- A quanto pare il governo di Londra non ha alcuna intenzione, neppure a fronte delle difficoltà che ciò potrebbe comportare - almeno temporaneamente - per gli scambi commerciali del Regno Unito, di chiudere un occhio sulla decisione di P&O Ferries di licenziare con effetto immediato 800 marittimi per rimpiazzarli con meno costosi lavoratori esteri, iniziativa che la stessa compagnia di navigazione ha ammesso di aver attuato violando le leggi britanniche ( del 17 e 24 marzo 2022). Oggi, infatti, il ministro dei Trasporti, Grant Shapps, ha inviato una durissima lettera all'amministratore delegato di P&O Ferries, Peter Hebblethwaite, intimando il reintegro degli 800 marittimi e sollecitandolo neppure velatamente a rassegnare le dimissioni.
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- «Caro Peter - ha scritto il ministro - la scorsa settimana la reputazione di P&O Ferries e, temo, la tua personale sono state fatte a brandelli. Non solo le tue lettere del 22 marzo al segretario alle Imprese e al sottoscritto - ha sottolineato Shapps riferendosi alla replica di P&O Ferries alle critiche mosse alla compagnia mosse dal governo ( del 23 marzo 2022) - sono state del tutto insoddisfacenti, ma la tua apparizione al Comitato Ristretto dei Trasporti, durante la quale hai sfacciatamente ammesso di aver violato il diritto del lavoro, ha dimostrato oltre ogni dubbio il tuo disprezzo per i lavoratori che hanno prestato anni di servizio nella tua compagnia. Non ci sono scuse per questo comportamento e, come ho detto pubblicamente venerdì, ritengo che la tua posizione di amministratore delegato, e anche di direttore della compagnia, sia diventata insostenibile».
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- Se inusitate sono state le drastiche misure adottate dalla compagnia di navigazione per sostituire gli equipaggi delle proprie navi, inconsueta è stata anche la ferma reazione del governo espressa nella lettera da Shapps: «oltre a rivedere i contratti che avete con il governo e a chiedere all'Insolvency Service (l'agenzia governativa che, tra i compiti, ha quello di indagare sulla condotta degli amministratori di società insolventi, ndr) di indagare sulle tue azioni - ha annunciato il ministro - questa settimana andrò oltre. Porterò al parlamento un pacchetto completo di misure per garantire che i marittimi siano protetti contro questo tipo di azioni secondo modalità già nelle intenzioni del parlamento e di questo governo. Attraverso quel pacchetto intendo bloccare il fine perseguito da P&O Ferries, incluso il pagare i lavoratori con un salario inferiore a quello minimo».
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- Nella missiva Shapps indica quale può essere la via d'uscita che P&O Ferries potrebbe imboccare per non giungere ad uno scontro frontale con il governo e con il parlamento: «tenendo presente quanto sopra - prosegue la lettera del ministro - hai un'ulteriore opportunità per revocare questa decisione offrendo immediatamente a tutti gli 800 lavoratori, se davvero a questo punto lo desiderassero, il loro lavoro ai termini, alle condizioni e al livello salariale precedenti. Per essere chiari - ha rimarcato Shapps - il nostro pacchetto di misure eviterà che la legge venga violata, anche nel caso che ciò avvenga consapevolmente. Alla luce di ciò, suggerirei inoltre che le scadenze imposte ai marittimi per rispondere alla tua offerta di misure di compensazione del 31 marzo vengano a cadere. Dato che intendiamo assicurare che tali esiti siano impediti dalle leggi - che faremo in modo che voi non possiate semplicemente scegliere di ignorare - credo che, in ogni caso, non avrete altra scelta che ritrattare le vostre decisioni. A questo punto - ha osservato il ministro - ritornare sulle proprie decisioni potrebbe in qualche modo favorire anche l'inizio di un ripristino della reputazione della tua compagnia presso il pubblico, gran parte del quale dimostrerà il proprio disgusto per il trattamento riservato ai lavoratori semplicemente scegliendo un operatore alternativo».
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- «P&O Ferries - conclude, più conciliante ma non troppo, la lettera di Shapps - ha una lunga e gloriosa storia. Siamo desiderosi di aiutarvi a ricostruire la fiducia che è stata persa. Questo governo non starà a guardare mentre l'obbligo di trattare i marittimi con il dovuto rispetto e con la dovuta equità viene sfacciatamente ignorato».
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