Assarmatori non ha dubbi: il combustibile utile a consentire la
decarbonizzazione dello shipping è il gas naturale
liquefatto. «Il gas naturale liquefatto - ha evidenziato il
presidente dell'associazione armatoriale, Stefano Messina, in
occasione dell'assemblea odierna dell'organizzazione - è il
carburante su cui puntare per accompagnare lo shipping nella
transizione energetica e con il suo utilizzo su larga scala si può
già concorrere al raggiungimento degli obbiettivi imposti
dall'Unione Europea. Il governo - ha esortato - ci deve seguire su
questa strada». Messina ha rilevato che «il concetto di
neutralità tecnologica, ovvero di un catalogo di carburanti
alternativi disponibili in ogni scalo, non è ragionevolmente
applicabile ai porti italiani; porti incastonati all'interno di un
tessuto urbano che rende impensabile la presenza di un'intera gamma
di depositi per il rifornimento delle navi. L'individuazione di
quale sia il fuel prescelto - ha spiegato - deve avvenire in mare,
perché soltanto gli armatori dispongono di tutti i parametri,
fra i quali capacità tecnologiche e consapevolezza di
investimento, indispensabili per compiere le scelte. Chiediamo
pertanto al governo di istituire un tavolo di verifica per definire
i bisogni delle compagnie di navigazione e sulla base di questi
aprire un confronto concreto con la Commissione Europea: si tratta
di un tema di straordinaria importanza soprattutto per i traffici di
prossimità e cioè quelli vincolati alla presenza di
impianti di distribuzione nei porti caposcalo in Italia e nel
Mediterraneo. Il futuro del trasporto pubblico locale marittimo,
delle Autostrade del Mare, del traffico crocieristico e dei
collegamenti con le isole, tutti mercati nei quali l'Italia occupa
una posizione leader - ha sottolineato il presidente di Assarmatori
- dipende dalle scelte che saranno compiute in merito alla
disponibilità dei carburanti alternativi che verranno
utilizzati da queste unità».
Oltre che ad esigenze legate specificamente al trasporto
marittimo e ai sui approvvigionamenti nei porti, la considerazione
di Messina è fondata anche dall'importanza che gli
approvvigionamenti di gas sta rivestendo anche per l'industria
italiana, specie alla luce delle forti tensioni geopolitiche che
interessano l'Est Europa e il Medio Oriente: «nel 2023 - ha
affermato - le importazioni italiane di gas via pipeline sono
diminuite del 22,51% rispetto al 2022; nello stesso arco di tempo le
importazioni di gas allo stato liquido, via nave, sono invece
aumentate di oltre il 16%. Un trend netto, che nei primi sei mesi
del 2024 è andato ulteriormente consolidandosi. Sono certo
che a fine anno, quando avremo i numeri definitivi, registreremo
un'ulteriore crescita dell'approvvigionamento che avviene proprio
grazie al trasporto marittimo, dimostrando in modo inequivocabile
l'importanza di tale asset per il nostro Paese».
Nella sua relazione all'assemblea, che pubblichiamo nella
rubrica “Forum
dello Shipping e della Logistica”, Messina è
intervenuto nuovamente sul flagging out, ovvero il fenomeno che vede
un numero crescente di navi armate da armatori italiani cambiare
bandiera abbandonando quella nazionale: «vale la pena - ha
puntualizzato - ribadirlo ancora una volta: gli armatori non
scelgono di cambiare bandiera sostituendola sulle loro navi con una
bandiera di convenienza; non è così: quello che
cercano, e che spesso trovano addirittura in registri di Stati
membri dell'Unione Europea, è minor burocrazia, che si
traduce in efficienza, rapidità, minori running cost a parità
di sicurezza e certificazioni. Voglio tuttavia rendere merito al
governo, ai membri del Parlamento, ai vertici delle varie
amministrazioni, perché molto è stato fatto negli
ultimi mesi: chiediamo di non mollare e di portare a casa il
risultato per difendere la competitività della bandiera
italiana. Il nostro auspicio è che l'anno prossimo potremo
parlare delle norme che rimangono da affinare con nuovi
provvedimenti. C'è molto da fare, ma sarà determinante
un cluster compatto e con competenze professionali indiscutibili».
In occasione dell'assemblea dell'associazione, alla quale è
intervenuto, tra gli altri Chris Bonett, Ministro dei Trasporti,
delle Infrastrutture e dei Lavori Pubblici di Malta, il viceministro
italiano alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, ha
sollecitato la prossima Commissione Europea a «impegnarsi
molto sulla connettività marittima, meglio - ha precisato -
se con un commissario “mediterraneo”». In
particolare, Rixi ha elencato diversi temi che l'organo esecutivo
dell'UE dovrebbe affrontare: «tra le priorità - ha
specificato - segnaliamo la revisione della direttiva
sull'estensione dell'ETS al marittimo, la promozione di un
intervento normativo europeo per rafforzare il ruolo della logistica
e della connettività marittima come strumento dell'autonomia
strategica europea, la promozione di investimenti a livello europeo
sui nuovi carburanti».
Riferendosi allo scambio di opinioni con il ministro Bonnet,
Rixi ha spiegato che la discussione «è stata utile per
rafforzare il coordinamento sulle azioni da mettere in campo ed è
proprio la nostra appartenenza a gruppi politici diversi - ha
aggiunto - a dare maggiore forza alle nostre proposte, perché
di interesse generale. Mantenere una forte coesione tra paesi
marittimi, al di là del colore politico, sarà
fondamentale per il futuro della competitività europea».
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