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Assiterminal, l'aumento dei costi dell'energia elettrica metterebbe in ginocchio il settore del trasporto ferroviario delle merci
Si verificherebbero - sottolinea l'associazione - ricadute negative sui costi del trasporto intermodale, della logistica e dell'industria
2 luglio 2014
Anche l'Associazione Italiana Terminalisti Portuali (Assiterminal) si associa alla denuncia di FerCargo e di Confetra sull'impatto devastante che l'aumento dei costi dell'energia elettrica avrebbe sulle aziende che operano nel settore del trasporto ferroviario delle merci ( del 30 giugno e 1° luglio 2014). «Quando si leggono misure quali quella inserita all'articolo 29 del decreto legge n. 91/2014 - concorda Assiterminal - si rimane a dir poco sorpresi, poiché tale previsione incrementerebbe i costi aziendali delle imprese ferroviarie operanti nel settore del trasporto merci, con ricadute negative sui costi del trasporto intermodale, della logistica e dell'industria».
Secondo l'associazione dei terminalisti italiani, «come chiesto da FerCargo e da altre associazioni è opportuno cancellare tale penalizzante misura e - sottolinea Assiterminal - si auspica quindi che il governo intervenga in tal senso; soprattutto se tale norma è inserita in un decreto cosiddetto “per la competitività”».
Rilevando che «da tempo si prospetta un maggior utilizzo del trasporto ferroviario delle merci, a partire da quelle destinate o provenienti a/dai porti nazionali, quale fattore per allargarne i mercati contendibili», Assiterminal ricorda di aver «più volte richiesto che i costi energetici, ivi compresi quelli gravanti sui carburanti utilizzati dai mezzi operativi negli ambiti portuali, dovrebbero essere ridotti, proprio per generare competitività per il nostro sistema Paese, anche considerati i ridotti costi energetici di altri Paesi membri UE».
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