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I comandanti della flotta di Costa Crociere si dissociano dalle dichiarazioni di USCLAC-UNCDiM, che a sua volta accusa la stampa
L'opinione di “inforMARE”: un sindacato impreparato al confronto mediatico continua ad offrire elementi per screditare, danneggiare e diffamare non solo Schettino, ma tutti i comandanti delle navi
30 gennaio 2012
I comandanti delle navi della flotta di Costa Crociere hanno diffuso un comunicato in cui sottolineano di dissociarsi dalle dichiarazioni rilasciate venerdì dal presidente del sindacato dei Capitani di Lungo Corso USCLAC-UNCDiM, Antonino Nobile, e dal consigliere Pietro Gardella nel corso di una conferenza stampa dedicata all'incidente della Costa Concordia (inforMARE del 27 gennaio 2012).
«Vogliamo credere - hanno spiegato i comandanti di Costa Crociere nella nota - che si tratti di dichiarazioni rese in un momento di particolare foga emotiva. I comandanti di navi di crociera - hanno evidenziato - sono consapevoli delle responsabilità che comporta il loro ruolo, e operano sulla base di una elevata professionalità, riconosciuta a livello internazionale. Non puntano sulla “fortuna”, non fanno “stupidaggini per far divertire le passeggere”, né hanno bisogno di dimostrare il proprio coraggio in tale modo».
«Certe affermazioni - hanno proseguito - sminuiscono il lavoro che facciamo giornalmente in sicurezza, nel rispetto della salvaguardia della vita umana in mare, delle regole nazionali ed internazionali, e di quelle dettate dal buon senso. In un momento così triste - hanno concluso i comandanti della compagnia crocieristica - rifiutiamo anche di banalizzare il tragico bilancio dell'incidente dell'Isola del Giglio con paragoni di cattivo gusto».
A questa nota è seguito un comunicato di USCLAC-UNCDiM con cui le due sigle sindacali hanno inteso «precisare e smentire quanto riportato da alcune testate a seguito della conferenza stampa tenutasi a Genova il giorno 27 gennaio». USCLAC-UNCDiM ha precisato «che in nessun modo si è parlato del cosiddetto “inchino” come di una pratica abituale per il “divertimento delle passeggere” o come “prova di coraggio”. Parimenti - ha sottolineato l'organizzazione sindacale - solo un'interpretazione strumentale di un incontro durato un'ora e mezza e in particolare del concetto di “navigazione in sicurezza” può aver ispirato le testate che hanno attribuito a USCLAC-UNCDiM l'intenzione di sollevare il comandante Schettino da ogni possibile responsabilità».
«L'unico obiettivo dei due sindacati - prosegue la nota di USCLAC-UNCDiM - è stato e rimane quello di suggerire ai media che si occupano della tragedia del Giglio un approccio moderato, che tenga in considerazione che, alla luce di quanto finora emerso dalle indagini e reso di pubblico dominio, la dinamica dell'incidente e degli eventi successivi resta completamente da chiarire. Come da chiarire restano le responsabilità dei vari protagonisti di questi fatti. Un onere che spetta solamente alla magistratura adempiere, dopo un'accurata indagine per la quale risulta imprescindibile lo studio della scatola nera».
Il comunicato conclude che, «per quanto riguarda la posizione del comandante Schettino, USCLAC-UNCDiM intendono attendere l'esito della suddetta indagine prima di esprimere ogni giudizio e invitano tutti a fare altrettanto, limitandosi ad offrire all'ufficiale l'assistenza che la legge e lo statuto sindacale prevedono che gli sia prestata».
L'opinione di inforMARE
L'unione sindacale USCLAC-UNCDiM è un'associazione che rappresenta una categoria di lavoratori importante, ma numericamente non consistente: quella dei comandanti e dei direttori di macchina delle navi.
Non ha il compito di fare da portavoce a centinaia di migliaia di iscritti come i principali sindacati nazionali e non è, come invece questi ultimi, attrezzata per affrontare al meglio il complesso e delicato compito di rappresentare gli affiliati nei rapporti con la stampa.
Questo avevamo sottolineato venerdì dando notizia della conferenza stampa sul naufragio della nave da crociera Costa Concordia indetta da USCLAC-UNCDiM con l'obiettivo annunciato di «sottolineare l'importanza di un approccio mediatico corretto ad un evento che rischia di avere ripercussioni gravi per le categorie da essi rappresentate e per l'industria nel suo complesso».
Obiettivo che USCLAC-UNCDiM ha completamente fallito. E non per colpa della stampa, come accusa il comunicato emesso successivamente dal sindacato per smentire «quanto riportato da alcune testate».
Essendo inforMARE un quotidiano che pubblica le proprie notizie in tempo reale, e quindi prima di molte altre testate editoriali, in qualche modo ci siamo sentiti in dovere di giustificare preventivamente un'associazione sindacale non preparata ad affrontare un confronto con la stampa su un evento tragico come quello del disastro della Costa Concordia. Per questo, nel nostro articolo di venerdì, abbiamo evidenziato in primis l'inesperienza di USCLAC-UNCDiM a questo riguardo.
Temevamo che i giornalisti presenti alla conferenza, vuoi perché non specialisti del settore vuoi perché abituati a interloquire con rappresentanti dei lavoratori appositamente delegati al confronto con i media, non avrebbero inteso le asserzioni di USCLAC-UNCDiM tenendo conto che alla categoria dei capitani e dei direttori di macchina accade solo eccezionalmente di essere al centro dell'attenzione nazionale e mondiale.
Sabato abbiamo letto molti articoli e note d'agenzia redatti dai giornalisti presenti alla conferenza stampa del giorno precedente.
Chi scrive, essendo stato presente all'incontro, si è stupito del fatto che molti nostri colleghi abbiano saputo forse comprendere tale impreparazione mettendo in evidenza solo i temi essenziali della conferenza e illustrando con chiarezza la posizione del sindacato nei confronti della vicenda, congruente o incongruente che fosse.
Chi scrive si è stupito inoltre che molti dei giovani colleghi abbiano saputo resistere alla tentazione di “sparare a zero” sulla categoria dei comandanti di nave come accade talvolta in alcuni programmi televisivi che rivoltano la frittata fintantoché non è completamente bruciata.
Eppure, a nostro avviso, di motivi per criticare la categoria fino alla diffamazione venerdì ne sono stati offerti numerosi. E USCLAC-UNCDiM, con il comunicato di precisazione del giorno dopo, ne concede altri.
«In nessun modo - sostiene USCLAC-UNCDiM - si è parlato del cosiddetto “inchino”», cioè della pratica di portare la nave in prossimità del litorale per un saluto alle comunità costiere, «come di una pratica abituale per il “divertimento delle passeggere” o come “prova di coraggio”».
Quanto dichiarato dal sindacato, semplicemente, è falso. USCLAC-UNCDiM ha proprio chiarito - come hanno confermato le decine di colleghi della stampa presenti venerdì - che l'inchino è una pratica abituale da sempre.
Ma venerdì si è detto di peggio. Alcune voci di USCLAC-UNCDiM, delle cinque o sei che da un certo punto in poi tentavano maldestramente di spiegare la posizione del sindacato, hanno parlato di ardimento e di amenità simili, quasi a motivare o giustificare la decisione di comandanti che deviano dalla rotta prestabilita per portare la nave molto o troppo a ridosso della costa.
Senza mezzi termini: questo è inaccettabile. Non sappiamo se l'“ardimento” sia addebitabile solamente a qualche comandante oppure anche ad alcune compagnie armatoriali o a chi altro.
Come giudicare se non gravissima, intollerabile, inammissibile, assurda, scellerata e delinquenziale la manovra di un comandante che porta la sua nave a lambire la costa per dimostrare la sua abilità, oppure del comandante di un aereo che decide di sfiorare il suolo per dare prova di perizia oppure ancora del conducente di pullman che rasenta il ciglio della strada per offrire un'emozione ai suoi passeggeri?
Non sappiamo se ciò sia stato fatto dal comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino. Saranno la magistratura e le inchieste tecniche ad appurarlo. Su questo concordiamo con USCLAC-UNCDiM. Sul resto no.
Venerdì il sindacato non ha difeso il suo associato, ma ha fornito alla stampa, e quindi all'opinione pubblica, non solo altri elementi per screditare, danneggiare e diffamare Schettino, ma per condannare parimenti l'intera categoria dei comandanti di nave.
Per questo, a nostro avviso, i comandanti dipendenti di Costa Crociere, iscritti e non iscritti a USCLAC-UNCDiM, hanno voluto dissociarsi dalle affermazioni dei rappresentanti del sindacato.
Quello di venerdì avrebbe potuto essere archiviato come un incidente dovuto all'inesperienza di USCLAC-UNCDiM, che non è solita navigare nelle acque dell'informazione giornalistica.
Ma invece di ringraziare tacitamente la stampa per non aver “sparato sulla Croce Rossa”, USCLAC-UNCDiM la accusa di aver dato «un'interpretazione strumentale» dell'incontro.
inforMARE invita USCLAC-UNCDiM a riflettere su quanto accaduto.
Di più: auspichiamo che USCLAC-UNCDiM allontani dal sindacato chiunque giustifica in qualunque maniera presunti atti di coraggio, audacia o ardimento che pongono in grave rischio la vita delle persone.
È opportuno, anzi doveroso, evidenziarlo: chiunque compia queste azioni, o chiunque induca o costringa qualcuno a compierle, è un irresponsabile e un mascalzone.
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