- Il rinnovo per un'ulteriore durata di 60 anni della concessione alla Trieste Marine Terminal (TMT) del Molo Settimo del porto di Trieste, che è stato deliberato a metà 2014 dal Comitato Portuale dello scalo giuliano e che lo scorso aprile ha ottenuto il via libera della Commissione Europea ( del 29 luglio 2014 e 24 aprile 2015), è stato presentato oggi presso la Regione Friuli Venezia Giulia, con la presidente dell'ente, Debora Serracchiani, che ha espresso «grande soddisfazione» per la sottoscrizione dell'atto. «Si tratta - ha sottolineato Serracchiani - di un privato che sta investendo ancora una volta sul porto di Trieste e questo investimento si accompagna a risorse pubbliche, tra cui i 50 milioni di euro sulla parte ferroviaria di Campo Marzio che permetteranno alle infrastrutture del porto di Trieste di fare davvero un vero salto di qualità».
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- La concessione è stata firmata lo scorso 1° dicembre dall'Autorità Portuale di Trieste. Il commissario straordinario dell'authority portuale, Zeno D'Agostino, ha ricordato che da parte di TMT c'è l'impegno ad un investimento «pari a 188 milioni di euro, di cui una prima tranche di 100 milioni ha un preciso cronoprogramma». Il presidente di TMT, Fabrizio Zerbini, ha illustrato gli interventi privati che si accompagnano alla concessione sessantennale del terminal contenitori di Trieste, i cui traffici crescono sistematicamente dal 2003 (tranne il 2009): il primo passo è l'allungamento di 100 metri per 400 metri di larghezza della banchina lato Sud, che vanta il maggior pescaggio del Mediterraneo (18 metri), in modo da permettere l'ormeggio contemporaneo di due navi da 14mila teu; il secondo step prevede un ulteriore allungamento di 100 metri per 400 metri di larghezza, mentre altri 100 metri di lunghezza sono previsti nella terza fase, più 20 metri in larghezza, per consentire l'ormeggio di navi feeder. Contemporaneamente ulteriori interventi riguardano le gru e altre infrastrutture. I preliminari dei lavori, che avranno inizio operativo nei primi mesi del 2017 per essere completati entro la fine del 2018, sono già iniziati con i carotaggi e gli abbattimenti di alcuni magazzini e di una rampa.
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- Secondo Pierluigi Maneschi, presidente di Italia Marittima e azionista di riferimento di T.O. Delta, società controllante TMT che recentemente è stata affiancata nella compagine sociale dal gruppo armatoriale MSC ( del 16 settembre 2015), il porto di Trieste deve valorizzare le procedure di sdoganamento e non limitarsi a essere scalo di transito, ma - ha sottolineato - è «l'unico porto d'Italia che può crescere perché c'è un mercato di circa cinque milioni di contenitori al quale possiamo partecipare, e questo vorrebbe dire dar lavoro ad altre 1.000 persone».
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