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ANCIP, Filt, Fit e Uilt plaudono alla decisione di presentare ricorso alla Corte UE sulla tassazione delle authority portuali
Per noi - sottolinea l'Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali - la legge n.84/94 deve essere difesa a tutti i costi
11 gennaio 2021
L'Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali (ANCIP) ha plaudito all'intenzione del governo, anticipata dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, di procedere all'impugnazione, dinanzi alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, della decisione definitiva della Commissione UE dello scorso 4 dicembre volta ad imporre all'Italia di abolire le esenzioni dall'imposta sulle imprese di cui beneficiano le authority portuali italiane ( del 4 dicembre 2020).
In una nota l'ANCIP ha ricordato di essersi sempre battuta in difesa della pubblicità dei porti italiani, «perché - ha spiegato l'associazione - li consideriamo l'asset strategico più importante della nostra nazione. Lo abbiamo fatto anche sostituendoci a quelle istituzioni e associazioni che avrebbero dovuto e potuto fare molto di più in sede di interlocuzione europea. Ricordiamo infatti che, in tempi non sospetti, una nostra delegazione, nel novembre 2019, si è recata a Bruxelles per condividere le nostre osservazioni su una decisione che ritenevamo, e riteniamo tutt'ora, pericolosa per il futuro assetto giuridico pubblico delle Autorità di Sistema Portuale» ( del 18 e 21 novembre 2019). «Per noi - prosegue la nota - la legge n.84/94 deve essere difesa a tutti i costi, soprattutto da personaggi politici e lobby di potere che vorrebbero approfittare di questa decisione per stravolgere l'assetto giuridico delle AdSP per arrivare alla “loro” tanto agognata privatizzazione dei porti».
Definendo « estremamente importante» l'esortazione rivolta da Matteo Bianchi, responsabile nazionale del dipartimento Economia del Mare del Partito Democratico, al cluster portuale italiano affinché si schieri a fianco dell'iniziativa annunciata dalla ministra De Micheli, l'Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali ha precisato che «sicuramente, come ANCIP, non potremo intervenire ad adiuvandum nel procedimento legale, ma di certo saremo in prima fila nella difesa del nostro mondo».
Anche Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno espresso apprezzamento per la decisione preannunciata dalla ministra: «finalmente - hanno sottolineato le organizzazioni sindacali - una posizione chiara e netta così come avevamo già auspicato quando la Commissione Europea aveva minacciato il provvedimento di infrazione nei confronti dell'Italia sulla tassazione delle Autorità di Sistema Portuale». Evidenziando che il pronunciamento della Commissione Europea sugli aiuti di Stato ai porti italiani «di fatto stravolgerebbe l'assetto giuridico delle nostre AdSP, indirizzandolo verso la configurazione di impresa pubblica oppure di ente pubblico economico», Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno rilevato che «il ricorso alla Corte Europea è un punto di partenza dell'azione politica che l'intero cluster portuale deve avviare a sostegno delle evidenti differenze tra le nostre authority e quelle degli altri paesi europei. Il nostro modello - hanno ribadito - va difeso tutti assieme e sostenuto con chiarezza e determinazione».
«Il ruolo che attualmente esercitano questi enti pubblici, non economici ad ordinamento speciale, così come definiti dalla legge 84/94 che regola il mercato delle operazioni portuali - hanno osservato i tre sindacati - è di amministrare le aree demaniali e promuovere i nostri scali, andando così di fatto a svolgere un servizio di interesse generale e non di certo distorsivo del mercato. È fondamentale quindi preservare questo assetto giuridico proprio per preservare il “bene pubblico” e la libera concorrenza con le regole tracciate nella legislazione portuale».
«La presa di posizione del nostro Paese annunciata dalla ministra De Micheli - hanno concluso Filt, Fit e Uilt - raccoglie una nostra sollecitazione su una vicenda che si sta trascinando da tempo e che implicherebbe uno stravolgimento del nostro ordinamento andando a snaturare il ruolo di terzietà delle AdSP, a scapito della concorrenza e quindi delle tutele dei lavoratori».
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