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Il bilancio di previsione 2022 dell'AdSP del Tirreno Centro Settentrionale presenta un disavanzo di circa 3,9 milioni
Musolino: dei ristori promessi dallo Stato e previsti in una norma del 2020 sino ad oggi non è arrivato un centesimo
22 ottobre 2021
Ieri il Comitato di gestione dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale ha preso atto all'unanimità della procedura di allerta e prevenzione della crisi per l'esercizio finanziario 2022. L'ente ha infatti reso noto che, «pur con l'attuazione del piano di risanamento adottato nei mesi scorsi e l'inizio della ripresa dei traffici - importante in termini relativi, ma ancora contenuta in valori assoluti - la bozza di bilancio di previsione 2022 presenta un disavanzo finanziario di circa 3,9 milioni di euro».
L'authority portuale ha specificato che «la copertura di tale deficit passerà attraverso un aumento delle aliquote dei diritti dell'infrastruttura portuale, per generare nuovo gettito per 1,4 milioni, l'aumento delle entrate tributarie e dei canoni demaniali per l'adeguamento Istat del 3% per circa 0,5 milioni e la riduzione della spesa corrente per almeno due milioni di euro». L'ente ha precisato che «la previsione relativa alla riduzione di spesa è correlata alla clausola sospensiva della contrattazione di secondo livello del personale dell'AdSP, con effetti a decorrere dal primo gennaio 2023» e che «condizione essenziale per garantire quanto illustrato alle organizzazioni sindacali è l'ottenimento dei ristori previsti nel decreto-legge Trasporti, la cui conversione in legge dovrà avvenire entro il prossimo 9 novembre».
«Intervenire in questo modo sui lavoratori - ha spiegato il presidente dell'AdSP, Pino Musolino - era l'ultima delle opzioni che avremmo voluto utilizzare e per questo abbiamo atteso fino al termine ultimo di approvazione del bilancio di previsione i ristori promessi dallo Stato e previsti in una norma del 2020. In realtà, fino ad oggi, non è arrivato un solo centesimo per evitare il default del porto di Roma, nonostante gli impegni assunti ad ogni livello istituzionale. Attendiamo ora con fiducia che i soldi già stanziati possano essere erogati a novembre con la conversione del decreto Trasporti, in modo che il costo dell'azzeramento dei traffici dovuto al Covid e di scelte sbagliate del passato non debba essere pagato dai dipendenti e che quindi da un lato nel 2022 sia possibile rimodulare l'accordo integrativo, in funzione di auspicabili nuove entrate e maggiore competitività del network portuale, da perseguire anche attraverso strumenti incentivanti per i dipendenti, e dall'altro si intervenga strutturalmente sulle entrate e le uscite dell'Adsp, per far sì che ogni anno i conti possano essere in equilibrio senza dover mettere in discussione contratti o posti di lavoro».
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