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I sindacati spagnoli revocano altre tre giornate di sciopero nei porti
Coordinadora: il governo ha creato attriti e, di conseguenza, deve essere parte della soluzione
9 marzo 2017
Dopo la decisione dei giorni scorsi di sospendere le prime giornate di sciopero nei porti spagnoli per protestare contro le misure definite dal governo di Madrid per modificare la legislazione nazionale sul lavoro portuale adeguandola a quella europea ( del 3 marzo 2017), i sindacati hanno deciso di revocare altre tre giornate di sciopero negli scali portuali programmate per domani, lunedì e mercoledì della prossima settimana.
Coordinadora Estatal de Trabajadores del Mar ha reso noto che l'incontro di ieri tra i rappresentanti dei terminalisti e dei lavoratori portuali nell'ambito del Consiglio Economico e Sociale ha condotto a definire una richiesta congiunta al governo affinché sieda al tavolo delle trattative, come unica via per raggiungere accordi con garanzia di esecuzione.
«Di fronte a questo scenario, con le imprese che ora aderiscono alla richiesta di un reale dialogo come sino a quel momento avevano chiesto i lavoratori e altri gruppi politici nonché la commissaria ai Trasporti, Violeta Bulc - ha spiegato Coordinadora - i lavoratori portuali, in un esercizio di responsabilità, hanno revocato lo sciopero che avevano programmato per il 10, 13 e 15 marzo. Analogamente, in attesa di vedere quali sviluppi si avranno in questi giorni, sono sospesi anche gli scioperi internazionali in programma».
L'organizzazione sindacale ha precisato che ANESCO, l'associazione che rappresenta i terminalisti portuali spagnoli, «ha espresso la volontà di mantenere i posti di lavoro, come era stato concordato con l'intesa raggiunta con il lavoratori prima dell'irruzione sulla scena del regio decreto, ma - ha evidenziato Coordinadora - affinché questa intenzione divenga norma deve essere riformulato il regio decreto».
«Dopo la constatazione, da parte datoriale, che ciò che avevano denunciiato i lavoratori protuali fin dal primo incontro è che è il testo del regio decreto che impedisce di ravvicinare le posizioni - ha rilevato il sindacato - si è capito che non si tratta di una controversia di lavoro tra datori di lavoro e lavoratori, ma che è stato il governo che ha creato attriti e, di conseguenza - ha osservato Coordinadora - deve essere parte della soluzione».
Sottolineando che sono stati i lavoratori portuali ad aver sinora dimostrato senso di responsabilità, che hanno mostrato flessibilità e sono sempre stati disponibili ad incontrare tutte le parti, il sindacato ha concluso sostenendo che «ora tocca al ministro De la Serna dimostrare disponibilità e aprire un vero e proprio tavolo delle trattative, mostrandosi disposto ad un accordo e ad avvicinare le parti. Lo chiedono i lavoratori, i datori di lavoro, i partiti politici ed anche la commissaria europea Violeta Bulc che durante la sua visita in Spagna ha spiegato l'importanza del dialogo sociale ed è stata molto esplicita nel dire che “sono molte le strade che portano a Madrid”».
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