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P&O Ferries replica al governo: sì, abbiamo fatto “scortare” gli equipaggi fuori dalle navi, ma tutto è avvenuto a termini di legge
Hebblethwaite assicura che l'iniziativa è stata adottata quale extrema ratio per assicurare la sopravvivenza della compagnia
23 marzo 2022
P&O Ferries ha rotto il silenzio seguito al licenziamento in tronco di 800 marittimi attuato improvvisamente giovedì scorso dalla compagnia di navigazione senza alcun preavviso ( del 17 marzo 2022). Silenzio che sembra essere la strategia comune adottata nel mondo occidentale da alcune società che da un'ora all'altra hanno imposto ai propri dipendenti di uscire dagli uffici e dalle fabbriche per poi, subito dopo, comunicare loro il licenziamento. Un silenzio che P&O Ferries ha rotto ieri rispondendo, quattro giorni dopo, ad una lettera inviata alla compagnia da Hon Kwasi Kwarteng e Paul Scully, ministro e sottosegretario del Dipartimento per le Attività economiche, l'energia e la strategia industriale, che nella missiva avevano formalizzato la condanna del governo di Londra rispetto ai licenziamenti effettuati da P&O Ferries e alla modalità con cui sono stati attuati che era già stata espressa verbalmente all'amministratore delegato della compagnia di navigazione, Peter Hebblethwaite, dal sottosegretario ai Trasporti, Robert Courts ( del 18 marzo 2022).
Nella lettera di ieri, che riprende il contenuto di una nota informale rilasciata nei giorni scorsi dalla compagnia, Hebblethwaite ha evidenziato il ruolo essenziale di P&O Ferries nel mantenimento in funzione delle catene di approvvigionamento, consentendo la crescita sia del turismo che degli scambi commerciali del Regno Unito, e ha precisato negli ultimi tempi l'attività della compagnia ha generato significative perdite ed è diventata insostenibile. «Per sopravvivere e salvaguardare il futuro della P&O Ferries - ha scritto Hebblethwaite - abbiamo dovuto apportare significativi cambiamenti al modo in cui operiamo. Perciò abbiamo deciso di ristrutturare la componente degli equipaggi al fine di garantirci di poter continuare a servire queste rotte commerciali che sono vitali per l'economia del Regno Unito».
Nella lettera l'amministratore delegato di P&O Ferries ha assicurato che quella di licenziare i marittimi rappresenta un'extrema ratio che è stata adottata - ha ammesso - senza comunicazioni preventive né ai dipendenti, né alle parti sociali né alle istituzioni. «Sappiamo - ha spiegato Hebblethwaite - che per il nostro personale questo licenziamento è avvenuto senza preavviso o previa consultazione, e siamo dolorosamente consapevoli che ciò ha causato angoscia a loro e alle loro famiglie. Ristrutturare la nostra forza lavoro in questo modo - ha assicurato Hebblethwaite - è una linea d'azione che mai avremmo voluto seguire come azienda: l'abbiamo fatto come ultima risorsa e solo - ha garantito ancora il CEO di P&O Ferries - dopo aver preso in considerazione tutte le altre possibilità. Alla fine abbiamo concluso che l'attività, semplicemente, non sarebbe sopravvissuta senza un sostanziale cambiamento dell'organizzazione degli equipaggi che ci consentisse di allinearci alla stragrande maggioranza degli altri operatori marittimi internazionali, cosa che a sua volta avrebbe inevitabilmente comportato degli esuberi. Non abbiamo visto altri modi praticabili per preservare la nostra iconica attività britannica, salvando i rimanenti 2.200 posti di lavoro che garantisce e salvaguardando il 15% della capacità di scambi commerciali britannici che sostiene».
Hebblethwaite ha sottolineato che ai 786 licenziati la compagnia ha offerto «un pacchetto di compensazioni assai generoso». L'amministratore delegato ha affermato che «sinora 575 di queste persone si sono attivate per accettare i termini di fine rapporto offerti e - ha specificato - una parte di questi è composta da persone che hanno anche preso iniziative per accettare l'offerta di lavoro della nuova società che recluta gli equipaggi».
Inoltre Hebblethwaite ha voluto puntualizzare le modalità decise dalla compagnia per indurre, o - a seconda di come si interpretano le sue parole - per costringere i marittimi a scendere dalle navi. L'amministratore delegato ha evidenziato che non sono state impiegate guardie di sicurezza dotate di manette o taser e che i licenziamenti non sono stati comunicati via Zoom con messaggi preregistrati. «Innanzitutto - ha spiegato Hebblethwaite ai rappresentanti del governo - le squadre che accompagnavano i marittimi nel lasciare le nostre navi sono state totalmente professionali nell'affrontare questo difficile compito con tutta la sensibilità e la competenza appropriate. Contrariamente a quanto si dice, nessuno tra il nostro personale indossava passamontagna né era stato ordinato di usare le manette o la forza. Invece sono rimasti professionali, comprensivi e sereni in una situazione impegnativa per tutti, cercando di garantire l'incolumità di tutte le persone a bordo. In secondo luogo P&O Ferries ha compiuto anche ogni sforzo per assicurare, per quanto possibile, che tutti ricevessero la notizia direttamente il giorno della ristrutturazione e non indirettamente tramite altri colleghi licenziati o attraverso altri. Quel giorno tutti gli equipaggi interessati che stavano lavorando sono stati informati a quattr'occhi e di persona a bordo delle loro navi. Per gli equipaggi che erano a riposo, si sono tenute riunioni virtuali, ma solo 261 delle 400 persone a riposo sono state coinvolte in queste chiamate. Le persone interessate sono state anche contattate individualmente telefonicamente, oltre che via e-mail e SMS, con lettere di licenziamento e termini di fine rapporto che sono stati condivisi anche via corriere ed e-mail».
Concludendo la lettera Hebblethwaite ha sostenuto, tagliando corto, che P&O Ferries non ha violato alcuna legge agendo come ha agito e comunicando la sua iniziativa alle autorità competenti il 17 marzo 2022, il giorno stesso in cui l'ha posta in atto.
Una lettera, quindi, in cui P&O Ferries respinge ogni addebito, pur confermando la decisa e repentina modalità di esecuzione dei licenziamenti che è stata attuata mentre gli equipaggi della compagnia venivano “scortati” fuori dalle loro navi. Il messaggio finale al governo comunque è chiaro: noi - dice espressamente P&O Ferries - non abbiamo violato alcuna legge. Sinora il governo ha mosso accuse alla compagnia per le modalità con cui ha posto in atto questa “ristrutturazione”. Ora Londra dovrà decidere se prendere atto della situazione o imporre a P&O Ferries un cambiamento di strategia.
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