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Ok della Camera alla ratifica del Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi
ANITA, accolte proposte dell'autotrasporto
17 ottobre 2012
Oggi l'assemblea della Camera dei deputati, con 383 voti favorevoli, 39 contrari ed un astenuto, ha approvato in via definitiva la proposta di legge, già approvata lo scorso mese dal Senato ( del 19 settembre 2012), riguardante la ratifica e l'esecuzione del Protocollo di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi del 1991 nell'ambito dei trasporti.
«Per quanto attiene ai trasporti pubblici - ha ricordato il relatore del provvedimento, il pidiessino Franco Narducci - il Protocollo prevede, innanzitutto, il potenziamento di sistemi di trasporto ecocompatibili. Pertanto, le strutture e le infrastrutture ferroviarie devono essere migliorate intorno a grandi progetti transalpini, che, oltre agli assi principali, terranno nel debito conto anche gli altri punti della rete e i vari terminali. Di vitale importanza ecologica - ha rilevato - è, ovviamente, il passaggio su rotaia del trasporto merci nell'arco alpino. In materia di trasporti stradali - ha precisato Narducci - l'articolo 11 del Protocollo, quello che si è prestato a discussioni, talvolta anche molto accese, e che ha sempre costituito il profilo di maggiore criticità nel corso dell'esame parlamentare, fissa l'impegno delle parti contraenti ad astenersi dalla costruzione di strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino, mentre solo ad alcune condizioni è consentita la realizzazione di progetti stradali di grande comunicazione per il trasporto intralpino. Tengo a sottolineare che la materia in questione è stata oramai oggetto di una disamina in sede parlamentare particolarmente approfondita, come hanno confermato le audizioni svolte in Commissione affari esteri sia di soggetti istituzionali sia delle categorie interessate. A questo punto - ha concluso Narducci - assume rilievo prioritario l'esigenza di completare una procedura di ratifica che data ormai dal 31 ottobre 2000, la cui mancanza mette in grave difficoltà il nostro Paese, che, come noto, ospita - questo mi pare degno di rilievo - la segreteria della Convenzione per la protezione delle Alpi e ne ha appena assunto, con il ministro Clini, la presidenza».
«Il governo - ha dichiarato il sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti, Guido Improta - ritiene che, grazie all'attività svolta in questo ramo del Parlamento, si sia riusciti efficacemente, con la soluzione dell'ordine del giorno, a contemperare l'esigenza di pervenire alla ratifica anche del Protocollo Trasporti - che, a differenza degli altri 11 protocolli di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi, era stato stralciato in occasione dell'approvazione del disegno di legge di ratifica nel 2009 - con l'opportunità di fugare ogni dubbio sul fatto che questo Protocollo potesse rappresentare per l'Italia - unico Paese per il quale l'attraversamento delle Alpi è vitale, essendo la sola via terrestre di collegamento con il mercato unico europeo internazionale - un ulteriore fattore ostativo per la propria competitività. Due, in particolare - ha rilevato Improta - gli ambiti rispetto ai quali le norme pattizie destavano le maggiori preoccupazioni per i loro potenziali effetti distorsivi e asimmetrici: l'impossibilità di costruire nuovi assi stradali transalpini e intralpini e l'internalizzazione dei costi esterni. Riteniamo utile ovviare a questi profili di incertezza con la soluzione proposta dalla Camera e, quindi, manifestiamo il nostro assenso nell'accogliere l'ordine del giorno proposto».
Soddisfazione per il via libero odierno alla Camera della proposta di legge per la ratifica del Protocollo Trasporti, con un ordine del giorno che contiene riserve nella sua applicazione, è stata espressa da ANITA, l'associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di autotrasporto più grandi in Italia e che lo scorso mese aveva sollecitato i deputati a non approvare il disegno di legge nella forma uscita dall'esame del Senato ( del 21 settembre 2012).
«L'approvazione dell'ordine del giorno - ha spiegato il presidente di ANITA, Eleuterio Arcese - rappresenta un giusto compromesso tra l'esigenza per il nostro Paese di dover ratificare e la necessità di assicurare la libera circolazione delle merci». «Abbiamo sostenuto con forza - ha ricordato Arcese - la necessità di non ratificare il Protocollo o almeno di inserire riserve alla ratifica, per salvaguardare il nostro sistema economico dalle conseguenze che l'accettazione del provvedimento avrebbe comportato sulla capacità di movimentazione delle merci nel traffico internazionale. Riconosciamo l'attenzione che il governo ha rivolto al comparto, ascoltandone le preoccupazioni e accogliendone le proposte. Con l'ordine del giorno, infatti - ha sottolineato il presidente di ANITA - il governo si impegna a vagliare in fase applicativa le misure introdotte dal Protocollo, tenendo conto delle peculiarità dell'Italia, unico Paese per il quale l'attraversamento delle Alpi è vitale, essendo la sola via terrestre di collegamento con il mercato unico europeo internazionale».
«Inoltre - ha proseguito Arcese - il chiarimento che la ratifica non pregiudica la possibilità di realizzare progetti stradali sul territorio italiano e che le disposizioni relative all'internalizzazione dei costi esterni sono da riferirsi al quadro comunitario, va nella direzione auspicata da ANITA. Al di là della questione legata alla costruzione di nuove infrastrutture - ha concluso - è importante assicurare su quelle già esistenti la circolazione stradale delle merci, già messa a dura prova dai vincoli introdotti dai Paesi dell'arco alpino, dall'incremento dei pedaggi previsto dalla direttiva Eurovignette e dai divieti di circolazione in vigore».
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