L'elettrificazione delle banchine per consentire alle navi all'ormeggio di spegnere motori di bordo al fine di ridurre l'inquinamento atmosferico? Della complessità dell'attuazione dei relativi progetti e della loro efficacia si è discusso nel corso del recente appuntamento organizzato dal Propeller Club di Salerno dal titolo “Cold Ironing e transizione energetica nei porti”, in cui la tematica è stata analizzata sotto l'aspetto tecnico, amministrativo, imprenditoriale.
Durante l'incontro è stato specificato che la tecnologia per elettrificare i porti è matura e, nel caso italiano caratterizzato da scali portuali inseriti direttamente nel tessuto urbano delle città, può rappresentare una soluzione per abbattere le emissioni di inquinanti. Lo stesso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina 700 milioni a 34 porti nazionali per adottare la soluzione che permette alle navi attraccate di spegnere i motori e collegarsi alla rete elettrica di terra per garantire il funzionamento dei dispositivi di bordo. È stato inoltre ricordato che, già ampiamente sperimentato in Nord Europa, il cosiddetto cold ironing necessita di infrastrutture a terra particolarmente affidabili e in grado di gestire grandi picchi in termini di energia da erogare, a seconda delle caratteristiche delle unità collegate.
«Tra un megayatch e una ro-ro - ha spiegato nel suo intervento Giuseppe Sachero, vice presidente South West Europe Industrial and Marine Solution di Siemens Energy - ci sono diversi ordini di grandezza nella quantità di elettricità e nel tipo di tensioni da utilizzare. Sul medio termine l'elettrificazione delle banchine può rappresentare la soluzione, sul breve si svilupperanno presumibilmente configurazioni ibride considerando anche la ricerca sui carburanti alternativi, in particolare nel settore delle crociere e dei traghetti».
Dei “colli di bottiglia” nella gestione delle infrastrutture ha parlato Walter Abbondanza, Sales Area Sud Italia di Siemens Energy - Siemens Spa - sottolineando la difficoltà “a monte” di rifornire le banchine con le alte tensioni necessarie ma anche le problematiche sul “lato mare”: «trasferire l'energia elettrica tramite i flessibili plug in - ha chiarito - è possibile solo se la nave è equipaggiata per questo tipo di operazione. Ad oggi la maggior parte delle flotte commerciali non è preparata anche a causa del dilemma che devono risolvere gli armatori rispetto all'incidenza dei costi».
Sulle risorse economiche disponibili per attuare i progetti di elettrificazione delle banchine, con ritardi che rischiano di mettere in discussione gli ingenti finanziamenti messi a disposizione dell'UE, si è soffermato il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Andrea Annunziata, sottolineando che la portualità italiana si è attivata «per mettere a frutto i 400 milioni complessivamente assegnati al nostro sistema portuale, di cui 25 milioni e 15 milioni sono destinati rispettivamente al cold ironing nei porti di Napoli e Salerno». Annunziata ha anche avanzato la proposta di tener conto dei “costi sociali dell'inquinamento” nella determinazione di meccanismi futuri in grado di contenere i maggiori costi energetici ed ha reso noto che a breve, con la firma delle gare per l'elettrificazione delle banchine dello scorso settembre, cominceranno nel porto di Salerno i primi sopralluoghi per la determinazione dei programmi operativi. Sotto questo aspetto - ha precisato il presidente dell'AdSP - lo scalo campano rappresenta un caso particolare: «l'energia - ha spiegato - non sarà distribuita attraverso una cabina elettrica di grandi dimensioni ma dall'elettrodotto di Via Ligea che attraversa le gallerie di Salerno Ovest». Successivamente partirà l'interlocuzione con gli operatori portuali per definire le priorità e le compatibilità relative ai loro progetti. Tra questi anche il terminal a “emissioni zero” presentato da Agostino Gallozzi, presidente di Salerno Container Terminal, al centro di un corposo piano di investimenti da parte del gruppo già avviato da alcuni anni: «abbiamo l'ambizione - ha affermato Gallozzi - di raggiungere quest'obiettivo entro i prossimi cinque anni usufruendo del cold ironing ma anche attrezzandoci con infrastrutture e mezzi elettrificati per tutte le operazioni in banchina. La sostenibilità ambientale non va vissuta come un ulteriore peso ma come un obbligo che abbiamo rispetto al futuro. L'elettrificazione delle banchine rientra a ragione nella filiera ecosostenibile dei porti di quinta generazione verso cui stiamo puntando con determinazione».