Il generalizzato livellamento dei costi di costruzione ed
esercizio della nave (rifornimento, oneri fiscali e contributivi,
ecc.) unito all'imminente estensione dei benefici previsti dal
Registro Internazionale alle bandiere UE/SEE rendono oggi impellente
la semplificazione amministrativa e burocratica dell'ordinamento
marittimo italiano. Lo ha evidenziato oggi Nicola Coccia,
coordinatore del Comitato Regole e Competitività di
Confitarma, nel corso di un'audizione presso la Commissione
Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici,
comunicazioni, innovazione tecnologica del Senato nell'ambito
dell'esame della proposta di legge n. 673 del senatore Malan in
materia di modifiche all'ordinamento amministrativo della
navigazione e del lavoro marittimo
(
del
6
settembre 2023).
«Ormai da molto - ha spiegato Coccia - tutti i soggetti
coinvolti, sia pubblici che privati, sono consapevoli di tale
urgenza. Lo testimoniano i diversi progetti di legge in chiave di
semplificazione del settore presentati negli anni in Parlamento ma
anche l'importante lavoro di confronto svoltosi nell'ambito del
“Tavolo mare”, costituito dall'allora MIMS a fine 2021.
Purtroppo, però, tali preziose iniziative non hanno poi visto
la luce. È arrivato il momento che dai buoni propositi si
passi ai fatti concreti se non vogliamo assistere al flagging out
della flotta italiana verso registri navali più
concorrenziali!».
Il rappresentante della Confederazione Italiana Armatori ha
sottolineato che le misure contenute nel Ddl Malan, oltre a non
comportare nella maggior parte dei casi ulteriori oneri a carico
dello Stato, sono misure di buon senso, volte, tra le altre, ad
ammodernare l'ordinamento marittimo rispetto all'era digitale in cui
viviamo e ad adeguare la normativa in materia al contesto
istituzionale europeo. Nell'era della digitalizzazione - ha rilevato
Coccia - risulta anacronistico non consentire alle navi che operano
stabilmente in porti esteri e che per lunghi periodi (anche fino a
tre mesi) non trovano un consolato disponibile a regolarizzare i
contratti di arruolamento (in quanto non esistente o per
incompatibilità degli orari o in quanto consolato onorario
privo delle funzioni necessarie) non possano ricorrere alla modalità
digitale, incorrendo anche nel rischio di sanzioni da parte delle
Capitanerie di Porto al loro arrivo in porto italiano. Così
come è un controsenso che, a causa del mancato aggiornamento
della normativa in materia, la procedura di dismissione temporanea
di bandiera (cosiddetto bareboat out) verso bandiera UE - in quanto
equiparata a una dismissione definitiva verso bandiera extra-UE -
sia molto più rigida di quella prevista per la dismissione
definitiva verso il registro di uno Stato membro, che richiede
invece solamente la presentazione di una semplice istanza in
Capitaneria.
«Ci sono poi ulteriori proposte che da tempo promuoviamo
presso le competenti sedi istituzionali per rendere le nostre
imprese più concorrenziali», ha aggiunto Coccia
riferendosi alla semplificazione dell'iter formativo per conseguire
la certificazione di cuoco equipaggio e alle modifiche al Codice
della Navigazione in materia di pubblicità dell'ipoteca
navale e di consolidamento dell'ipoteca.
«Siamo fiduciosi - ha concluso Nicola Coccia - che il Ddl
n. 673 troverà rapida e concreta attuazione quale
importantissimo primo passo per rilanciare la bandiera italiana -
alla quale siamo profondamente legati e che cerchiamo di portare con
orgoglio a poppa delle nostre navi - e continuare a contare, come
Paese, nei consessi istituzionali internazionali».