- Oggi la Commissione Europea ha adottato le misure che costituiscono il cosiddetto quarto pacchetto ferroviario. «Le ferrovie europee - ha sottolineato Siim Kallas, vicepresidente della Commissione e responsabile per i trasporti - si stanno avvicinando ad un momento cruciale. Di fronte alla stagnazione o al declino del mercato ferroviario in molti Paesi europei la scelta da compiere è semplice. Possiamo adottare ora le decisioni drastiche necessarie per ristrutturare il mercato ferroviario europeo al fine di incoraggiare l'innovazione e la fornitura di servizi migliori. E in questo caso le ferrovie potranno tornare a crescere a beneficio dei cittadini, delle imprese e dell'ambiente. Oppure possiamo imboccare l'altro binario: accettare il declino irreversibile verso un'Europa in cui le ferrovie costituiscano un giocattolo di lusso per pochi Paesi ricchi, ma siano economicamente insostenibili nella maggior parte degli altri data la scarsità di fondi pubblici disponibili».
- Le nuove proposte della Commissione UE sono incentrate su quattro ambiti. Il primo riguarda l'incremento dell'efficienza delle norme e delle omologazioni: con l'obiettivo di ridurre le spese amministrative delle imprese ferroviarie e favorire l'ingresso di nuovi operatori sul mercato, la Commissione ha proposto che l'Agenzia Ferroviaria Europea divenga lo “sportello unico” per il rilascio dell'autorizzazione all'immissione dei veicoli sul mercato e del certificato pan-UE di sicurezza degli operatori. «Oggi - ha ricordato la Commissione - le autorizzazioni dei veicoli e i certificati di sicurezza sono rilasciati dai singoli Stati membri. Le misure proposte permetterebbero di ridurre del 20% sia i tempi necessari a una nuova impresa ferroviaria per entrare sul mercato che il costo e la durata della procedura di autorizzazione del materiale rotabile, con un risparmio complessivo previsto per le imprese dell'ordine di 500 milioni di euro entro il 2025».
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- Inoltre, al fine di promuovere l'innovazione e l'efficienza e garantire un maggiore valore aggiunto agli investimenti nel settore, la Commissione ha proposto di aprire a nuovi operatori e servizi il trasporto ferroviario nazionale di passeggeri a decorrere dal dicembre 2019. «Le imprese ferroviarie - ha spiegato la Commissione - potranno offrire servizi di trasporto nazionale di passeggeri per ferrovia in tutta l'UE offrendo servizi commerciali su base competitiva oppure presentando offerte per contratti di servizio pubblico nel trasporto ferroviario, che coprono la gran parte dei tragitti ferroviari nell'UE (90%) e per i quali l'aggiudicazione mediante gara sarà resa obbligatoria. Le proposte garantiranno chiari benefici ai passeggeri in termini di migliori servizi e maggiore scelta e, associate alle riforme strutturali, dovrebbero assicurare entro il 2035 più di 40 miliardi di euro di benefici finanziari ai cittadini e alle imprese, oltre alla fornitura, secondo le stime della Commissione, di circa 16 miliardi supplementari di km/passeggero». «I mercati di trasporto nazionale di passeggeri - ha rilevato Bruxelles - restano in gran parte chiusi. Soltanto la Svezia e il Regno Unito hanno aperto integralmente i relativi mercati mentre Austria, Italia, Repubblica ceca e Paesi Bassi si sono limitati a un'apertura parziale. L'esperienza maturata in tali mercati aperti indica miglioramenti della qualità e della disponibilità dei servizi, una soddisfazione dei passeggeri in aumento di anno in anno e una crescita del numero di passeggeri trasportati che, in alcuni casi, ha superato il 50% nell'arco di 10 anni. In altri mercati liberalizzati l'aggiudicazione dei contratti di servizio pubblico mediante gara ha consentito risparmi nell'ordine del 20-30% per un determinato livello di servizi, che possono essere reinvestiti nel miglioramento degli stessi».
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- Il terzo ambito è quello delle infrastrutture ferroviarie. «Per garantire un accesso alla ferrovia equo e aperto a tutti - ha spiegato la Commissione - è necessario che le reti siano gestite da manager dell'infrastruttura indipendenti in modo efficiente e non discriminatorio e che siano coordinate a livello UE per favorire lo sviluppo di una rete genuinamente europea. Per fare sì che la rete sia sviluppata nell'interesse di tutti i soggetti interessati e per massimizzare l'efficienza operativa, la Commissione propone di rafforzare il ruolo dei gestori dell'infrastruttura in modo che essi abbiano il controllo di tutte le funzioni centrali della rete ferroviaria, compresa la pianificazione degli investimenti nell'infrastruttura, la gestione quotidiana e la manutenzione e la pianificazione degli orari». La Commissione ha precisato che, anche sulla scorta dei numerosi reclami presentati dagli utenti, ritiene che «i gestori dell'infrastruttura debbano essere operativamente e finanziariamente indipendenti da tutti gli operatori che assicurano la circolazione dei treni. Ciò - ha spiegato - è essenziale per eliminare i potenziali conflitti di interesse e garantire a tutte le imprese un accesso non discriminatorio alla rotaia. In linea generale, la proposta conferma che la separazione istituzionale è il modo più semplice e trasparente per conseguire questo obiettivo. Ne l 2019 le imprese ferroviarie indipendenti dai gestori dell'infrastruttura avranno immediato accesso al mercato interno del trasporto di passeggeri. La Commissione può tuttavia accettare che l'indipendenza necessaria sia garantita da una “struttura di holding” integrata verticalmente, ma solo in presenza di invalicabili “muraglie cinesi” che garantiscano la necessaria separazione sul piano legale, finanziario e operativo». La Commissione Europa ha specificato che, «per tutelare tale indipendenza e in prospettiva della piena apertura del mercato passeggeri nel 2019, alle imprese ferroviarie inserite in una struttura a integrazione verticale potrà essere vietato di operare in altri Stati membri se non saranno in grado di dimostrare alla Commissione che sono state adottate tutte le clausole di salvaguardia per assicurare condizioni paritarie nella pratica e che nel loro mercato nazionale è possibile una concorrenza leale».
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- L'ultimo ambito è quello del personale del comparto, che impiega complessivamente 800 000 addetti. «La vitalità del settore ferroviario - ha osservato la Commissione - dipende dalla presenza di una forza lavoro competente e motivata. Nei prossimi 10 anni le ferrovie dovranno affrontare diverse sfide combinate in questo ambito: attirare nuovo personale per sostituire un terzo del loro organico che andrà in pensione, reagendo al contempo a un contesto nuovo e più competitivo. L'esperienza degli Stati membri che hanno aperto i relativi mercati dimostra che sono stati creati maggiori e migliori posti di lavoro. Il quadro normativo dell'Unione Europea garantisce agli Stati membri la possibilità di tutelare i lavoratori, imponendo alla nuova impresa che si è aggiudicata il contratto di servizio pubblico di assorbire il personale della vecchia impresa al momento del passaggio di consegne, andando oltre gli obblighi generali sul trasferimento di imprese sanciti dall'UE».
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