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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 1/99 - GENNAIO 1999 |
Trasporto fluviale
I maestri del Reno
Recessione mondiale a parte, il semaforo è fisso sul verde
per il trasporto di contenitori su chiatta lungo il Reno. I vettori
marittimi hanno accettato tale modalità quale parte integrante
ed affidabile del trasporto interno europeo. Le tariffe degli
operatori di chiatte sono ancora ben al di sotto di quelle delle
altre modalità con cui essi sono in concorrenza, mentre
l'intermodalismo di origine ferroviaria sta ancora combattendo
per una quota di mercato e l'autotrasporto lotta con sempre minore
successo con gli intasamenti e con un clima politico ostile.
Il trasporto fluviale dei containers da Rotterdam ed Anversa
al corridoio del Reno ha iniziato ad essere accettato in misura
rilevante alla fine degli anni '80 e da allora la crescita è
continuata. Infatti, dal momento che in particolare i volumi di
Rotterdam continuano a salire e l'autotrasporto diviene meno dinamico,
a causa del congestionamento e delle manovre politiche tese a
ridurre i volumi delle merci trasportate via strada, il futuro
per il trasporto fluviale sembra roseo.
E' difficile ottenere statistiche precise circa il volume dei
contenitori movimentati sull'autostrada fluviale Reno/Mosa (naturalmente,
il fiume su cui si trova il porto di Rotterdam è la Mosa,
che si getta nel Mare del Nord nel Maasvlakte, ma i due fiumi
si interconnettono vicino al confine olandese-tedesco, ed in tutti
i sensi è quindi il Reno che collega il porto - e quello
di Anversa - a gran parte del suo hinterland). Tuttavia, Jos Th.
Helmer, direttore esecutivo dell'operatore di trasporto contenitori
su chiatta e fornitore dei relativi servizi Rhinecontainer, stima
a grandi linee che i volumi complessivi annui a senso unico ammontino
a circa 900.000 TEU al momento attuale. E' probabile che questi
quantitativi equivalgano ad approssimativamente il 33% del volume
complessivo dei contenitori movimentati da Rotterdam al suo hinterland
oltre il confine olandese.
La continua crescita dei contenitori movimentati da Rotterdam
ed Anversa (rispettivamente 5,445 milioni di TEU e 2,969 milioni
di TEU nel 1997) sostiene i crescenti volumi di containers trasportati
su chiatta. Tuttavia, ciò si verifica nel contesto delle
condizioni sempre più sfavorevoli in cui si trovano l'autotrasporto
ed i servizi basati sulle ferrovie che frequentemente vengono
tacciati di fornire un livello inadeguato di qualità ed
affidabilità, nonché del basso costo del trasporto
fluviale rispetto alle altre due modalità. Inoltre, il
trasporto su chiatta ha raggiunto un grado di raffinatezza che
rasenta quasi quello dei traffici di linea, il che lo rende ora
sempre più allettante per i vettori marittimi, gli spedizionieri
ed i grossi caricatori che si rapportano direttamente con gli
operatori di chiatte. In breve, il trasporto su chiatta del Reno
è divenuto accettabile ed accettato. Altro fattore che
spinge tale modalità è quello "verde",
ovvero ambientale, dal momento che il trasporto fluviale è
notevolmente meno dannoso per l'ambiente di quello stradale.
E' bene rammentare, come ha fatto Helmer, che l'idea di servirsi
della direttrice fluviale del Reno quale alternativa all'autotrasporto
ed alla ferrovia risale al 1978. "Siamo stati il primo servizio
di linea dedicato ai containers sul Reno" ricorda Helmer
"avendo cominciato il 9 marzo 1978 mediante l'impiego di
appena una sola chiatta che caricava tra le 20 e le 30 unità
containerizzate".
Attualmente, la stabilità nei traffici renani si mantiene
per via del predominio dei due operatori principali, la Rhinecontainer
e la CCS (Combined Container Service). Tuttavia anche i vettori
minori - quali la Frankenbach Container Service, la Haniel Transport
Maatschappij, la Dubbelman Container Transporten ed il consorzio
Penta, che effettua un servizio tra Rotterdam, Amsterdam, Anversa
e Basilea ed altri porti dell'Alto Reno e che è costituito
dalla Alpina Container Service, dalla CNFR, dalla Conteba, dalla
DCS e dalla Natural van Dam - svolgono un ruolo importante, sebbene
maggiormente orientato a settori di nicchia. Vi è, peraltro,
un notevole grado di collaborazione che comporta un'elevata frequenza
delle partenze ed una copertura integrata a livello di terminali.
La Rhinecontainer appartiene alla EWT (operatore convenzionale
di chiatte), alla Kuhne & Nagel di Rotterdam ed alla tedesca
Rhenania Intermodal Transport. Il vettore attualmente impiega
16 chiatte. "La maggior parte di esse hanno una capacità
di 208 TEU" riferisce Helmer "ma quando ci serviamo
di una combinazione di chiatte a spinta riusciamo ad arrivare
a circa 364 TEU di capacità per ogni partenza, nei casi
in cui aumentino le necessità".
Come spiega Helmer, la Rhinecontainer effettua servizi ad elevata
frequenza da Rotterdam/Anversa ai terminals renani, ma questi
sono suddivisi in tre sezioni: Basso Reno, Medio Reno ed Alto
Reno. Le partenze giornaliere vengono ora offerte alla volta dei
terminals del Basso Reno di Duisburg e di Neuss, nonché
di Colonia, nel Medio Reno. Vi sono altresì partenze giornaliere
alla volta di Bonn e di Magonza e partenze trisettimanali alla
volta di Francoforte sul Meno (con possibilità di trasbordo
per l'avanzamento alla volta del Danubio), nonché partenze
cinque volte alla settimana alla volta dei porti dell'Alto Reno
di Mannheim (Ludwigshafen), Karlsruhe e Worth. Presso altri terminals
vengono effettuati scali a richiesta.
I servizi relativi al Basso Reno vengono effettuati nell'ambito
del Fahrgemeinschaft Niederrhein, che comprende la Rhinecontainer,
la CCS, ha Haeger & Schmidt e la Haniel. Non vi è alcun
servizio programmato alla volta di Basilea, in Svizzera. "Ma
- afferma Helmer - possiamo assicurare un servizio per Basilea
in caso di richiesta specifica mediante accordo con altri operatori
di chiatte". I trasporti complessivi della Rhinecontainer
nel 1998 vengono a grandi linee stimati tra i 230.000 ed i 250.000
TEU, con un incremento dell'8% circa rispetto al 1997.
Helmer individua tutti i principali vettori marittimi che fanno
scalo a Rotterdam od Anversa quali propri clienti "o potenziali
clienti" ma sottolinea come anche gli spedizionieri che offrono
servizi intermodali porta a porta rappresentino un elemento importante
della base clientelare. Egli ammette che il settore spedizionieristico,
a causa del crescente impegno nella fornitura di logistica senza
soluzioni di continuità, compresa l'organizzazione di modalità
combinate di trasporto, detiene ancora un notevole potenziale
quale segmento della base clientelare. Egli ha indicato inoltre
- a tale riguardo - determinati importanti caricatori e produttori
che si rapportano direttamente con la Rhinecontainer.
Trattando dell'hinterland di trasporto a lungo raggio delle chiatte
(anche se ora sta emergendo anche un trasporto a corto raggio)
Helmer afferma che esso si allunga dal Belgio, attraverso la fascia
settentrionale dei Paesi Bassi, il distretto industriale della
Ruhr e l'intero corridoio renano, giù fino alla Francia
nord-orientale ed alla Svizzera settentrionale. "Il nostro
hinterland naturale" ammette "comprende queste regioni
altamente industrializzate e densamente popolate e si estende
approssimativamente per 50 km su ciascun lato del corridoio renano".
Anche la CCS suddivide i propri orari di partenza in base alle
destinazioni nelle regioni del Basso, Medio ed Alto Reno. Il suo
dirigente delle operazioni Cok Vinke spiega: "Noi salpiamo
da Rotterdam ed Anversa alla volta di praticamente tutti i terminals
del Reno, da Emmerich sino a Basilea inclusa, e di tutti o quasi
i terminals che ci sono in mezzo, con partenze giornaliere o quasi
giornaliere". A Basilea si fa scalo in concorrenza con il
consorzio Penta, dal momento che non vi è alcun accordo
al riguardo. Tuttavia, a detta di Vinke, "quando le nostre
navi sono al completo ci aiutiamo l'un l'altro".
Si noti che gli operatori di chiatte renani spesso fanno riferimento
a "navi fluviali" piuttosto che a chiatte. La compagnia,
le cui operazioni giornaliere vengono effettuate da Rotterdam
ma che ha sede a Ludwigshafen, appartiene congiuntamente al gruppo
di trasporto Erich Kieserling, alla Lehnkering Monat ed al Gruppo
Rethmann, che si occupa di trasporti e del trattamento dei rifiuti.
Di modo che, la proprietà della CCS è tutta tedesca.
La CCS impiega 13 chiatte semoventi, gran parte delle quali di
capacità oscillante tra i 204 ed i 208 TEU, la il suo orgoglio
è costituito dalla recentemente introdotta Jowi,
lunga 135 metri, larga 17 metri e con capacità pari a 398
TEU caricati su quattro file. "Appena cinque o sei anni fa"
ricorda Vinke "le chiatte che adoperavamo disponevano di
una capacità attorno ai 108 TEU, ma abbiamo l'intenzione
di immettere in servizio una seconda ed una terza nave - adesso
in corso di costruzione - dalle medesime caratteristiche progettuali
e di capacità della Jowi, e prevedo che prima che
passi molto tempo le chiatte in servizio sul Reno arriveranno
fino a 500 TEU di capacità". Tuttavia, a causa dell'ingombro
in altezza del ponte, la Jowi non può essere impiegata
sul Reno al di là di Karlsruhe. Così come accade
per altri operatori di containers su chiatte, le imbarcazioni
impiegate dalla CCS vengono noleggiate per un certo periodo di
tempo dai loro armatori-comandanti.
"Cinque anni fa" commenta Vinke "trasportavamo
circa 120.000 TEU all'anno, ma nel 1997 abbiamo trasportato approssimativamente
260.000 TEU ed i volumi dei nostri carichi stanno ora crescendo
ad un ritmo del 3-4% annuo. Mi aspetto che questa crescita continui
allo stesso modo nel prossimo secolo".
La base clientelare della CCS è più o meno simile
a quella della Rhinecontainer e Vinke sottolinea come gran parte
dell'attività della CCS sia strutturata in termini di merchants'
haulage. Rotterdam contribuisce alla maggior parte dei carichi
della CCS, ma Vinke non ha voluto rivelare quale percentuale sia
dovuta a Rotterdam e quale invece ad Anversa.
Vinke è d'accordo sul fatto che le tariffe costituiscano
un fattore-chiave per le valutazioni dei vettori marittimi, degli
spedizionieri e dei caricatori circa l'opportunità di istradare
(o non istradare) il proprio traffico di hinterland su chiatta.
Egli indica che il costo dell'autotrasporto di un contenitore
a pieno carico da 20 piedi per carichi secchi da Rotterdam a Basilea
ammonta generalmente a circa 1.200 marchi tedeschi, mentre per
ferrovia è di 750 marchi e su chiatta di soli 500 marchi.
Vinke ammette che - specialmente sulle lunghe distanze - il trasporto
fluviale è più lento. Ad esempio, una movimentazione
stradale da Rotterdam a Basilea si può ottenere in un solo
giorno, laddove su chiatta richiede invece sino a cinque giorni,
ma - ciononostante - egli rammenta il notevole supporto che il
trasporto fluviale riceve dalle principali imprese chimiche tedesche
e svizzere. In ordine alle movimentazioni da e per il Basso ed
il Medio Reno, le chiatte richiedono comunque solamente da uno
a tre giorni di viaggio e la differenza di tempo con la strada
o la ferrovia diviene molto meno significativa.
Il trasporto fluviale ha dimostrato di essere particolarmente
allettante, riconosce Vinke, quando grosse "partite"
di contenitori devono essere trasportate simultaneamente. "Se
bisogna movimentare, poniamo, 50 containers da 40 piedi da e per
lo stesso terminal marittimo a lungo raggio, quella movimentazione
può essere effettuata in una volta sola mediante una chiatta"
afferma "mentre con l'autotrasporto ci vorrebbero 50 camion
diversi e con le ferrovie due treni!".
Un ostacolo per gli operatori fluviali è quello costituito
dal gran numero di scali presso i terminals che essi sono chiamati
ad effettuare ad Anversa ed a Rotterdam (e non nel contesto delle
stesse partenze, dal momento che è prassi usuale quella
di prevedere orari diversi da e per i due porti). A Rotterdam
ciò può comportare scali presso 13-15 terminals
nel giro di 24 ore. A Rotterdam non esiste alcun terminal dedicato
alle chiatte, dal momento che l'utilizzazione del terminal dedicato
di Maasvlakte è stato interrotto. Fa notare Helmer della
Rhinecontainer: "Anche se normalmente facciamo tutti gli
scali senza problemi, se si verifica un ritardo presso uno dei
terminals, ciò può farci sballare tutti gli orari".
Un'idea allo studio è quella dell'applicazione di un sovrapprezzo
per cattive prestazioni, che gli operatori di chiatte dovrebbero
addebitare ai propri clienti, i quali a loro volta potrebbero
scaricarlo sull'operatore terminalistico coinvolto nel disservizio.
Vinke della CCS non ritiene che un terminal dedicato alle chiatte
a Rotterdam potrebbe sempre servire, "dal momento che esso
comporterebbe il costoso trasferimento dei contenitori da e per
il terminal presso il quale i vettori marittimi fanno scalo".
A Rotterdam, come precisa Vinke, si lavora 24 ore su 24 per sette
giorni alla settimana, mentre ad Anversa i terminals non compiono
operazioni di carico/scarico dopo le 21.30".
La Rhenania gestisce cinque terminals sulla rive tedesca del
Reno, mentre la Rhinecontainer non è impegnata in operazioni
terminalistiche, ma offre il trasporto da e per i terminals via
strada o rotaia al fine di connetterli alle proprie partenze fluviali;
inoltre, essa mette a disposizione alcuni servizi accessori quali
svuotamento e riempimento, "pacchetti" di distribuzione,
deposito e manutenzione contenitori presso i terminals della Rhenania
e comunicazioni informatiche.
La CCS è impegnata nelle operazioni di quattro terminals
sul Reno. Essa detiene una quota del 37% nel Rhein-Waal Terminal
di Emmerich; conduce le operazioni del terminal CCS di Coblenza,
che appartiene al Comune di Coblenza; ha siglato un accordo, entrato
in vigore il 1° agosto 1998, relativo alla gestione del terminal
di Francoforte sul Meno dell'impresa chimica Hoechst; infine,
svolge le operazioni del terminal CCS di Ludwigshafen, che appartiene
al Comune di quella città. La sua gamma di servizi terminalistici,
di movimentazione e di trasporto è quanto meno uguale a
quella offerta dalla Rhinecontainer.
Alla Rhinecontainer, Helmer fa notare che in passato gli operatori
renani su chiatta "hanno guardato a se stessi". Ora,
egli ritiene, "i tempi sono maturi per noi, dato il notevolissimo
potenziale del Reno, per espanderci quali operatori intermodali
che offrono servizi terminalistici e logistici completi ai vettori
marittimi, agli spedizionieri e direttamente ai caricatori più
importanti".
Unitamente ai crescenti volumi di contenitori trasportati su
chiatta, questa strategia è potenzialmente pagante. La
Rhinecontainer e la CCS, con la loro estesa copertura del mercato
fluviale containerizzato e la loro capacità di offrire
i relativi servizi, hanno conseguito un notevole grado di controllo
del mercato. Allo stesso tempo, la Fahrgemeinschaft Niederrhein,
che si può paragonare quanto ad influenza alle conferenze
delle compagnie di navigazione di linea, contribuisce alla stabilità
del settore. Se vi sia spazio per un potenziale ingresso nei traffici
containerizzati del Reno da parte di nuovi soggetti, e se si tratti
di una cosa per loro desiderabile, costituisce un interessante
argomento di discussione.
Quale impatto negativo una eventuale recessione mondiale dei
traffici potrebbe avere sui volumi di contenitori movimentati
via Rotterdam ed Anversa, è incerto. Tuttavia, il sostanziale
squilibrio nel traffico Europa-Asia, che si è già
manifestato con ingenti quantitativi di beni di consumo e di altri
prodotti che si riversano in Europa ma con scarse movimentazioni
in direzione est, potrebbe apportare vantaggi al trasporto fluviale,
dal momento che il suo basso costo lo rende particolarmente adatto
al riposizionamento dei boxes vuoti presso gli scali marittimi
europei. Inoltre, il calo dei volumi trasportati dai vettori marittimi
potrebbe senza dubbio indurre questi ultimi ad optare per i costi
più bassi possibile nell'ambito del trasporto terrestre.
Qualsiasi cosa accada, il trasporto fluviale su chiatta continua
ad avere un promettente futuro.
(da: Containerisation International, dicembre 1998)
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