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Prima Irish Ferries, ora P&O Ferries. La storia si ripete?
Nel 2005 la compagnia irlandese pose un aut-aut ai propri marittimi: lasciare il lavoro o accettare nuove condizioni
28 marzo 2022
Sabato nel porto nordirlandese di Larne la Maritime and Coastguard Agency (MCA) ha effettuato un'ispezione a bordo del traghetto European Causeway della P&O Ferries disponendo il fermo della nave avendo accertato che l'equipaggio non ha familiarità con la conduzione della nave e avendo appurato carenze nella documentazione della nave e nella formazione dell'equipaggio. L'effettuazione di ispezioni a bordo delle navi della P&O Ferries era stata sollecitata da diversi sindacati britannici a seguito della decisione della compagnia di navigazione di licenziare in tronco 800 marittimi britannici per rimpiazzarli con lavoratori esteri al fine di ridurre i costi ( del 17 e 17 marzo 2022)
«Siamo lieti - ha commentato Mark Dickinson, segretario generale di RMT, uno dei sindacati che più di altri avevano sollecitato la MCA a svolgere queste ispezioni - di apprendere questa iniziativa della MCA per impedire che la European Causeway possa navigare. In un settore critico per la sicurezza come quello marittimo - ha sottolineato Dickinson - l'importanza di un equipaggio competente, ben addestrato ed esperto non può essere sottovalutata. Ciò è ancora più vero per una compagnia come P&O Ferries per la quale, oltre ai rischi connessi a tutte le operazioni di trasporto marittimo, sussistono ulteriori pressioni relative all'esercizio di navi che trasportano sino a 2.000 passeggeri con partenze che si susseguono l'una all'altra su rotte marittime che sono le più trafficate al mondo. Le conseguenze possono essere fatali quando, nel settore dei traghetti, la pressione commerciale ha la precedenza sui problemi di sicurezza».
Se con il blocco della European Causeway i sindacati vedono accolta una delle loro richieste, è verosimilmente assai difficile che il governo di Londra, che pur ha condannato duramente la decisione di P&O Ferries di licenziare i marittimi senza preavviso ( del 18 marzo 2022), possa imporre alla compagnia di navigazione il reintegro degli 800 marittimi come richiesto dalla stessa RMT, riassumendo lavoratori che P&O Ferries ha licenziato violando le leggi britanniche come alla fine ha ammesso l'amministratore delegato della compagnia, Peter Hebblethwaite, sconfessando quanto in un primo momento asserito dalla dirigenza che aveva sostenuto di aver agito nel pieno rispetto delle norme ( del 22 e 24 2022).
È assai probabile, infatti, che al di là di eventuali sanzioni, proprio come quelle imposte alla Russia dal blocco occidentale per condannare l'invasione dell'Ucraina decisa da Vladimir Putin, il governo britannico non andrà oltre: così come gas e petrolio russi sono vitali per il funzionamento di molte economie occidentali, così i servizi marittimi di linea di compagnie come P&O Ferries sono essenziali per il pieno ed efficace funzionamento dell'economia del Regno Unito e per i suoi scambi con l'estero.
Un precedente che fa supporre che Downing Strett non andrà oltre la pur ferma protesta è quello della Irish Ferries, che, comportandosi in modo appena poco più corretto nei confronti dei suoi marittimi rispetto a quanto ha fatto P&O Ferries, nel 2005 aveva proposto loro incentivi per lasciare il lavoro ( del 19 settembre 2005). A seguito dell'apertura del mercato del lavoro ai Paesi nuovi membri dell'Unione Europea attuato il primo maggio 2004 da Irlanda, Regno Unito e Svezia, infatti, Irish Ferries aveva annunciato l'intenzione, poi attuata, di cambiare bandiera alle proprie navi al fine di imbarcare marittimi esteri, ponendo la flotta principalmente sotto bandiera cipriota. Bandiera sotto cui attualmente navigano alcune navi della P&O Ferries mentre altre battono le bandiere delle Bahamas, della Finlandia e di altre nazioni, ma non del Regno Unito. Ai suoi 543 marittimi Irish Ferries aveva proposto di lasciare il lavoro accettando misure di compensazione oppure di mantenere il proprio posto accettando però nuove condizioni.
Le motivazioni addotte allora dall'amministratore delegato di Irish Ferries, Eamonn Rothwell, per questa riorganizzazione del lavoro sono le stesse espresse dall'attuale amministratore delegato di P&O Ferries: la necessità di ridurre le spese per far fronte a compagnie concorrenti che sostengono oneri per il personale più contenuti e consentire così alla compagnia di navigazione di assicurare la sostenibilità economica della propria attività. Allora le reazioni dei sindacati e del governo irlandesi furono le stesse: accesa protesta dei rappresentanti dei lavoratori che chiedevano il reintegro dei marittimi e biasimo dell'esecutivo per la decisione di Irish Ferries. Alla fine, tuttavia, la compagnia di navigazione irlandese iniziò ad impiegare sulle proprie navi lavoratori esteri e il governo di Dublino fornì a Irish Ferries un pacchetto di aiuti peraltro approvato dall'Unione Europea. Irish Ferries che, è necessario ricordarlo, se in precedenza effettuava collegamenti marittimi solo tra Irlanda e Regno Unito e tra Irlanda e Francia, lo scorso 29 giugno ha iniziato ad operare sulla rotta Dover-Calais collegando il Regno Unito alla Francia e ponendosi in diretta concorrenza con P&O Ferries per questo servizio marittimo.
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