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AUTOTRASPORTO
Spediporto, contingentare gli arrivi nel porto di Genova ad un numero di automezzi che possano effettivamente essere serviti
Botta: un'alternativa alla congestione potrebbe essere anche quella di estendere le franchigie di soste e detention dei contenitori
Genova
14 giugno 2024
Il no degli autotrasportatori alla richiesta delle
rappresentanze degli spedizionieri a rinunciare all'introduzione
della congestion fee annunciata dalle associazioni del trasporto su
strada per ripianare in parte i loro costi determinati dalla
congestione delle operazioni da e per il porto di Genova è
stata accolta con disappunto da Spediporto, l'associazione che
rappresenta le case di spedizione genovesi
(
del 29
maggio e 10
giugno 2024).
Rammarico che, a soppesare le ultime dichiarazioni del direttore
generale di Spediporto, Giampaolo Botta, sembra rassomigliare ad una
palese invidia per una categoria, quella degli autotrasportatori,
che può decidere di introdurre un surcharge per coprire costi
straordinari. Possibilità che per gli spedizionieri genovesi
non è concessa. Per un camion poco importa se deve operare
con il porto della Spezia piuttosto che con quello di Genova. Per
uno spedizioniere genovese il campo operativo è sovente più
limitato.
«Il sovrapprezzo richiesto dall'autotrasporto - ha
denunciato Botta - è solo un modo per penalizzare e
allontanare la merce da Genova e chi, come gli spedizionieri, paga
quotidianamente un conto salatissimo alle carenze del sistema».
Conto salatissimo delle carenze del sistema che, appunto, gli
autotrasportatori lamentano sia addebitato anche e soprattutto a
loro.
«Da Milano - ha affermato Botta - ci giungono notizie di
aziende che si stanno organizzando con servizi intermodali sul porto
della Spezia per eludere questa sovrattassa. È evidente,
dunque, il danno che si arrecherebbe a tutto il porto di Genova;
senza dimenticare che poi tocca proprio agli spedizionieri
confrontarsi con la concorrenza e con i mercati internazionali».
Quello di cui si duole il direttore di Spediporto sembra essere la
storica mancanza di armi contrattuali di cui la categoria degli
spedizionieri si può avvalere per far valere i propri
diritti. Arma alla quale, con il loro no, le associazioni
dell'autotrasporto pare non intendano rinunciare.
Per Spediporto, tuttavia, il malcontento degli autotrasportatori
è eccessivo: «il porto di Genova - ha affermato ancora
Botta - non soffra di una situazione di congestionamento quotidiano.
Problematiche di questo tipo si sono verificate solo in alcuni
giorni della settimana e su specifici terminals per alcune navi in
arrivo. È iniquo, dunque, applicare un surcharge che non
poggi su certificate situazioni di congestionamento o difficoltà».
Per Botta è possibile risolvere questi congestionamenti,
ritenuti occasionali, con una oculata e informata programmazione dei
viaggi. Una soluzione proposta ripetutamente negli ultimi decenni
dall'associazione genovese degli spedizionieri che si scontra con
una logistica che è sempre più just in time. «Certo
- ha spiegato il direttore generale di Spediporto - è
possibile sapere quali potranno essere nei terminals le giornate da
bollino rosso e nero; sarebbe, quindi, molto più semplice e
meno penalizzante per il porto contingentare gli arrivi ad un numero
di automezzi che possano effettivamente essere serviti, introducendo
magari in questo quadro un “equo addizionale”.
Un'alternativa potrebbe essere anche quella di estendere le
franchigie di soste e detention dei contenitori, in modo da
consentire un ritiro dei contenitori stessi concentrato non solo nei
due giorni successivi allo sbarco nave ma, più correttamente,
nell'arco di tutta la settimana. I problemi legati ai costi
dell'autotrasporto non nascono con i congestionamenti di questi
ultimi giorni ma sono un tema complesso, da tempo sul tavolo, ed
oggetto di trattativa commerciale; penso, con altrettanta
franchezza, che vadano affrontati anche alla luce di un importante
cambio di marcia dell'operatività, chiamata a gestire con
sempre maggiore frequenza picchi di traffico e momenti di assoluto
vuoto operativo». Alti e bassi a cui da sempre l'autotrasporto
si adegua perché a comandare - come Spediporto ben sa - è
la merce.
Secondo l'associazione degli spedizionieri non è lecito
poi confrontare i surcharge applicati dalle compagnie di navigazione
con quello chiesto dagli autotrasportatori, che comunque viene
ritenuto eccessivo rispetto al danno lamentato: «Il paragone
con i noli - ha evidenziato Botta - non regge. Se dovessimo
parametrare la valorizzazione di tempo e distanza a cui si
riferiscono i 180 euro richiesti dall'autotrasporto per attese di
due ore in porto, con i transit time delle navi, i loro costi di
gestione, dovrebbe essere normale attendere noli marittimi a quattro
zeri».
Secondo Botta, «è necessario un intervento deciso
di Autorità di Sistema Portuale che convochi al più
presto nuovamente tutte le parti coinvolte in un unico tavolo di
confronto».
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