente ripartizione per specifica area di intervento: Campo Marzio 300.000 metri quadri; Area Ex Arsenale San Marco 160.000 metri quadri; Piattaforma Logistica-Ferriera di Servola 600.000 metri quadri; Area Ex Esso 340.000 metri quadri; Ex Raffineria Aquila 500.000 metri quadri.
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- Per il raggiungimento degli obiettivi viene inoltre previsto un piano delle attività, strutturato su tre livelli di azioni: il dettaglio delle azioni normative ed amministrative da intraprendere, distinte per fasi; il cronoprogramma delle singole fasi; il quadro finanziario, con l'individuazione dei fabbisogni e delle disponibilità, per avviare le iniziative stabilite nell'articolo 2.
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- I contenuti tecnici e finanziari del piano saranno valutati congiuntamente da un gruppo di lavoro tecnico coordinato da Antonio Gurrieri, consigliere del ministro Clini per le materie inerenti le infrastrutture e i trasporti, e formato dai competenti uffici del ministero e dell'Autorità Portuale e costituiranno successivamente oggetto di specifici accordi di programma - ognuno per ciascun intervento - da stipularsi tra le parti, con la possibilità di successiva adesione da parte di altri soggetti pubblici e/o privati portatori di uno specifico interesse negli interventi.
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- L'Autorità Portuale ha sottolineato che «la definizione di tale accordo - teso alla promozione ed allo sviluppo sostenibile del territorio portuale e della sua economia - è frutto di un intenso lavoro di consultazione tra gli uffici di via von Bruck ed il dicastero dell'Ambiente e rappresenta da un lato un primo concreto risultato della paziente ed organica azione di ricucitura condotta dal presidente dell'Autorità Portuale, dopo un periodo di non eccessiva attenzione verso il nostro scalo, ma costituisce soprattutto un focale punto di partenza per innestare un processo di reale rivitalizzazione del porto franco triestino e della sua centralità nel contesto dell'arco Nord Adriatico, nell'ambito dei futuri scenari che si vanno delineando con la progressiva estensione del mercato comunitario verso il Centro-Est dell'Europa e l'area dei Balcani».
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- L'ente portuale ha spiegato che l'intesa trae lo spunto dalle funzioni che il ministero dell'Ambiente ha nel quadro della promozione, della conservazione e del recupero delle condizioni socio-ambientali del territorio rispetto agli interessi della collettività, a garanzia della qualità della vita e di uno sviluppo sostenibile di tutte le attività portuali ed industriali ricomprese nel comprensorio di Trieste, in linea con le indicazioni di livello internazionale e con le conseguenti strategie definite ed adottate dal CIPE. In particolare è stato evidenziato il fondamentale richiamo alle più recenti proposte formulate dalla Commissione UE al Parlamento europeo, nell'ambito della procedura di approvazione del nuovo programma per la realizzazione e lo sviluppo del network base di trasporto trans-europeo (TEN-T), proposte che nel contesto del core-network individuano Trieste tra i nodi portuali di base e, sul piano delle infrastrutture di collegamento rappresentate dai 10 Corridoi, prevedono che ben due di questi, il n. 1 “Baltic-Adriatic Corridor” ed il n. 3, il “Mediterranean Corridor” si intersechino proprio nello spazio retroportuale del porto di Trieste, implicando conseguentemente una serie di impegni da parte italiana all'adeguamento di tutta la rete del “comprehensive-network” cioè le infrastrutture di accesso e collegamento con il mare dei due citati grandi corridoi di scorrimento.
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- Tra le considerazioni di più marcato rilievo che motivano l'accordo - ha specificato l'ente portuale - assumono valenza prioritaria le iniziative programmatiche e gli interventi finalizzati a favorire il trasferimento dei flussi del trasporto merci su modalità a basso impatto (direttrici marittimo-fluviali e ferroviarie), secondo le linee strategiche e gli orientamenti fissati dalla UE nel richiamato nuovo regolamento inerente le reti TEN-T, nonché la consapevolezza che “l'articolazione del nuovo Piano Regolatore Portuale prevede uno sviluppo dell'impianto complessivo attraverso una
- riconfigurazione del layout dei principali comparti settoriali - industriale e commerciale - in linea con gli standard funzionali internazionali, consentendo un graduale ampliamento delle aree del porto franco ed una loro più incisiva collocazione sul mercato dei grandi investitori, interessati a localizzare le proprie attività attraverso forme di investimento a medio-lungo termine”. A tale fine viene precisato il principio “che i vantaggi conseguibili per effetto del particolare regime del porto franco di Trieste costituiscono un indubbio plusvalore rispetto alle semplici attività di movimentazione delle correnti di traffico in transito, innescando potenziali redditività sia a carattere imprenditoriale che finanziario, attraverso la gestione degli stocks delle commodities negoziabili presso le principali borse merci internazionali”. Il tutto finalizzato a sostenere in pieno la conditio-sine-qua-non ad “aggiudicarsi un ruolo di hub nello scenario dei flussi di traffico internazionale non permette ulteriori ritardi nelle scelte di potenziamento infrastrutturale, pena la marginalità di Trieste e dell'Italia nei confronti degli altri Paesi europei”.
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