- A livello mondiale il 65% del cibo viene trasportato via mare. Lo ha sottolineato ieri il presidente della Federazione del Mare, Paolo d'Amico, in occasione della presentazione presso la Camera di Commercio di Milano del rapporto “Feeding the Planet: the Maritime Economy Contribution” che è stato realizzato dalla Federazione del Sistema Marittimo Italiano assieme a D'Appolonia (gruppo Rina) per la parte internazionale e al Censis per quella italiana.
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- Evidenziando che la presentazione del rapporto è avvenuta in connessione con Expo 2015, l'esposizione universale sull'alimentazione e la nutrizione in corso a Milano, d'Amico ha sottolineato «come il mondo del mare sia un fattore di sviluppo anche per l'industria agroalimentare, fiore all'occhiello della nostra economia. Il rapporto - ha spiegato - evidenzia come le attività marittime svolgano un ruolo fondamentale nell'assicurare l'alimentazione mondiale con efficienza energetica e sostenibilità ambientale».
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- «Quello marittimo - ha osservato d'Amico - è il 65% del trasporto globale di cibo e le emissioni di CO2 corrispondenti sono solo pari al 12%. Ogni tonnellata trasportata viaggia per oltre 5.500 miglia (10.500 chilometri). Il commercio marittimo - ha aggiunto - assicura l'interscambio di merci agricole e alimentari, mettendo in comunicazione aree continentali altrimenti isolate e obbligate solo a scambi terrestri. Le attività marittime servono il 90% del commercio mondiale, che nell'ultimo decennio è cresciuto da sei a 10 miliardi di tonnellate e salirà nel 2030 a 17 miliardi. L'integrazione tra le varie aree del pianeta e il loro sviluppo - ha concluso della Federazione del Mare - non sarebbero possibili senza il contributo del mare».
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- Il rapporto presentato ieri specifica che il trasporto marittimo di merci alimentari ha raggiunto 5.800 miliardi di tonnellate-chilometro e che i volumi trasportati via mare contano oggi circa 100 milioni di tonnellate di alimenti deperibili (carne e pollame, frutta e verdura, pesce, latticini, altre categorie) e circa 400 milioni di tonnellate di granaglie (frumento, altri cereali, soia).
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- Inoltre i container refrigerati (reefer), in cui vengono trasportate merci deperibili come i prodotti alimentari, costituiscono il 14% del trasporto complessivo di carichi containerizzati conteggiato in numero totale di container teu trasportati. Sui 100 milioni di tonnellate di deperibili trasportate via mare, il 76% è trasportato in reefer.
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- Per ciò che attiene all'Italia, il rapporto specifica che i flussi di prodotti agroalimentari diretti all'estero sono pari a circa 22,5 milioni di tonnellate, per un valore pari a 34,3miliardi di euro. Gli armatori italiani svolgono un ruolo di rilievo a livello mondiale, con 264 navi da carico secco alla rinfusa o containerizzato utilizzabili per queste merci.
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- Inoltre il trasporto di prodotti agroalimentari attraverso i porti italiani ammonta a 26,2 milioni di tonnellate all'anno (7% del totale delle merci movimentate per via marittima) e i soli traffici marittimi internazionali sono il 72%, ovvero 18,9 milioni di tonnellate a fronte di 7,3 milioni di tonnellate di prodotti agroalimentari che da porti italiani sono imbarcate verso altri porti nazionali.
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- Quattro sono i porti italiani di riferimento, in termini di volumi, per questa tipologia di traffico: Ravenna, che con quasi 3,5 milioni di tonnellate movimentate è l'hub incontrastato dell'agrifood, Livorno (2,8 milioni), Venezia (2,5 milioni) e Gioia Tauro (2,4 milioni). Chioggia, Bari e Ancona, pur presentando volumi inferiori, sono i porti a maggiore vocazione agricola ed alimentare, con una quota di queste merci sul totale che varia tra il 43,4% a Chioggia, il 41,6% a Bari e il 32,5% ad Ancona.
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- Sotto il profilo della pesca, l'Italia occupa la sesta posizione continentale in termini di produzione di pesce, con 363mila tonnellate (il 6,2% del totale). Forte è il trend dell'acquacoltura (+9,1%), che oggi sfiora il 45% del prodotto, con quasi 163mila tonnellate.
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