- La motivazione della necessità di adeguare le norme italiane in campo marittimo al diritto comunitario addotta da Confitarma per spiegare la linea d'azione assunta negli ultimi anni dalla Confederazione armatoriale italiana rispondendo agli addebiti sulla conduzione dell'associazione formulati ieri da Vincenzo Onorato, che ha annunciato l'uscita da Confitarma del suo gruppo imperniano sulle compagnie di navigazione Moby e Tirrenia ( del 24 novembre 2015), non convince affatto l'armatore, che questa sera conferma di non avere nessuna intenzione di tornare sui suoi passi e ripresentarsi alla porta di Confitarma, che la Confederazione assicura essere sempre aperta «ad un confronto trasparente e chiarificatore» ( del 25 novembre 2015).
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- Evidenziando che la nota di risposta di Confitarma afferma che «l'estensione per gli sgravi previsti per la bandiera italiana anche alle bandiere comunitarie, non è frutto della politica di Confitarma, ma di un adeguamento delle norme italiane a quelle comunitarie espressamente imposto dalla Commissione Europea », Onorato sottolinea che «l'italianissimo modo di scaricare le proprie colpe sugli altri viene però smentito da un lapsus freudiano dell'anonimo redattore del comunicato», in cui si legge - ricorda Onorato - «purtroppo tale processo di adattamento non risulta ancora avviato nonostante le assicurazioni fornite dalle nostre autorità alle istituzioni comunitarie».
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- «In quel “purtroppo” - rileva Onorato - c'è tutto lo spirito della Confitarma : il malcelato quanto goffo anelito all'immediato adeguamento alle norme comunitarie! Ben si è guardata la Confitarma - rinnova l'accusa l'armatore - di promuovere presso i ministeri competenti una limitazione ai benefici fiscali italiani a quelle compagnie con bandiera comunitaria, che imbarchino esclusivamente marittimi comunitari».
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- «Chiamiamo le cose per nome - replica Onorato - a Confitarma sta bene che gli italiani vestiti di bandiera estera con marittimi extracomunitari si becchino gli sgravi previsti dallo Stato italiano». «La Confitarma - osserva - non si è nemmeno attivata a fare in modo che questo “adeguamento“, subito e non voluto (sic) - povere anime candide - possa essere attenuato da adeguati strumenti di ammortizzazione sociale».
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- Onorato sottolinea inoltre lo stato di crisi in cui versa l'armamento italiano: «gruppi familiari importanti che hanno fatto sin dal dopo guerra, la storia dell'armamento d'Italia - spiega - versano in grande difficoltà economica. I noli , in molti settori, hanno superato i minimi storici».
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- Il patron di Moby e Tirrenia invita quindi «l'anonimo e soprattutto candido redattore del comunicato Confitarma a lasciare per una volta gli sfarzi di Palazzo Colonna a Roma e di andare a Torre del Greco, ad Ercolano, a Torre Annunziata, a passeggiare fra le mille difficoltà di città che vivevano di mare. Ciò per citare soltanto alcune delle città marittime del nostro Sud. Che vada lui, con la dignità e coraggio che lo contraddistingue - conclude sferzante Onorato - ad annunciare la perdita di altri 15mila posti di lavoro nel cabotaggio, e che Dio lo perdoni, anche se avrà il suo da fare per farlo».
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