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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 2/99 - FEBBRAIO 1999 |
Industria
La gestione dei contenitori
Per le grandi imprese globali quali la Evergreen,
la Maersk e la Hanjin, la tendenza verso il consolidamento interno
ha dettato legge in tutti gli anni novanta. Questo, peraltro,
non vale per quanto riguarda le riparazioni e le revisioni del
parco-contenitori. I suddetti importanti vettori fanno affidamento
- in questo caso - per lo più su fornitori esterni. Pertanto,
quali sono le sfide che i gestori di flotte containerizzate si
trovano a dover affrontare? Come fanno le linee di navigazione
a bilanciare le riparazioni con le sostituzioni? La rivista International
Container Review ha posto queste ed altre domande a Thomas Lin,
vice presidente della sezione servizi equipaggiamento della Evergreen
Marine Corp. Ltd di Taiwan, a Christian Gyntelberg, dirigente
marketing della A. P. Moeller (Maersk) ed a Anthony Kim, pubbliche
relazioni della HJS (Hanjin Shipping Co Ltd).
La Evergreen, la Maersk e la Hanjin Shipping
si affidano tutte in gran parte a fornitori esterni per quanto
attiene alla manutenzione ed alla riparazione dei contenitori.
I fornitori indipendenti procurano il 90% dei boxes della Evergreen.
Essi movimentano tutte le esigenze di servizio della Hanjin Shipping,
dal momento che la HJS stessa non dispone di infrastrutture interne
per la manutenzione e le riparazioni. La Maersk bilancia servizi
e riparazioni reperiti all'esterno con il lavoro espletato dai
propri centri di manutenzione/riparazione sparsi un tutto il mondo.
Christian Gyntelberg della Maersk spiega:
"Dal momento che siamo un fornitore di trasporto globale,
naturalmente desideriamo controllare quanti più anelli
possibile della catena, se ciò ha senso dal punto di vista
dell'equilibrio costi/benefici. Vi è una singola valutazione
in ciascun caso per decidere se investire in proprie infrastrutture
di manutenzione/riparazione oppure scegliere di affidarle all'esterno
a terzi.
I vantaggi dell'indipendenza
Perché non si è verificato un
maggior consolidamento in quest'area? In primo luogo, i servizi
dedicati ai contenitori rappresentano un'esigenza globale: le
linee di navigazione dovrebbero impegnare notevoli capitali al
fine di assicurarsi adeguate infrastrutture a livello mondiale.
In secondo luogo, l'assistenza e la riparazione dei contenitori
è un'area specialistica: le esigenze del vettore vengono
già soddisfatte da esperti ben affermati in questo campo.
In terzo luogo, gli amministratori dei parchi-contenitori hanno
bisogno della massima flessibilità per assistere e riparare
i containers man mano che le necessità aumentano. L'utilizzazione
di imprese esterne consente alle compagnie di navigazione di configurare
facilmente ed istantaneamente le proprie operazioni di servizio
ai containers.
Mantenere i contenitori in uso
Il problema principale sembrano essere più
i contenitori vuoti che quelli danneggiati: gli amministratori
degli equipaggiamenti di linea di solito non protestano quando
questi ultimi debbono ricevere assistenza od essere riparati.
Questo problema, peraltro, impallidisce a fronte della situazione
logistica generale nell'ambito della quale bisogna far sì
che i contenitori vengano impiegati (carichi) il più frequentemente
possibile.
Anthony Kim, dirigente pubbliche relazioni
presso la sede della Hanjin Shipping, ammette: "I problemi
più difficili da risolvere sono quelli dello squilibrio
dell'equipaggiamento tra offerta e domanda a causa dei modelli
di traffico, nonché del conseguimento di data esatti ed
in tempo reale sulle movimentazioni in alcune zone della Cina,
della Russia e del sud-est asiatico". Sul piano delle difficoltà
sperimentate in alcune regioni dalla Hanjin, sia la Evergreen
che la Maersk concordano.
Christian Gyntelberg, dirigente marketing
della A.P. Moeller, afferma: "Il nostro sistema globale di
instradamento dei containers fa sì che siamo costantemente
consapevoli dell'ubicazione dei nostri contenitori; ognuno dei
nostri 300 uffici in tutto il mondo dispone di personale assegnato
a tali compiti, il quale provvede a che i contenitori vengano
restituiti dai caricatori a tempo debito e riassegnati a nuove
spedizioni al più presto possibile. Ciò al fine
di ottenere tempi di completamento del viaggio più veloci
possibile, massimizzando di conseguenza il numero di viaggi che
ogni contenitore può effettuare ogni anno".
Evitare i danni
Mentre Gyntelberg sottolinea l'importanza
di una buona pianificazione, Thomas Lin del dipartimento equipaggiamenti
della Evergreen attira l'attenzione sulla riduzione dei tempi
di fermo dei contenitori danneggiati mediante l'istituzione di
standard ISO. Come spiega Lin, "la Evergreen utilizza uno
standard fotografico digitalizzato per la trasmissione e l'archivio
delle immagini dei contenitori danneggiati, che ci consente di
rimpiazzare il sistema attualmente esistente e di implementare
un sistema relativo alle stime di riparazione".
Inoltre, la Evergreen riconosce il valore
delle attrezzature ad alta qualità per la movimentazione
dei contenitori presso terminals e depositi. Come nota Lin, "con
l'istituzione di standard ISO siamo in grado di ridurre i danni
ai contenitori mediante l'utilizzazione esclusiva di equipaggiamento
appropriato. Ad esempio, non utilizzando un elevatore a forca,
riduciamo il danno causato ai pannelli laterali e posteriori.
Anche la manutenzione della pavimentazione in cemento dei depositi
riduce i costi delle riparazioni da effettuare sulla struttura
inferiore dei containers".
Aspettativa di vita
Lin della Evergreen introduce un altro argomento-chiave:
l'aspettativa di vita dei containers. Gli accorgimenti sopra citati
non solo prevengono i danni, ma assicurano anche un servizio più
lungo di ogni box. L'aspettativa di vita varia in misura significativa
da linea di navigazione a linea di navigazione. La Maersk deprezza
l'equipaggiamento ogni volta che è trascorso un periodo
prefissato di tempo, a seconda dello strumento in questione. In
genere, la linea di navigazione cerca di mantenere sotto i sei
anni l'età media della flotta, allo scopo di far fronte
agli standard di servizio dei clienti. La Hanjin mira ad utilizzare
un contenitore per 13 anni ed a dargli una rinfrescata dopo otto;
Thomas Lin, invece, calcola che un contenitore possa durare dai
15 ai 20 anni, sebbene possa accadere che la Evergreen sostituisca
un box prima di quella scadenza.
Numerosi fattori comportano conseguenze sulla
vita di servizio di un container. Christian Gyntelberg della Maersk
sottolinea che "l'aspettativa di vita varia in modo significativo
da traffico a traffico e da clima a clima". Thomas Lin della
Evergreen afferma: "L'aspettativa di vita/servizio dipende
interamente dalle specifiche e dalla qualità di produzione
di un contenitore nuovo, e specialmente dall'ultima". Alla
luce di fattori tanto diversi che riguardano i contenitori, un
rigoroso monitoraggio, elevati standard di servizio ed una efficace
manutenzione sono decisivi per conseguire operazioni senza intoppi.
Specifiche e progetti
Vi è qualche maniera per far sì
che il servizio e le riparazioni possano essere svolti più
facilmente? I dirigenti del settore containeristico forniscono
a tale riguardo un'ampia gamma di suggerimenti. Anthony Kim sottolinea
che la Hanjin è favorevole a nuovi materiali alternativi
alle pavimentazioni in legno dei contenitori, le quali comportano
alti costi di manutenzione.
A Lin della Evergreen piacerebbe vedere la
fine della costruzione "tubolare" dei containers. "Se
ciò si potesse ottenere senza pregiudicare la durata di
vita e la solidità del contenitore, ridurrebbe la tara
ed aumenterebbe la capacità del contenitore". Parlando
dei modelli progettuali esistenti, Lin spende qualche elogio in
più ma evidenzia l'importanza della qualità della
produzione. "Gli standard delle perizie dovrebbero comprendere
le specifiche dei contenitori, ad esempio le saldature del rivestimento
e la pre-verniciatura della superficie" suggerisce.
Gyntelberg della Maersk coglie l'occasione
per trattare l'argomento spinoso del periodo di fermo. "Ci
piacerebbe vedere in genere un arco di vita più lungo per
i contenitori. La Maersk lavora a stretto contatto con vari venditori
al fine di massimizzare la qualità e la durata e di pervenire
a rigorosi codici ambientali nell'ambito della produzione"
afferma Gyntelberg.
L'evoluzione del container
Il riposizionamento dei containers costituisce
senza dubbio la questione principale per le linee di navigazione,
man mano che esse estendono le proprie operazioni globali. Non
solo il riposizionamento rappresenta un mal di testa logistico,
ma implica anche un costo considerevole che non si può
trasferire sul caricatore /cliente.
La risposta, forse, risiede nel trovare un'alternativa
al riposizionamento dei boxes. Christian Gyntelberg, dirigente
marketing della A.P. Moeller, conclude tratteggiando la visione
del futuro della Maersk. "La prospettiva a lungo termine
dev'essere quella di realizzare un contenitore "collocabile",
abbastanza resistente per il viaggio marittimo ma che eviti la
necessità per il vettore di posizionare il contenitore
vuoto da una località all'altra per procurarsi il trasporto".
(da: International Container Review, autunno/inverno
1998)
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