Sarebbe dannoso far uscire il porto di Marina di Carrara dalla
giurisdizione dell'Autorità Portuale del Mar Ligure
Orientale, in cui ricade anche il porto della Spezia, e portarlo
sotto quella dell'Autorità Portuale del Mar Tirreno
Settentrionale che gestisce i porti di Livorno, Piombino e
dell'isola d'Elba. Lo ha evidenziato Confindustria La Spezia che,
riferendosi a tale ipotesi
(
dell'
11
e
15
ottobre 2024), ha rilevato la necessità di «avere la
capacità di superare i condizionamenti della logica “dei
campanili” e dei confini amministrativi».
Osservando che i porti di Carrara e Spezia «sempre più
negli anni hanno consolidato il fatto che sono parte integrante di
un'area economica unica», l'associazione degli industriali
spezzini ha specificato di ritenere, quindi, «che sarebbe
dannoso, forse soprattutto per il porto di Marina di Carrara,
tornare a vecchie divisioni ampiamente superate nella realtà
dei fatti».
Motivando le ragioni per cui l'associazione non è
favorevole all'ipotesi di accorpare Carrara a Piombino e Livorno,
Confindustria La Spezia si è soffermata «sugli sviluppi
e sulla crescita registrati dal 2016 dal porto di Marina di
Carrara», ovvero da quanto il porto carrarere è stato
posto con il porto spezzino sotto la giurisdizione dell'AdSP del Mar
Ligure Orientale. «Crediamo - ha spiegato l'associazione - che
aver messo a patrimonio comune le esperienze e le professionalità
delle due strutture operative abbia avvantaggiato entrambi i porti
in egual misura, tralasciando, volutamente, di ricordare le
opportunità di investimenti derivanti da essere parte
integrante dell'Autorità Portuale del Mar Ligure Orientale
godute dal porto di Marina di Carrara. A conferma ulteriore della
bontà della scelta a suo tempo fatta, per stessa ammissione
del signor sindaco di Carrara, la comunità locale è
prossima all'approvazione del piano regolatore portuale atto
pianificatorio atteso da oltre 40 anni. Non può sfuggire a
nessuno - ha precisato ancora l'associazione - che l'aumento dei
traffici e l'uscita dalla monocultura del marmo si sia potuta
realizzare tramite una stretta collaborazione e osmosi fra le due
realtà portuali e fra imprenditori aventi punti di contatto
ed interessi in comune molto più frequenti, anche per
vicinanza geografica, rispetto alla realtà di Livorno. Come
non può sfuggire a nessuno che parlando di Autorità
portuale non ci si può limitare a considerare solamente le
attività legate al porto mercantile, ma si deve ampliare
anche alle attività della nautica e delle costruzioni dei
super yacht. La provincia della Spezia e quella di Massa Carrara
hanno visto consolidarsi la presenza in entrambi i territori degli
stessi leader mondiali nel comparto della costruzione dei super
yacht e sarebbe illogico e sicuramente dannoso per questo importante
comparto produttivo dividere le due realtà».
Rilevando infine che «tutti devono ragionare con una
visione di sviluppo economico e sociale che non guardi il passato ma
sia protesa al futuro, considerando i due porti componenti di una
unica area vasta e come tali devono essere governati, l'associazione
degli industriali ha concluso ribadendo che, «per quanto
concerne la governance, Confindustria La Spezia rigetta con fermezza
l'ipotesi di una spartizione delle cariche in una logica
territoriale, in quanto figlia di vecchie logiche spartitorie, in
quanto si ritiene che debba essere premiata la professionalità,
la capacità di visione, la profonda conoscenza dei territori
interessati e non l'appartenenza».