Tra gli armatori sembra non esserci perfetta consonanza di
valutazione rispetto all'aggiornamento della strategia per
decarbonizzare lo shipping deciso a conclusione delle trattative
svoltesi la scorsa settimana nell'ambito del comitato MEPC
dell'International Maritime Organization
(
del
7
luglio 2023). L'organizzazione armatoriale International Chamber
of Shipping (ICS) ha definito estremamente ambiziosi gli obiettivi
individuati dalla nuova strategia, inclusi i cosiddetti “punti
di controllo indicativi” fissati nel 2030 e nel 2040 con lo
scopo di valutare il procedere della strategia
(
del
7
luglio 2023), e il World Shipping Council (WSC), l'associazione
internazionale che rappresenta gli armatori impegnati nel settore
dei container, ritiene che la rinnovata strategia per la
decarbonizzazione del trasporto marittimo fissi «obiettivi e
tappe chiari»
(
del
7
luglio 2023).
Non la pensa esattamente così la Getting to Zero
Coalition, la piattaforma istituita per promuovere una
decarbonizzazione commercialmente praticabile dello shipping, che,
pur essendo per un quarto degli oltre 200 associati costituita da
enti e imprese del settore energetico, finanziario, industriale e
portuale, per la parte preponderante è formata da compagnie e
società armatrici. Non è certo dell'avviso delle
associazioni ambientaliste più direttamente interessate alla
riduzione delle emissioni dello shipping, secondo le quali la nuova
strategia è «fallimentare»
(
del 10
luglio 2023). Tuttavia, così come queste ultime, anche la
Getting to Zero Coalition ritiene che i “punti di controllo
indicativi” «non siano sufficienti per porre lo shipping
su una traiettoria allineata all'IPCC», il gruppo
intergovernativo sul cambiamento climatico costituito in seno
all'Onu per studiare il riscaldamento globale.
Comunque, la valutazione generale della Getting to Zero
Coalition sull'aggiornamento della strategia dell'IMO resa nota oggi
è che «la strategia costituisce una pietra miliare
importante per il settore in quanto rafforza la fiducia nella
transizione indicando chiaramente che è necessario un
passaggio a carburanti a emissioni zero su larga scala, a partire da
adesso». Inoltre l'organizzazione, ricordando di aver più
volte evidenziato la necessità di un utilizzo del 5% di fuel
a zero emissioni entro il 2030 al fine di mettere il settore sulla
buona strada per raggiungere l'obiettivo a lungo termine di un
azzeramento delle emissioni entro il 2050, «l'inclusione nella
strategia di un obiettivo per il 2030 di consumo di carburanti a
emissioni zero o prossime allo zero pari ad almeno il cinque per
cento, puntando al dieci per cento, rappresenta quindi un risultato.
È - ha sottolineato la Getting to Zero Coalition - un segnale
ambizioso e importante per ridurre le emissioni il prima possibile,
piuttosto che ritardare l'azione fino all'ultimo decennio, e
fornisce garanzie ai first movers».
Secondo la Getting to Zero Coalition, ora è necessaria
l'istituzione di partenariati pubblico-privato al fine di sfruttare
il rilancio della strategia, gestire i rischi e contribuire al
raggiungimento della maturità della tecnologia a emissioni
zero prima che le misure politiche entrino in vigore. «Ciò
- ha osservato la coalizione - può preparare il settore ad
assicurare che la prossima revisione della strategia nel 2028
affronti le carenze della strategia attuale e risolva le ambiguità».