
|
CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XX - Numero 4/2002 - APRILE 2002 |
Studi e ricerche
Verso portacontainers ancora più grandi?
Nell'ormai lontano 1997, la APL fece il coraggioso passo di ordinare
le prime portacontenitori in assoluto troppo grandi per poter
transitare dal Canale di Panama: la classe "C-10" da
4.300 TEU. Questa serie pionieristica di portacontainers post-panamax
era stata ispirata dal boom dei traffici dei mercati transpacifici
prioritari per la APL e dal fatto che a quel tempo la compagnia
di navigazione (tuttora di proprietà statunitense) era
probabilmente l'unico importante vettore marittimo che non effettuava
alcun servizio attraverso il Canale di Panama.
Successivamente alle C-10, vi è stato un enorme influsso
di questo tipo di navi, in particolar modo negli ultimi due anni,
per quanto attiene il servizio nella maggior parte delle flotte
dei principali operatori di linea mondiali. I vantaggi economici
derivanti dall'utilizzazione di portacontainers sempre più
grandi sono ben noti. Secondo gli ultimi dati on-line di Containerisation
International, le 201 navi post-panamax (rispetto ad una flotta
complessiva di quasi 2.900 navi) già assicurano il 22%
della capacità mondiale cellulare, pari a 5,3 milioni di
TEU, è questa cifra è sul punto di crescere entro
il 2003 fino ad un tasso del 28%.
Dal momento della consegna delle serie C-10, uno stabile incremento
delle dimensioni degli scafi e delle capacità di stivaggio
sui ponti ha consentito l'accoglienza a bordo di maggiori quantitativi
di box. La decisione di affidarsi a scafi più grandi ha
raggiunto il proprio apice nel 1997, allorquando la Maersk Sealand
ha preso in consegna la Sovereign Maersk da 6.600 TEU.
Questa nave di costruzione danese e le sue successive 14 gemelle
hanno una lunghezza di 347 metri ed un baglio di 43 metri; in
pratica, sono 72 metri più lunghe e 4 metri più
larghe delle unità della classe C-10. Fatta eccezione per
quelle ordinazioni in atto che dichiarano capacità di accoglienza
contenitori a bordo maggiori rispetto a quelle della classe Sovereign
Maersk, tra cui la serie Hamburg Express lunga 320
metri da 7.500 TEU della Hapag-Lloyd (la prima delle quali è
stata consegnata lo scorso anno), nessun altro vettore marittimo
utilizza - oppure ha ordinato - navi con dimensioni dello scafo
maggiori di quelle della serie della Maersk Sealand. In effetti,
dato il peso morto e le dimensioni dello scafo di questa classe,
è probabile che si riesca ad ottenere un carico utile di
8.000 TEU, facendo conto su di uno stivaggio sul ponte su sette
strati di box.
Tuttavia, le ricerche condotte da società di classificazione,
architetti navali, cantieri e vettori marittimi in ordine alla
progettazione di navi ancora più grandi sono già
in fase avanzata. Sebbene i traffici in cui queste navi sono destinati
a servire (Asia/Europa e transpacifico) siano attualmente afflitti
da un eccesso di capacità, gli esperti del settore ritengono
che l'era delle portacontainers ultra-post-panamax non sia troppo
lontana.
La società di classificazione Germanischer Lloyd ha sviluppato
il progetto di una portacontainers da 9.300 TEU unitamente ai
cantieri Samsung Heavy Industries. Secondo il Dr. Hans Payer,
consigliere d'amministrazione della società, "è
un fatto che il settore del trasporto marittimo di linea sia in
crisi: tuttavia, la mia opinione a lungo termine è che
la crescita della containerizzazione continuerà a causa
della crescita della popolazione, dell'aumento del livello di
vita e dell'emersione dei mercati containerizzati in Cina e Russia.
Ciò alimenterà la domanda di portacontenitori più
grandi".
Nel corso del 2001, la CSCL (China Shipping Container Lines)
ha siglato una lettera d'intenti con la Samsung Heavy Industries
per una serie di tali navi da 9.300 TEU. Sebbene la costruzione
di queste navi sia stata posposta, tale ordinazione potrebbe ancora
realizzarsi in concreto. John Fossey, consulente della Drewry
Shipping Consultants di Londra, ha dichiarato: "Una nave
post-panamax da 10.000 TEU è, ad esempio, più economica
da gestire di circa il 27% rispetto ad una unità da 6.000
TEU e del 40% rispetto ad una unità post-panamax classica.
Penso che sia solo questione di tempo. Suppongo che le ordinazioni
per la classe di navi da 9.000 TEU potrebbero essere effettuate
nel giro più o meno dei prossimi due anni, con le prime
consegne per il 2005 o 2006, a seconda - sino ad un certo punto
- delle dimensioni della crescita dei traffici mondiali nel 2002/2003".
Continua Fossey: "La nostra tesi è che i fattori
di costo prevarranno e che l'incessante impulso da parte degli
operatori di linea a ricavare le maggiori economie di scala possibili
dai propri servizi spingerà innanzi il mercato, nonché
che il cavallo di battaglia per i principali traffici est/ovest
nella seconda parte di questo decennio sarà rappresentato
dalle portacontainers da 8.000 a 10.000 TEU".
Un certo numero di progetti relativi a navi di questa gamma dimensionale
sono stati sviluppati da cantieri navali tedeschi, giapponesi
e sud-coreani, in collaborazione con la Germanischer Lloyd e con
la britannica Lloyds Register, cioè le più importanti
società di classificazione per portacontainers. Inoltre,
la società di classificazione con sede a Parigi Bureau
Veritas ha prodotto indipendentemente un proprio programma progettuale
inerente ad una nave da 12.500 TEU sviluppata congiuntamente con
gli architetti navali danesi Knud E. Hansen.
La maggior parte di tali progettazioni sono state prodotte tenendo
presente l'attuale progettualità delle post-panamax. Quest'ultima
si riferisce alla capacità di operare ad una velocità
di servizio di 25 nodi utilizzando un singolo motore diesel a
bassa velocità, vale a dire la velocità standard
che connaturava le navi della "classe C-10" della APL.
E' importante notare come - in termini di accessibilità
portuale - le nuove proposte abbiano un pescaggio a pieno carico
da 14 a 14,5 metri, la stessa delle navi contemporanee.
Ad esempio, il progetto elaborato dai cantieri navali sud-coreani
Samsung Heavy Industries in ordine ad una portacontainers da 9.300
TEU rappresenta una versione ingrandita del suo prodotto standard
da 5.700 TEU, attivo in servizio nelle flotte della APL e della
OOCL, nonché del suo progetto per unità da 7.500
TEU (quattro delle quali sono state ordinate dalla Hapag-Lloyd).
Allo scopo di conseguire il proprio ulteriore carico utile, il
progetto da 9.300 TEU presenta una profondità di scafo
pari a 27 metri (rispetto ai 24,5 delle navi attualmente operative)
che consente maggiori capacità di stivaggio di contenitori
sotto coperta, fino a 10 strati complessivi di containers, mentre
il baglio della nave è stato ampliato sino a 45,5 metri
(rispetto ai 40-43 metri delle navi attuali). Questa larghezza
consente uno stivaggio in coperta di 18 contenitori affiancati.
La lunghezza dello scafo della nave è di 347 metri, la
medesima delle navi della classe S della Maersk Sealand. Ma progetti
ancora più grandi, relativi ad unità dalla capacità
di 12.500 TEU, sono al momento in corso di sviluppo presso la
Samsung.
Secondo David Tozer, direttore attività portacontainers
della Lloyds Register, che lo scorso anno ha portato a termine
uno studio progettuale inerente a portacontenitori da 12.500 TEU
in collaborazione con gli architetti navali britannici Ocean Shipping
Consultants, "a lungo termine, probabilmente nell'ultima
parte di questo decennio, verrà realizzata la prossima
economia di scala. Saranno immesse in servizio navi da 10.700
a 12.500 TEU".
Tuttavia, le incertezze crescono quando la capacità delle
navi sale oltre i 10.000 TEU. I più grandi attuali motori
diesel marini, progettati dalla Burmeister & Wain and New
Sulzer Diesel, hanno una potenza massima di circa 93.000 CV che
non è sufficiente a spingere una nave di più di
10.000 TEU a 25 nodi.
Ottenere la velocità di servizio richiesta comporterebbe
l'ulteriore spesa (in costi sia di costruzione che operativi)
derivante dalla installazione di un motore doppio. L'utilizzazione
di un propulsore controrotante, che ridurrebbe sino ad una percentuale
del 15% la maggiore necessità di potenza di spinta rispetto
ai motori convenzionali, potrebbe essere un'altra alternativa
alla configurazione basata sul motore doppio. Tuttavia, questa
tecnologia deve ancora essere provata con successo su navi grandi
e ad alta velocità quali sono le portacontainers post-panamax.
Malgrado il negativo impatto finanziario, l'ulteriore margine
di sicurezza correlato ad una configurazione su motore doppio
costituirebbe un valore aggiunto.
Nel proprio studio progettuale, la Lloyds Register ha elaborato
un'alternativa al progetto del doppio motore da 25 nodi. Ha dichiarato
Tozer: "Le unità a motore singolo da 22,5 nodi che
scalano pochi porti sono un'opzione che rappresenta una nave con
costi unitari molto minori. Tuttavia, allo scopo di offrire in
servizio competitivo, saranno necessari terminals dedicati e sistemi
di raccordo controllati al fine di mantenere competitivi i tempi
di viaggio nei confronti di navi più veloci con itinerari
multi-portuali".
La nave ULCS (Porta Container Ultra Grande) da 12.500 TEU della
Lloyds Register è caratterizzata da un baglio notevolmente
più ampio di quello delle classi da 9.000 a 10.000 TEU.
Con i suoi 57 metri, questa nave sarebbe più larga di 14
metri di qualsiasi altra attualmente operativa. Così, è
significativo il fatto che diversi importanti porti dei corridoi
portuali est/ovest abbiano già ordinato od in servizio
gru a cavaliere con sbraccio in grado di servire navi del tipo
ULCS, che renderebbero già fattibile un servizio di linea
effettuato con tale tonnellaggio. Ad esempio, in Europa, ciò
è stato fatto presso terminals dei porti di Bremerhaven,
Dunkirk, Felixtowe, Amburgo e Rotterdam. In Asia e nel Medio Oriente
invece i porti coinvolti comprendono Hong Kong, Ningbo, Qingdao,
Shanghai e Salalah. Anche i porti statunitensi di New York, Long
Beach ed Oakland hanno recentemente investito in gru con sbraccio
superiore a 57 metri.
Anche la profondità delle acque presso i principali porti
containerizzati non dovrebbe causare problemi agli operatori di
tonnellaggio ultra-post-panamax. Nel suo studio relativo alla
progettazione della ULCS, i ricercatori della Lloyds Register
affermano: "La nostra analisi indica che una nave da 12.500
TEU pescherà al massimo 14,5 metri a pieno carico. La profondità
delle acque è in corso di rapido miglioramento presso i
principali terminal containers cui le operazioni ULCS potrebbero
mirare. Attualmente ci sono 17 terminals che offrono almeno il
suddetto pescaggio e sulla base degli investimenti ipotizzati
esso aumenterà sino a 25 metri nel 2003 e poi sino a 28
nel 2008".
Peraltro, anche se persino le navi da 12.500 TEU sono adesso
tecnicamente possibili ed i principali porti del mondo dispongono
di banchine adeguate per accoglierle, ogni economia di scala assicurata
da tali leviatani potrebbe essere vanificata dall'inefficienza
delle operazioni o delle infrastrutture portuali. Ciò potrebbe
far salire i tempi di viaggio da porta a porta, con incrementi
degli scambi containerizzati talmente rilevanti da causare una
paralisi dei traffici presso i terminal containers.
John Fossey della Drewry Shipping Consultants afferma: "Diversi
vettori hanno investito pesantemente in terminal containers dedicati
negli ultimi anni. In vista della effettuazione di servizi con
portacontainers da 10.000 a 12.500 TEU, questi vettori vorranno
affidare le proprie operazioni terminalistiche nelle mani di terzi?".
E' probabile che i vettori marittimi legati a doppio filo ad
operatori di terminal containers capeggeranno la corsa al tonnellaggio
proprio per questa ragione. La Maersk Sealand (che ha stretti
legami con la AP Moller Terminals) dispone di operazioni portuali
globali maggiormente sviluppate rispetto a quelle della maggior
parte dei propri rivali e ha garantito investimenti in gru a cavaliere
per container di sbraccio superiore a 58 metri presso i principali
terminal contenitori che serve.
Le voci che circolano provenienti dalla Danimarca suggeriscono
che il suo principale vettore marittimo potrebbe dare il via ad
operazioni con portacontainers ultra-post-panamax sin da quest'anno.
Quattro navi ordinate con consegna prevista in marzo presso i
cantieri navali Odense, di proprietà della AP Moller, un
ampliamento della sua classe di navi "S", secondo fonti
informate sarebbero lunghe non meno di 404 metri con un baglio
di 52 metri: in altre parole, facilmente in grado di caricare
10.500 TEU. Se il dato fosse esatto, l'era delle navi ultra-post-panamax
sarebbe arrivata più presto di quanto non ci aspettasse.
Tuttavia, queste voci sono state smentite dalla Maersk Sealand.
(da: Containerisation International, febbraio 2002)
|