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Il governo di Londra si unisce al coro di accuse per il comportamento di P&O Ferries, ma prende atto della situazione
Nautilus International chiede alla Maritime and Coastguard Agency di verificare se la flotta della compagnia potrà ancora navigare in sicurezza
18 marzo 2022
La sospensione dei servizi marittimi della P&O Ferries, che ieri ha improvvisamente annunciato il licenziamento immediato di 800 marittimi ( del 17 e 17 marzo 2022), durerà per circa una settimana o dieci giorni. Lo ha reso noto il sottosegretario britannico ai Trasporti, Robert Courts, a seguito di un incontro nella serata di ieri con i rappresentanti della compagnia di navigazione, specificando che le rotte sospese sono quelle Dover-Calais, Larne-Cairnryan, Dublin-Liverpool e Hull-Rotterdam. Il sottosegretario ha precisato inoltre che i passeggeri e le merci potranno comunque viaggiare da e per il Regno Unito anche attraverso la Manica e che il gruppo danese DFDS sta predisponendo servizi alternativi, ma ha pure confermato che nei prossimi giorni si potranno verificare interruzioni dei servizi.
Quanto al repentino licenziamento dei marittimi, Courts, comunicando al Parlamento l'esito dei colloqui con i rappresentanti di P&O Ferries, ha affermato che «il modo in cui questi lavoratori sono stati informati è del tutto inaccettabile». «Si tratta - ha aggiunto il sottosegretario - di personale efficiente e dedicato che per anni ha prestato servizio in P&O. Il modo in cui sono stati trattati oggi è del tutto inaccettabile e il mio pensiero va prima di tutto a loro. Le notizie di lavoratori che non hanno ricevuto alcun preavviso e all'improvviso sono stati scortati fuori dalle loro navi mentre veniva comunicato che i loro compiti sarebbero stati assunti da personale più economico dimostra la natura insensibile con cui P&O ha affrontato questo problema, un punto che ho chiarito quando questo pomeriggio ho parlato con la direzione di P&O. Come ho detto a Peter Hebblethwaite (l'amministratore delegato di P&O Ferries, ndr), sono estremamente preoccupato e francamente arrabbiato per il modo in cui oggi i lavoratori sono stati trattati da P&O. Essendo una questione prioritaria, ho chiesto al mio Dipartimento di collaborare strettamente con le controparti del Dipartimento per il Lavoro e le pensioni per assicurare che i lavoratori siano opportunamente indirizzati verso i più idonei servizi di supporto e ho intenzione di chiamare immediatamente i sindacati dopo questa dichiarazione per discutere la situazione con loro».
Specificando che quella della P&O Ferries «è fondamentalmente una decisione commerciale da parte della compagnia», rivolgendosi al presidente della Camera il sottosegretario ha rilevato che, se «non ci sono dubbi sul fatto che la pandemia abbia avuto un impatto devastante sulle finanze di molte società turistiche, inclusa P&O», «tuttavia - ha precisato Courts - se le loro finanze sono affari loro e solo loro, mi sarei aspettato di meglio per i lavoratori coinvolti».
Intanto si moltiplicano le furenti dichiarazioni dei rappresentanti dei sindacati colti di sorpresa dalla decisione della compagnia di navigazione, che è di proprietà del gruppo DP World di Dubai. «È essenziale - ha detto il segretario generale di RMT, Mick Lynch - che i lavoratori di ogni settore si mobilitino per le manifestazioni di venerdì». Per oggi, infatti, sono state indette manifestazioni di protesta a Dover, Liverpool e Hull. «Dobbiamo - ha spiegato Lynch - inviare un messaggio a spietati datori di lavoro e nel contempo al governo circa il fatto che, quando i lavoratori sono trattati in modo così miserevole, c'è una risposta militante dal movimento sindacale. Questo esempio di capitalismo da gangster a cui sono stati sottoposti i nostri aderenti di P&O è ciò che ci aspetta per gli altri lavoratori in tutto il Paese se non prendiamo tutti una posizione».
Rinnovando le accuse mosse ieri alla compagnia di navigazione, il sindacato Nautilus International ha affermato di aver ottenuto prove che P&O Ferries stesse pianificando da molto tempo il licenziamento di tutti i marittimi impiegati sulle rotte da e per il Regno Unito, cercando manodopera dell'Europa orientale per sostituire i marittimi britannici oltre che assumendo guardie di sicurezza per intimidire i marittimi dopo aver comunicato loro il licenziamento con effetto immediato. Guardie di sicurezza - ha specificato Nautilus International - che attualmente sono a bordo di alcune navi della compagnia minacciando l'equipaggio che - ha denunciato il sindacato - se non firmano subito accordi di mobilità e lasciano la nave, riceveranno solo l'indennità di licenziamento di base e prestazioni ridotte. Su altre navi - ha reso noto Nautilus International - gli equipaggi si sono rifiutati di farli salire a bordo».
Nautilus International ha riferito inoltre che un annuncio di lavoro è stato pubblicato da una società di manning con sede nell'Europa orientale per la ricerca di personale per sostituire gli esperti marittimi che hanno lavorato per P&O per molti anni. Nell'annuncio dal titolo “Lavoro urgente solo per equipaggi dell'UE!” - ha precisato il sindacato - si specifica che “c'è bisogno di 40 marinai scelti e di un operaio motorista per riunirsi dopodomani alla nostra nave passeggeri nel Regno Unito. La durata del contratto è di sole due settimane! Il salario è di 2.000 dollari a settimana lavorativa, ovvero 4.000 dollari per l'intero contratto di due settimane! Per favore, dillo ai tuoi amici!”.
Nautilus International ha reso noto di aver ricevuto anche un messaggio che sarebbe stato inviato alla società britannica Interforce, specializzata nell'assunzione e fornitura di addetti alla sicurezza, con il quale - ha reso noto il sindacato - verrebbe richiesto personale per un'attività nel porto di Dover della durata di una settimana per un cliente che ha richiesto 16 addetti di Interforce per supportare le squadre di sicurezza del cliente.
Nautilus International ha inviato anche una lettera alla Maritime and Coastguard Agency (MCA) invitandola ad indagare con urgenza sulla sicurezza delle navi della P&O Ferries che - ha denunciato il sindacato - verrebbe messa a rischio rimpiazzando marittimi esperti con personale che non ha familiarità né con le navi né con le rotte, tra cui quella Dover-Calais che è la rotta marittima più trafficata del mondo. «Scriviamo - si legge nella lettera - per chiedere quali piani l'MCA ha per garantire la sicurezza delle navi prima che la compagnia possa riprendere le operazioni. In particolare, come sarà garantito che la compagnia sia conforme ai requisiti della STCW, dell'ISM e di altri strumenti relativi all'addestramento, passaggio delle consegne e formazione sulle specifiche della nave e delle attrezzature».
Anche il sindacato dei trasporti pubbici TSSA ha condannato l'iniziativa di P&O Ferries: «questo - ha affermato il segretario generale dell'organizzazione sindacale, Manuel Cortes - è un comportamento assolutamente spregevole da parte di P&O, pianificato al fine di diminuire le retribuzioni e peggiorare le condizioni e i termini di lavoro del proprio personale. Dovrebbero vergognarsi di loro stessi per aver trattato così personale leale ed efficiente. In qualsiasi Paese civile queste azioni non solo sarebbero illegali, ma punibili nei termini più severi possibili. Purtroppo dubito che il governo Tory alzerà un solo dito per assicurarsi che ciò avvenga. Esprimendo la solidarietà del nostro sindacato agli associati dei sindacati nostri consociati che vengono trattati in modo così spregevole da questo esecrabile datore di lavoro - ha concluso Cortes - metto anche in guardia il resto del settore dei traghetti: TSSA combatterà con le unghie e con i denti qualsiasi tentativo di replicare il comportamento vergognoso di P&O».
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