
|
CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XX - Numero 5/2002 - MAGGIO 2002 |
Industria
Cresce la flotta dei reefers integrali
Il conteggio globale dei contenitori reefers integrali ha fatto
segnare un altro sostenuto incremento nell'annata che va sino
alla metà del 2001. Questo dato è confermato da
Containerisation International, che ha da poco elaborato
le proprie ultime statistiche annuali relative alla flotta containerizzata,
che sono state pubblicate nel Censimento mondiale dei contenitori
2002 della rivista medesima.
Quello dei reefers è stato altresì il settore che
ha ottenuto la maggiore espansione di questo periodo. Le scorte
di TEU reefer sono aumentate complessivamente di più del
9% nell'annata sino alla metà del 2001, mentre la flotta
degli integrali è cresciuta del 10%. Al confronto, si constata
come il conteggio a livello mondiale dei box complessivi sia aumentato
del 6,5%, con il settore maggiormente importante, quello delle
unità per carichi secchi, in salita del 6% appena.
L'ultima espansione ha spinto la flotta mondiale complessiva
dei reefer in prossimità del milione di TEU. Ciò,
sebbene rappresenti ancora solamente il 6% delle scorte di oltre
15 milioni di TEU operanti alla metà del 2001, ha contribuito
ad una quota alquanto maggiore (vicina al 30%) se misurata col
metro del costo di sostituzione. I box reefer da questo punto
di vista presentano ancora notevoli differenze rispetto alle loro
controparti delle unità per carichi secchi, dato che l'equipaggiamento
integrale costa da otto a dieci volte di più rispetto all'importo
pagato per un container standard delle stesse dimensioni. La maggior
parte di tutti i TEU reefer, inoltre, appartiene (ovvero è
noleggiato) a vettori marittimi, ed un terzo di essi è
sotto noleggio operativo.
Il settore degli integrali si è dimostrato negli ultimi
anni il settore di maggior successo, sebbene la domanda aggiuntiva
non sia stata alimentata solamente dall'espansione delle esportazioni
globali di prodotti refrigerati. Ciò continua a corroborare
buona parte della crescita su base annua fatta registrare negli
ultimi anni, ma anche i cambiamenti strutturali e delle capacità
dell'ampio settore del trasporto refrigerato hanno svolto la loro
parte al riguardo. Si è verificato un graduale abbandono
dell'uso delle portacontainers reefers convenzionali e palletizzate
per il trasporto di gran parte della produzione mondiale stagionale
di esportazione (dalle mele ai limoni) a favore principalmente
dei containers integrali.
Questa conversione si è accentuata negli ultimi anni,
dato che un numero crescente di vecchie navi reefers ha raggiunto
la fine della propria vita operativa senza essere rimpiazzate.
Al contrario, ulteriori attività di trasporto refrigerato
a lungo raggio sono sempre più preda dei maggiori operatori
di portacontainers, guidati dalla Maersk Sealand e dalla PONL
(P&O Nedlloyd), che hanno installato un quantitativo notevole
di capacità di trasporto refrigerato in più nelle
loro nuove navi portacontenitori. Si riconosce generalmente che
il trasferimento in corso dei traffici dalle navi reefer a quelle
containerizzate potrebbe rappresentare qualcosa come la metà
della crescita annua recente dei traffici di box reefer e - di
conseguenza - della domanda di equipaggiamento in più.
Solamente questo spiega perché la flotta di reefer sia
cresciuta più rapidamente nel 2000-2001 rispetto a quella
della sua controparte preponderante per carichi secchi.
Inoltre, i principali operatori containerizzati (tra cui PONL,
Hamburg Sud e CMA CGM) stanno programmando la dismissione delle
proprie flotte di navi reefer obsolete a "soffio d'aria",
che trasportano la carne containerizzata ed altri prodotti surgelati
sulle direttrici di traffico-chiave nord-sud. Si tratta di unità
la cui rottamazione è programmata negli anni immediatamente
a venire e che renderanno obsoleta gran parte della restante flotta
mondiale di contenitori isolati da 20 piedi "ad oblò".
Quasi nessuno di loro è stato costruito dopo i primi anni
'90 e, com'è confermato dalle ultime statistiche sulla
flotta elaborate da Containerisation International, la
flotta mondiale degli "oblò" è da tempo
in fase di declino terminale. Essa è infatti calata di
un altro 5% nell'annata che va sino alla metà del 2001
a 44.000 TEU, al di sotto della metà della sua consistenza
originale. Questa, adesso, rappresenta meno del 5% di tutti i
TEU di box reefer.
Le unità "oblò" che vanno sparendo dovrebbero
altresì essere rimpiazzate da nuovo equipaggiamento integrale.
La PONL mostra chiaramente i segnali di questo cambiamento, avendo
commissionato un'ordinazione per 14.000 box integrali alla fine
del 2001. Questa acquisizione, oltre ad essere una delle più
grosse mai effettuate per questo tipo di unità, garantisce
la costante espansione nel 2002 ed oltre della flotta mondiale
di TEU integrali. Le ultime previsioni di Containerisation
International suggeriscono che queste scorte potranno aumentare
di almeno un altro 30% nei quattro anni a venire, sino alla metà
del 2005.
L'equipaggiamento integrale già costituisce oltre il 95%
dei TEU relativi a contenitori reefer e rappresenta tutto quanto
il nuovo investimento. Inoltre, la domanda è divenuta anche
più "semplificata" negli ultimi anni, dato che
i proprietari si sono dati all'acquisto quasi esclusivo di containers
high cube da 40 piedi. Al contrario del settore degli standard
per carichi secchi, laddove notevoli quantitativi di containers
da 20 e 40 piedi (8 piedi e 6 pollici) vengono ancora acquisiti
anno per anno, l'approvvigionamento di reefer integrali costruiti
con queste dimensioni è diminuito assai notevolmente. Oggi,
non vi è praticamente alcuna acquisizione di unità
del tipo da 40 piedi (8 piedi e 6 pollici), mentre i reefers da
20 piedi ora rappresentano meno del 15% di tutti gli investimenti
annuali. Tutto il resto si riferisce a 40 piedi high cube.
Quest'ultimo tipo già domina la flotta dei reefers integrali
e guadagna sempre più terreno ogni anno che passa. Al contrario,
la somma dei reefers da 40 piedi (8 piedi e 6 pollici) è
adesso in rapido declino, mentre la flotta dei 20 piedi è
divenuta per lo più stagnante. Le ultime previsioni sulla
flotta di Containerisation International indicano che solamente
un piccolo residuo di containers da 40 piedi (8 piedi e 6 pollici)
resteranno nella flotta reefer della 2005, unitamente ad un quantitativo
di 20 piedi leggermente minore rispetto a quello odierno. Per
allora, la flotta degli high cube da 40 piedi costituirà
oltre l'80% delle scorte di TEU.
L'attrattiva dei reefer high cube da 40 piedi è per lo
più di natura economica. Il costo di produzione di un box
integrale di queste dimensioni è adesso veramente meno
caro di quello corrispondente ad una unità da 40 piedi
(8 piedi e 6 pollici), mentre il costo di movimentazione è
sempre più prossimo a quello di un 20 piedi. La relativa
assenza di una vera e propria differenza nei prezzi riflette il
fatto che i costi dei macchinari sono ora praticamente gli stessi
per tutte e tre le dimensioni, mentre l'intero processo produttivo
dei reefer è aumentato proporzionalmente negli ultimi anni
ed è stato ricollocato in Cina. Sebbene un container high
cube da 40 piedi richieda più materiale e maggiori tempi
di costruzione, tutto ciò è stato sempre più
compensato dalla sua maggiore produzione.
Lo high-cube da 40 piedi è inoltre divenuto popolare tra
gli esportatori. Come accade per il settore delle unità
per carichi secchi, i caricatori di merci deperibili sono notevolmente
attirati dalla cubatura in più a disposizione. La linea
di tendenza per il prodotto reefer verso una caricazione sotto
forma di imballaggio ridotto per la vendita diretta presso i punti
al dettaglio ha ulteriormente accelerato la domanda. La praticamente
nulla differenza di prezzo rispetto ai box reefer di taglia minore
ha chiuso la questione per molti utenti finali e ha reso sempre
più marginale l'utilizzazione di box di dimensioni minori.
Tuttavia, l'equipaggiamento integrale da 20 piedi viene ancora
impiegato su certi traffici, normalmente per il trasporto di derrate
pesanti e surgelate, mentre la suddetta dismissione di box isolati
da 20 piedi potrebbe conservare un qual certo livello di domanda
futura.
(da: Containerisation International, aprile 2002)
|