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ECSA, bene l'ok del Consiglio dell'UE all'inclusione dello shipping nell'ETS, ma i fondi per la decarbonizzazione del settore non bastano
Philis: l'attribuzione dei ricavi dell'ETS al trasporto marittimo è fondamentale per colmare il divario di prezzo tra combustibili puliti e convenzionali
1 luglio 2022
L'associazione degli armatori europei ECSA ha manifestato oggi favore per la posizione concordata mercoledì dal Consiglio dell'Unione Europea sull'inclusione dello shipping nel sistema EU ETS di scambio delle quote di emissione, ma nel contempo ha espresso preoccupazione perché - ad avviso dell'European Community Shipownsers' Associations - le misure previste per destinare risorse economiche utili a supportare la decarbonizzazione del trasporto marittimo non assicureranno al settore i fondi necessari per attuare la transizione ( del 29 giugno 2022).
Il plauso dell'ECSA va al forte sostegno dato dai ministri dell'Ambiente nell'ambito del Consiglio dell'UE all'obbligatorietà del trasferimento dei costi dell'EU ETS all'entità che opera commercialmente la nave, sulla base del principio “chi inquina paga”, posizione comune del Consiglio - ha ricordato l'associazione armatoriale - che segue la recente adozione di un'analoga posizione da parte del Parlamento europeo ( del 22 giugno 2022). L'ECSA ha evidenziato che «anche il mantenimento del periodo transitorio e l'inclusione graduale delle emissioni dei trasporti marittimi su un periodo di quattro anni sono essenziali per assicurare una transizione graduale per il settore».
Inoltre, se l'associazione armatoriale ha accolto con favore anche l'impegno manifestato dal Consiglio dell'UE nel garantire un'attenzione specifica allo shipping attraverso specifici bandi nell'ambito del Fondo per l'innovazione dell'ETS, che è lo strumento per il finanziamento di progetti sull'utilizzo di tecnologie innovative a basse emissioni di CO2, tuttavia l'ECSA ritiene che «questo impegno non sia sufficiente per sostenere l'innovazione e per colmare il notevole divario di prezzo con i combustibili puliti». L'associazione ha pertanto invitato «a destinare gli introiti dell'ETS alla transizione energetica del settore marittimo, come proposto dal Parlamento».
«È incoraggiante - ha rilevato il presidente dell'ECSA, Philippos Philis - che venga prestata una particolare attenzione al trasporto marittimo nell'ambito del Fondo per l'innovazione, ma la posizione del Consiglio è carente relativamente all'assegnazione degli introiti. L'attribuzione dei ricavi al settore - ha sottolineato Philis - è fondamentale per colmare il divario di prezzo tra combustibili puliti e combustibili convenzionali attraverso, fra l'altro, i contratti per differenza sul prezzo del carbonio. Esortiamo il Consiglio a fare un ulteriore passo avanti nel corso dei negoziati e ad avvicinarsi alla posizione del Parlamento. L'80% degli attuali ricavi dell'ETS - ha specificato il presidente dell'associazione armatoriale - viene utilizzato per la transizione energetica di altri settori ETS ed abbiamo bisogno di vedere che lo stesso accade per il trasporto marittimo. Si tratta - ha sottolineato Philis - di un momento decisivo per la decarbonizzazione dello shipping e per la competitività del settore».
Riferendosi poi al sostegno che il Consiglio dell'UE ha manifestato alla proposta per affrontare le questioni delle notazioni Ice Class delle navi e per introdurre disposizioni specifiche per le piccole isole e le regioni ultraperiferiche, l'ESCA ha espresso la ferma volontà di impegnarsi con il Consiglio e con il Parlamento per trovare un soluzione adeguata.
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